DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

Ti riconosco
mascherina!

Le mascherine filtranti sono diventate l'oggetto del desiderio degli italiani a rischio Covid-19

 

Mascherine si, mascherine no. E poi: se si, quando? Se si, come? Ed infine, se si, quali? In questi giorni, l’oggetto del desiderio, il desiderata degli italiani, sono queste benedette mascherine.

Le tre tipologie delle mascherine filtrantiÈ notizia fresca di un primo arresto per turbativa d’asta, in una gara Consip, quindi dello Stato, nella compravendita proprio di un grande lotto di mascherine.

Comunque, se esci di casa per andare a fare la spesa e non hai la mascherina, tutti, o quasi, ti guardano male. Sei un pericoloso eversivo, insomma, un indisciplinato potenziale appestatore, un untore.

Ma le cose, scientificamente non stanno così. Anzi troppo spesso, soprattutto quando usate in maniera non idonea, le mascherine sono invece proprio pericolose.

Enfatizzando, ma neanche troppo, è come se di colpo si fosse liberalizzato il mercato delle armi e tutti fossero corsi ad acquistare una rivoltella senza però aver fatto alcun corso di tiro.

Esistono procedure specifiche ed indicazioni sulla scelta del modello giusto che i non addetti ai lavori, ossia il personale non sanitario, ignora.

Bisogna considerare che le mascherine, quelle che vediamo in giro, sono tutte usa e getta, insomma monouso, vanno gettate al termine di ogni servizio, lungo o corto che sia.

Hanno poi un numero di ore (poche, sempre indicato nelle istruzioni – che nessuno legge – all’incirca 6/8 ore al massimo).

Non usiamo le mascherine quando non servono

Invece la gente, il popolo, insomma noi tutti ignoriamo queste importantissime nozioni, così questi presidi sanitari sono indossati per lunghissimo tempo, oltre le ore raccomandate in omologazione, portate male (a volte anche sottosopra), sporcate e peggio contaminate soprattutto nelle fasi di applicazione ma anche nel trasporto e nello stoccaggio, a volte, addirittura, condivise da più di una persona.

Capite la potenziale pericolosità di chi si sente tranquillo grazie ad un dispositivo ed invece sta mettendo a repentaglio la propria ed altrui salute?

Si diffondono, poi, in rete tutorial sulla disinfezione fai da te delle mascherine, senza considerare che il potere filtrante di quelle classificate come tali, ossia le Ffp, che poi significa semplicemente Filtering Face Piece, ossia filtrante facciale parziale, decade a contatto con liquidi, vapori, fonti di calore, abrasione, uso prolungato oltre i termini di omologazione. Non si possono sanificare senza rischiare di alterarne la protezione.

Una voce autorevole, quella del presidente della Società Italiana di Pediatria, Alberto Villani, ha dichiarato, riferendosi agli strumenti di protezione sanitaria e medica tecnicamente definiti «presidi», come le mascherine: «La preghiera che viene fatta alla popolazione è di usare i presidi quando realmente necessari: perché i presidi vanno riservati ai medici e agli infermieri, e siete ben a conoscenza di tutte le difficoltà che ci sono nel reperimento».

Villani ha poi aggiunto che: «Non c’è motivo di usare la mascherina quando non serve: né io né il commissario (era ad una conferenza stampa con il capo della Protezione Civile) la indossiamo perché siamo a un metro e mezzo di distanza».

Insomma, quando non si è costretti, come invece sono infermieri e medici, a venire a contatto con malati di Covid-19, la mascherina non serve se si rispettano le distanze di sicurezza, ugualmente per i guanti in plastica, se si usano e poi si tocca il volto, anche indirettamente toccando il cellulare, per esempio, il patatrac è assicurato.

I guanti diventano un vettore, almeno le mani, per loro natura, con il film idrolipidico cutaneo che ha una funzione «antibatterica» naturale ci offrono una protezione di una certa importanza.

Le mascherine egoistiche

Invece ci è stato fatto arrivare il messaggio che l’uso delle mascherine, soprattutto di quelle filtranti, le Ffp2 e Ffp3, sarebbero state la soluzione e ci avrebbero protetto dalla pandemia. Messaggio fuorviante se non proprio sbagliato.

Le mascherine filtranti classificate Ffp sono mascherine egoistiche, quando indossate bene e per il limite temporale raccomandato, ci mantengono in condizione di sicurezza ma non in uscita, ossia salvano noi ma non gli altri, poiché, se fossimo positivi non tratterrebbero il vapore e le famose droplets (la saliva) che espirando emettiamo, rendendoci potenziali untori.

In questo caso, invece, le semplici mascherine chirurgiche, bloccando i vapori in uscita facendone condensare una buona parte all’interno della mascherina stessa, sono la soluzione.

Insomma se tutti volessimo bene al prossimo e di conseguenza a noi stessi, non indosseremo le mascherine se non quando costretti in spazi ristretti con terze persone ed in quel caso useremmo solo quelle chirurgiche, gettandole al termine di ogni uso.

Per i guanti la stessa cosa: monouso, e mai toccare con i guanti faccia, cellulare eccetera.

Laviamoci le mani con acqua e sapone, non abusiamo di alcoli e disinfettanti che neutralizzano i batteri buoni della nostra cute, quindi riserviamone un uso a situazioni saltuarie o quasi emergenziali nelle quali non possiamo lavarle normalmente.

Caratteristiche delle tre Ffp

Tanto per far chiarezza, di seguito indichiamo le caratteristiche delle mascherine filtranti:

  • Ffp1: filtra l’80% delle particelle ambientali e non è raccomandato per la protezione da agenti patogeni che si trasmettono per via aerea. Assicurano un primo livello di protezione delle vie respiratorie in ambienti polverosi e che contengono particelle in sospensione. Si tratta quindi di maschere semi-facciali antipolvere comunemente utilizzate in diversi settori (industria tessile, alimentare, mineraria, siderurgica, edilizia e costruzioni). Quindi questa mascherina è proprio inutile per proteggersi dalle infezioni virali.
  • Ffp2: filtra il 95% delle particelle ambientali Questa offre invece una prima schermatura sui virus ed è raccomandata per gli operatori sanitari che assistono individui infetti o potenzialmente infetti.
  • Ffp3: filtra il 98-99% delle particelle ambientali ed è raccomandata per gli operatori sanitari che assistono individui infetti o potenzialmente infetti, in particolare durante manovre che producono aerosol.

Informazioni contraddittorie e quindi fuorvianti anche sui siti istituzionali, come per esempio sul sito della Regione Lombardia, ad oggi ancora, tra le precauzioni per prevenire il contagio, c’è scritto di indossare una mascherina «solo se sospetti di aver contratto il nuovo coronavirus, e presenti sintomi quali tosse o starnuti, o se ti prendi cura di una persona con sospetta infezione da nuovo coronavirus».

Ma poco dopo viene indicato che la mascherina «aiuta a limitare la diffusione del virus, ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di igiene».

Comunque nella campagna pubblicitaria di prevenzione contro il virus, finanziata dalla Regione Lombardia, poi invece si invitava esplicitamente a indossare la controversa mascherina.

Questi messaggi sono passati in campagne Facebook e campeggiano ai lati delle strade su manifesti e locandine, anche luminose in tutte le città lombarde.

Dulcis in fundo, venerdì 20 marzo, il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana ha tenuto una conferenza stampa indossando una mascherina malgrado fosse solo sul palco e la mascherina era una filtrante, quindi non proteggeva che lui esponendo al potenziale rischio coloro che si fossero trovati a portata.

Sintoni lievi e asintomatici

Chi è sano ed è quindi privo di sintomi non ha motivo di indossare una mascherina, secondo le indicazioni dell’Oms. In molti si chiedono, però, come comportarsi considerato che la Covid-19 può presentarsi con sintomi molto lievi, tali da non accorgersi di avere la malattia, ma con il rischio di contagiare ulteriormente il prossimo.

Anche se il confine è labile, avere sintomi molto blandi non equivale a essere asintomatici, condizione ancora indagata per il coronavirus per capire se si possa essere contagiosi anche senza alcun sintomo (alcune ricerche sostengono di sì, ma servono conferme).

Questa incertezza spinge molti a usare una mascherina anche se sono sani, ma è opinione diffusa tra gli esperti che sia più utile praticare il mantenimento delle distanze (almeno un metro), non toccarsi la faccia con le mani sporche e lavarsi accuratamente le mani.

È dimostrato che le mascherine, dando un eccessivo senso di protezione, inducano chi le indossa a trascurare altre importanti precauzioni per evitare il contagio.

Mantenere sempre la distanza

Molti indossandole pensano di poter ridurre la distanza dal prossimo, esponendosi a più rischi di contagio, oppure trascurano poi altre attività ancora più importanti – e apparentemente banali – come lavarsi bene le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi.

Le mascherine, poi, possono porre una limitata barriera tra bocca-naso e ambiente circostante, spesso possono esporre a rischi elevati se usate in modo improprio, basti pensare che se un certo quantitativo di virus si fermasse sulla parete esterna di uno di questi presidi, sosterebbe a meno di due millimetri da naso, occhi e bocca e sarebbe a disposizione delle mani o peggio dei guanti per essere trasportata e spalmata ovunque.

Ah, ricordiamoci che i presidi usa e getta non sono biodegradabili, vanno smaltiti nell’indifferenziato dopo averli ripiegati su loro stessi, Andrebbero poi lavate le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi con acqua calda.

Ultima raccomandazione non gettate a terra, per strada o nelle aiuole guanti e mascherine. Rispettiamo almeno l’ambiente come possiamo.

Lino Rialti

 

 

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