TORINO

Morire a vent’anni
per anoressia

Lorenzo Seminatore, di 20 anni, deceduto il 3 febbraio nella sua casa di Torino

 

Lorenzo Seminatore, questo il giovane di 20 anni deceduto il 3 febbraio nella sua casa di Torino, dopo anni di malattia. Si ammalò di anoressia a 14 anni, a 20 però il suo corpo ha ceduto e si è arreso. Ora i genitori, Francesca e Fabio, lasciati soli durante tutto questo calvario, vogliono denunciare quanto accaduto al figlio, lanciare un appello affinché non riaccada più una simile tragedia ed intendono aiutare gli altri.

L'anoressia è una malattia che colpisce più le donne ma dalla quale i maschi non sono immuniL’agonia di Lorenzo è iniziata il primo anno di liceo scientifico. Il ragazzo, allora 14enne, smette di mangiare e perde velocemente peso. Due anni più tardi i genitori lo fanno ricoverare in un centro specializzato in Valle D’Aosta e qui il giovane prende nuovamente peso, tanto da far sembrare «le cose andare meglio», ma la situazione precipita con gli esami di maturità e le conseguenze scelta dell’università.

Ormai di fatto maggiorenne, Lorenzo può scegliere se farsi curare o meno, senza più il controllo decisionale su di lui da parte dei genitori e la malattia si insinua con più forza e vigore nella mente e nel suo corpo fino a portarlo alla morte nella sua camera da letto.

I disturbi alimentari nei maschi. L’anoressia maschile detta anche «visnoressia» è pari al 5-10% dei pazienti maschi che ne sono affetti. La patologia è evidenziata da un’alta percentuale di alterazioni fisiche (complicazioni cardiache, atrofie corticali…) causate da un avanzato stato di malnutrizione che spesso sono il risultato di un ritardo nella ricerca di attenzioni mediche da parte dei pazienti ed anche del riconoscimento della gravità della patologia da parte dei curanti.

I disturbi alimentari nei maschi sono una realtà epidemiologica in aumento. L’età di esordio: l’adolescenza, nel momento in cui gli individui si pongono di fronte al problema di come strutturare la propria identità di adulti.

L’immagine del corpo è, analogamente a quanto accade per le donne, un importante campanello d’allarme dei disordini del comportamento alimentare anche nei maschi.

Chi soffre di tali disturbi è un soggetto depresso, ipersensibile, con forti sensi di colpa e scarsa autostima. A soffrire di anoressia, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) 1 uomo su 4 donne, su un totale di 3 milioni di malati in Italia.

I maschi che soffrono di disturbi dell’alimentazione vivono in una condizione di disagio e diagnosi più tardive rispetto alle donne. Inoltre non esistono centri o percorsi terapeutici dedicati.

L’assenza di centri terapeutici dedicati. Non si possono lasciare «soli» questi ragazzi, bensì devono essere curati, accolti, sia a livello privato ma soprattutto pubblico. Le Istituzioni devono rispondere anche a questa emergenza sociale facendo sensibilizzazione, informazione e prevenzione nelle scuole, nei gruppi di pari, con dei percorsi integrati di sostegno alle famiglie.

L’anoressia negli uomini ha manifestazioni simili in parte a quelle dell’ambito femminile ma spesso l’ossessione per le forme corporee può esprimersi attraverso un’attività compulsiva, oltre ad un comportamento alimentare dannoso.

Sarebbe pertanto opportuno che i professionisti medico-sanitari iniziassero a riconoscere i sintomi e comprendessero le emozioni, i vissuti che questi ragazzi sperimentano, per poter intervenire efficacemente con strumenti e strategie adeguate.

Antonella Betti

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