LE PROBLEMATICHE DEL MALTEMPO

L’inverno degli
Enti locali

 

Oramai siamo nel pieno della stagione autunnale e, tra poco, inizierà l’inverno; ma i comuni e le regioni sono adeguatamente preparati ad eventuali problematiche legate al maltempo?

Sia a Roma, ma pure nel resto del nostro Paese, gli enti locali si troveranno, come al solito, in emergenza di fronte a piogge e nevicate, o repentini abbassamenti delle temperature, anche quelle che possono rientrare nella più prevedibile normalità.

Purtroppo, la sciatteria politico-amministrativa con cui vengono gestite le emergenze climatiche nelle città italiane e, più in generale, nei territori, sono una desolante costante che ci fa assistere, quasi impotenti, alle alluvioni, al ghiaccio sulle strade e, persino, alle valanghe, senza mai riuscire a prendere efficaci provvedimenti atti a prevenire gli effetti negativi di ogni calamità naturale, finanche quelle meno devastanti.

I romani, ad esempio, sono talmente abituati agli allagamenti delle strade dopo un acquazzone, che ormai la prendono con ironia. Come nel caso della foto della Piramide Cestia del settembre scorso «twittata» con la dicitura: «Aggiornamento #maltempo. È esondato il Nilo»

La lamentele dei vari amministratori sono, più o meno, sempre le stesse: «non abbiamo risorse o, se le abbiamo, sono insufficienti». Niente di più falso, dato che i soldi per approntare delle opere contro il dissento idrogeologico del nostro territorio ci sono, eccome. Ci sarebbe la disponibilità di circa nove miliardi di euro, ma gli enti preposti non presentano progetti per poterli utilizzare.

Questa l’imbarazzante realtà che, anche nell’attuale stagione, avrà come effetto nel periodo invernale probabili danni a persone e cose, speriamo senza vittime innocenti. Continueremo, quindi, a registrare ulteriori smottamenti di terreni e allagamenti, anche in caso di non grandi fenomeni temporaleschi.

Una Italia, insomma, veramente allo sbando sul problema della tutela ambientale dove, al potere (politico) non c’è nemmeno la fantasia, come dicevano i sessantottini di arcaica memoria, ma solo l’improvvisazione e, poi, le consuete lacrime di coccodrillo.

Fabio Verelli

Lascia un commento