ISTAT RAPPORTO DEMOGRAFIA

Il diritto degli anziani
a vivere con serenità

Cresce la percentuale degli anziani in Italia. I dati Istat

L’Italia è il secondo Paese al mondo per presenza di anziani dopo il Giappone e con un trend demografico in continua decrescita. La popolazione residente passerà da 59,6 milioni al 1° gennaio 2020 a 58 mln nel 2030, a 54,1 mln nel 2050.

Cresce la percentuale degli anziani in Italia. I dati IstatGli italiani con più di 65 anni rappresentano, ad oggi, il 23,2% del totale, quelli fino a 14 anni di età il 13%, mentre nella fascia 15-64 anni troviamo il 63,8% degli abitanti. L’età media della popolazione è ormai arrivata a 46 anni.

Questo è quanto descritto dal report Istat del 26 novembre 2021 che prevede, inoltre, una crescita del numero di famiglie ma caratterizzato da una riduzione delle coppie con figli ed una crescita delle coppie senza: entro il 2040 una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli, mentre il 20% delle coppie non avrà figli.

Lo squilibrio demografico

A subire maggiormente gli effetti del calo demografico saranno i comuni delle zone rurali ed in particolare i comuni delle zone rurali interne del mezzogiorno d’Italia per cui è prevista una riduzione della popolazione di circa il 10% entro il 2030. Tale forte incidenza è dovuta alla distanza dai servizi essenziali sempre meno presenti in queste zone.

Si sta delineando un Paese Italia con uno squilibrio tra popolazione anziana e popolazione giovane, con sempre maggiori fasce di cittadini anziani residenti nelle città medie e grandi, in particolare al nord-italia.

A fronte di tale consolidata evidenza statistica mentre si discute, in modo poco efficace, di sostegno alla natalità purtroppo non è stata intrapresa alcuna strategia politica per tutelare le fasce anziane della popolazione.

Da un punto di vista sociale si è disgregata da tempo la famiglia plurinucleare che prevedeva la presenza nella stessa dimora di nonni, figli e nipoti e permetteva l’assistenza in casa degli anziani e si è affermata sempre più la famiglia mononucleare a volte senza figli.

Il timore per il futuro

Inoltre comportamenti sociali indotti spesso dal trasferimento in grandi città, dove gli appartamenti sono di dimensioni ridotte e la logistica della quotidianità richiede tempi più frenetici e con sprechi di tempo negli spostamenti, hanno determinato la presenza di milioni di anziani in solitudine. Ad oggi circa nove milioni di italiani vivono da soli e molti sono persone anziane.

Molti over sessantacinque sono autosufficienti ma vivono nel timore di un futuro in cui corrono il rischio di dover dipendere da persone terze che non sempre hanno un adeguata professionalità.

Spesso, non è prioritaria l’assistenza alla persona ma ciò che viene chiesto è vicinanza ed empatia. Il poter sorridere, giocare e discutere con persone di altre età è linfa vitale per le persone anziane. Una nonna che chiede al nipote di darle la mano è una richiesta di affetto che va ben oltre alla semplice assistenza alla persona. Gli anziani, come tutti, chiedono vita.

Una politica per gli anziani

Sarebbe interessante domandare a tutti gli schieramenti politici che tipo di politiche di medio-lungo termine per gli anziani in Italia hanno previsto di porre nella loro agenda politica. Se intendono finanziare strutture di quartiere nelle grandi città, formare assistenti medici in grado di seguire specifiche patologie (sul modello del medico di base ma specializzato), creare spazi per la socialità intergenerazionale.

Queste politiche ci riguardano perché tutti siamo destinati a diventare anziani e sapere che c’è uno Stato che si occupa del nostro futuro garantisce una migliore serenità anche del vivere quotidiano. Concludendo vogliamo sapere se lo Stato Italia è ancora in grado di abbracciare i suoi cittadini anziani.

Stefano Chirico

 

 

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