NORCIA

La triste storia
di Nocciolino

 

Nocciolino è un mix maremmano di 11 anni, tutti vissuti a Norcia, fino a pochi giorni fa. Nel 2013 il suo proprietario muore lasciando tutti i suoi averi, Nocciolino compreso, all’Associazione Emergency Onlus. Agli eredi universali si sa, viene trasferito tutto, anche le «rogne», ma Nocciolino non si fa avvicinare, è diffidente, viene lasciato sul territorio, viene, forse, semplicemente dimenticato.

Poi il terremoto e una famiglia di Cesena si rende disponibile all’adozione, mettendo in moto una serie di azioni che mettono in evidenza insensibilità e mancanza di rispetto nei confronti di un cane che non ha mai dato fastidio a nessuno e che non si fida degli umani.

Nocciolino è uno spirito libero, il giorno gironzola, tranquillo e la sera si reca presso una abitazione dove viene rifocillato e dove dorme. È lecito dubitare che una bella villa con un bel giardino e una bella famiglia non siano la soluzione idonea per lui!

Vorrei capire che cosa ne pensano veramente gli abitanti di Norcia. La rabbia, l’esasperazione per una gestione lenta è sbagliata del sisma e del post sisma, della ricostruzione e della «rinascita» economica di quei luoghi martoriati, non può far venire meno la solidarietà e la compassione, pretesa dagli altri.

Il sindaco emette un’ordinanza di cattura, anche con proiettili anestetici, in considerazione di «comprovata pericolosità» di Nocciolino. La comprovata pericolosità rappresenta uno «stato» ben preciso, prevede una serie di eventi aggressivi ed è accertato secondo un protocollo preciso.

Non solo nella stessa ordinanza dispone l’affido alla famiglia di Cesena. Grave contraddizione. Un cane di «comprovata pericolosità» ha bisogno di un percorso che nel peggiore dei casi finisce con l’affido a un’Associazione Protezionistica, ma la cosa più grave è che il cane non è un randagio, ma ha un proprietario, sebbene «colpevole» di essersi dimenticato del povero Nocciolino.

Ignorando tutto questo, si procede alla cattura, con anestetico, ma Nocciolino, si sveglia e fugge. Percorrendo circa 60 km, torna a casa, si, quella che considera la sua casa.

A questo punto una persona e delle associazioni protezionistiche si fanno avanti per trovare una soluzione, per dargli una sistemazione adeguata, anche fuori, lontano da quella terra e da quella gente diventata, improvvisamente «ostile».

Sindaco e Usl, sono stati contattati, ma Nocciolino viene «braccato» per un’intera giornata e alle 22 circa del 24 luglio è accalappiato e trasferito al canile di Spoleto. Penso alla sua paura e alla sua disperazione, soprattutto ora che è rinchiuso…

Certo, per molti è «solo un cane». E allora mi chiedo dov’è finita la nostra umanità: ogni essere vivente umano e non, ha diritto al rispetto e alla dignità. Com’è che il nostro cuore sta diventando arido e insensibile, tanto che ogni giorno vediamo violenze e ingiustizie su umani e animali?

Ora al Sindaco in primis e all’Usl chiediamo di fare la scelta giusta, nel rispetto della storia, del carattere e della dignità di Nocciolino.

Ernesta Cambiotti

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