PRESCRIZIONE

La priorità è assicurare
la certezza della pena

 

Abbiamo bisogno di tornare ad avere la certezza della pena. Se vogliamo combattere il malaffare, i furti, le truffe, insomma tutti i reati, non possiamo più aspettare. La proposta grillina di fermare la prescrizione dopo il primo grado di giudizio va verso la giusta direzione. Finalmente molti procedimenti potranno vedere la luce. I colpevoli potranno finalmente pagare, gli innocenti avranno l’assoluzione vera e non per decorrenza dei termini, fatto che lascia sempre il dubbio. Altro che manettari o giustizialisti.

Il popolo italiano, la cosiddetta gente, vuole vedere pagare che sbaglia. Solo così si può sperare di andare verso una giusta direzione, far riconquistare la fiducia dei cittadini nello Stato e nelle sue emanazioni. Solo così si ottiene una pace sociale e si placano le smanie estremistiche.

È semplice e per comprenderlo basta pensare al procedimento penale come ad un treno. Il treno parte da Roma alle 8,30 del mattino, l’inizio del procedimento, e dovrebbe a arrivare a Milano (termine del procedimento) alle 13,00. Ma si sa, siccome siamo in Italia e la strada ferrata è trafficata e poi si incontrano anche incidenti che rallentano la corsa del convoglio, arriva la prescrizione. Infatti è come se, diciamo all’altezza di Bologna, in aperta campagna, proprio alle 13 in punto, il treno si fermasse. Sarebbe dovuto arrivare a Milano, invece è in mezzo al nulla, ma tant’è. La gente viene invitata a scendere sulla massicciata. Il viaggio è finito.

Questa è la prescrizione. Il legislatore da vent’anni a questa parte, invece di velocizzare il treno, costruire nuovi binari, rinforzare le massicciate, quindi riformare la procedura penale ha accorciato di molto i tempi di viaggio. L’ultima volta è successo nel recente passato (era il 2005), un provvedimento infatti ha accorciato i tempi di prescrizione, ossia ha concesso minor tempo per addivenire alla conclusione del processo.

Risultato: dopo la «manina del 2005», quella si malignamente malvagia, che ha ulteriormente accorciato i tempi di prescrizione, si sono estinti proprio per prescrizione 1.468.220 processi in dieci anni. Un bel colpo di spugna in barba a tutte le vittime di tutti quei reati, ai loro parenti ed alle famiglie.

Il legislatore ha lentamente instillato, all’interno del procedimento penale, la visione «imputato-centrica». Tutto ruota sul presunto colpevole. Tutti possiamo notare una macroscopica stortura, per esempio: le televisioni riprendono le fasi di arresto di un malvivente ed il volto del delinquente è pixellato, è protetto per questione di privacy, quello delle forze dell’ordine no.

I cameraman poi non possono inquadrare, neanche per sbaglio, le manette. Inquadrano però le targhe delle auto militari o addirittura di quelle civetta. Non possiamo fare i nomi degli arrestati ma bellamente pubblichiamo i nomi degli agenti che hanno preso parte alle operazioni. Forse abbiamo perso veramente la bussola. Siamo diventati il paese del ben godi.

Dalle vicine Romania ed Albania ma anche dalla Macedonia e da altri paesi oramai non lontani, sono sempre più frequenti le incursioni di malviventi che organizzano piccole o grandi scorribande nel nostro paese e, quando arrestati, candidamente ammettono di essere attratti dall’Italia poiché, anche se presi in flagranza, sono consapevoli che verranno rilasciati quasi subito. Passeranno poche ore in carceri, che a confronto con le loro, sono alberghi a 5 stelle. Ed una volta processati, troppo spesso, vengono assolti per la prescrizione dei loro reati.

Se vogliamo continuare così… forse sarebbe il caso di cominciare a metterci le mani. Iniziamo dal far passare questa proposta di riforma dei tempi di prescrizione. Altro che bomba atomica sul processo penale.

Nella vicina Francia, culla del garantismo, per esempio la prescrizione si interrompe il giorno in cui il presunto autore del fatto contestato viene individuato con il rinvio a giudizio. In Spagna il codice penale stabilisce che l’effetto estintivo non può maturare nel periodo impiegato dall’ordinamento per l’esercizio dell’azione penale. Quindi anche lì la prescrizione decade con l’inizio del processo. In Germania la prescrizione si interrompe addirittura dopo il primo interrogatorio dell’indagato. E via così per gli altri paesi europei. E non sembra che questi paesi non diano sufficienti garanzie agli indagati. Forse, più seriamente, si preoccupano di far pagare chi è debitore.

Per questo problema siamo anche stati richiamati nel 2017 dall’Europa, quando sui banchi del governo sedeva Gentiloni. Già eravamo stati richiamati nel 2016 e dopo un anno Bruxelles scrisse: «Non sono stati compiuti progressi nella riforma dell’istituto della prescrizione». E poi nella relazione affermava che l’attuale sistema «Ostacola lotta a corruzione» e poi anche che «Incentiva tattiche dilatorie degli avvocati». Più chiaro di così.

Lino Rialti

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