E così l’hanno presa. L’Orsa Jj4, che tutti oramai la chiamano Gaia, è stata catturata ieri notte con una «trappola a tubo». In pratica un cilindro di metallo con una sola entrata. Frutta fresca e mais l’esca usata per prenderla.
Era con i suoi tre cuccioli, due addirittura, sono entrati insieme a Lei nel tubo. Ora si trova presso il «centro di detenzione» di Casteller a Trento Sud insieme all’altro Orso «Papillon», anche lui «condannato alla prigionia, reo di essersela presa con mucche e pecore».
Deciderà il Tar di Trento se Gaia potrà continuare a vivere, se mamma orsa potrà rivedere e annusare i suoi cuccioli.
Lasciati liberi i due cuccioli
Già, i cuccioli ora sono rimasti soli. Hanno meno di due anni ma per gli esperti possono vivere tranquillamente in autonomia. Svezzati insomma, in grado di difendersi dai predatori, soprattutto Lupi.
Il Paese è lacerato, da una parte gli animalisti, ma anche la gente comune che vorrebbe continuare a far vivere Gaia, dall’altra le Istituzioni Governative e Locali, che pur se assenti prima della tragedia che ha colpito Andrea Papi, adesso corrono ai ripari.
In sintesi, doveva scapparci il morto. Purtroppo. Un Ragazzo di 26 anni colpevole soltanto di aver fatto una passeggiata in un bosco, colpevole soltanto del disinteresse di chi ha voluto il ripopolamento plantigrado delle valli Trentine, ma si è dimenticato poi di monitorare e controllare l’evoluzione della specie.
In realtà l’Orso in Trentino è stato introdotto anche per avere una chance in più a livello turistico, per creare un’attrazione più unica che rara. Ma la cosa gli è, decisamente, sfuggita di mano e a pagarne le conseguenze è stato Andrea.
Toccanti le parole della mamma: «L’uccisione dell’Orso non mi ridarà mio figlio» parole uniche, cristalline, senza odio e senza vendetta.
La diffida dell’Ordine dei Veterinari
Oggi la diffida dell’ordine dei veterinari contro chi praticherà l’Eutanasia a Gaia. Un comunicato forte e diretto che in caso addosserebbe pesanti responsabilità a chi oserà praticare la puntura letale all’Orsa.
La situazione è veramente difficile. In molti si sono presi la responsabilità di ospitare Gaia. Addirittura l’indimenticabile Brigitte Bardot ha offerto il suo rifugio in Bulgaria, ma tutto come sempre, passerà nelle mani dei Giudici. Saranno Loro a caricarsi il pesante fardello decisionale del «procedere».
È indubbio che la politica del ripopolamento animale vada rivista con un’azione di politica e di Governo, è indubbio che tragedie del genere non dovranno più ripetersi, ma è anche indubbio che la soluzione non può passare attraverso la condanna a morte di una animale che ha agito per puro istinto e non certo con una volontà diretta di uccidere.
Non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo che l’uomo sia ancora responsabile della morte di Gaia. Di tragedie ce ne già stata una, quella della morte di Andrea, e mai la dimenticheremo, come mai dimenticheremo che l’orso fa parte del nostro eco-sistema e che non può essere soltanto un «peluche» da esibire per puri interessi commerciali.
Massimiliano Burri
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