FESTE DELL’UNITÀ

Non è questa l’alternanza
scuola-lavoro

In un articolo del 25 luglio dal titolo I flop, le liti e Veltroni morso da un cane avevamo bonariamente ironizzato sull’andamento delle Feste dell’Unità che in rapida sequenza avevano collezionato a Milano lamentele dei ristoratori per le scarsissime presenze, un’incidente diplomatico tra Bersani e Pisapia, per l’abbraccio di quest’ultimo a Maria Elena Boschi, e a Brescia la disavventura capitata all’ex sindaco di Roma.

Torniamo ora a occuparci delle Feste dell’Unità per una vicenda che riguarda Genova, della quale ha dato notizia il 25 agosto il quotidiano cittadino Il Secolo XIX.

Alla Festa dell’Unità della città della Lanterna le ragazze e ragazzi di un istituto alberghiero verrebbero utilizzati in alternanza scuola-lavoro, come cuochi in uno dei ristorante della kermesse. A denunciarlo è l’on. Giovanni Paglia di Sinistra Italiana il quale giustamente osserva che se il Pd ha bisogno di cuochi e di personale non volontario nei propri ristoranti è opportuno che «li cerchi, li assuma e li paghi».

«Una polemica superficiale, ingiusta e fine a se stessa» replicano i responsabili liguri del Pd, che spiegano che «Il progetto è stato sviluppato con Coop Liguria e Ipseoa Marco Polo. Gli studenti hanno modo di cimentarsi con la sfida, non da poco, di lavorare all’interno di un ristorante con un elevato numero di clienti. Se avessimo voluto utilizzare l’alternanza scuola-lavoro per scopi diversi dal semplice sostegno a una importante realtà formativa del territorio, non ne avremmo parlato. Abbiamo dato un’occasione a giovani studenti: questo è un merito, non una colpa».

Un giustificazione assai debole che innesca un la facile risposta del deputato di Si: «Capisco l’estremo calore di questo agosto, ma trovo incredibile – scrive Paglia – che non si comprenda come sia inaccettabile sotto ogni profilo utilizzare ore curriculari e obbligatorie di formazione in un’iniziativa politica di parte, per di più a scopo di autofinanziamento. Il fatto che avvenga nella festa del principale partito di governo cui appartiene la stessa ministra dell’Istruzione, aggiunge un problema». La vicenda sarà oggetto di un interrogazione parlamentare diretta proprio al ministro Valeria Fedeli.

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