Si è svolta sabato 29 ottobre a Torino una manifestazione contro la caccia promossa da «Tavolo Animali & Ambiente», che raggruppa le più importanti Associazioni ambientaliste e animaliste del Piemonte. L’innesco della protesta è l’ultimo episodio a Novello in provincia di Cuneo.
Alcuni cacciatori hanno aggredito Massimo Vacchetta, veterinario del Centro Recupero Ricci «La Ninna», che li stava riprendendo mentre sparavano troppo vicino alle abitazioni. Il malcapitato è finito in ospedale con 15 giorni di prognosi.
L’avvocato dei cacciatori difende gli aggressori sostenendo che l’uomo «armato» di telefono li ha «provocati e aggrediti».
Il tutto, mentre le Langhe promuovono i loro prodotti e il paese è pieno di turisti anche stranieri.
Sicurezza, proprietà, libertà, quiete pubblica sono diritti fondamentali dei cittadini, ma il Governo sembra dimenticarsene, intento a soddisfare la smania di uccidere di 500 mila cacciatori.
I rischi della libera caccia al cinghiale
Anche la storia che il via libera ai fucili sia dovuto al contrasto della Peste Suina Africana (Psa) sa tanto di scusa.
Atteso che solo i suidi (maiali e cinghiali) possono essere interessati dalla malattia, si mette a repentaglio la vita dei cittadini.
E sì, perché non sono sufficienti i «fatidici» 150 metri di distanza previsti dalla legge a proteggere la vita dei disgraziati che dovessero trovarsi sulla traiettoria dei proiettili delle armi usati da chi caccia i cinghiali!
Quelle usate dai «cinghialari» sono vere e proprie armi da guerra…
Il tutto peggiorerà con l’attuazione delle modifiche introdotte alla legge 157/92 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio).
La caccia ai cinghiali sarà libera, senza limiti di orario e di luogo, non sarà considerata attività venatoria.
Quando tutti gli italiani diventeranno «ostaggio» dei cacciatori, forse qualcuno aprirà gli occhi?
Dietro alla carica dei 500 mila ci sono le lobby delle armi, ci sono interessi economici. Non c’è nessuna tutela per i cittadini che perdono tutti i loro diritti in un sol colpo, con un proiettile calibro 12…
Ernesta Cambiotti