CRISI EPIDEMIOLOGICA E CRISI ECONOMICA

La disperazione
e la rabbia

Covid-19. Il sito dell'Inps non ha retto al numero degli utenti

 

In un periodo buio e incerto, qual è quello in cui ci ha immerso l’epidemia di Covid-19, gli italiani cercano affannosamente di vivere e sopravvivere. Ma Governo, Enti e Istituzioni non aiutano.

Non parlo dei singoli individui che eroicamente combattono ogni giorno contro un nemico tanto invisibile quanto pericoloso.

Gli accadimenti, tragici, che oggi viviamo con sopportazione, forse potevano essere contenuti?

Le decisioni vengono prese in ogni parte del mondo dai «capi» che poi sono «naturalmente» investiti delle responsabilità e degli effetti conseguenti.

In poche parole la responsabilità dei contagiati, dei morti e del baratro economico sono riconducibili a poche persone.

Questa storia lascia perplessi, dalla strana comparsa del virus Covid-19 alla gestione della pandemia scaturente.

In primo luogo la sottovalutazione dei dati epidemiologici, la creazione e gestione delle zone rosse, l’approvvigionamento di mezzi di protezione individuali, insomma una serie di mancanze gravi che rende la realtà ben più grave di quello che si racconta ufficialmente.

E allora i numeri dei contagiati dal Covid-19 non sono quello che ci vengono raccontati ogni giorno, come non lo sono quelli dei i morti.

Poi parliamo di impatto economico e qui andiamo peggio.

Se il sistema non è in grado di reggere la presentazione di semplici domande di indennizzo all’Inps, tanto da arrivare a parlare di attacchi degli hacker, che non giustifica, anzi peggiora il quadro, qualora fosse vero.

Un altro esempio, a fronte di risorse limitate per la Cig in deroga, ieri non era possibile presentare le domande per le aziende fino a cinque dipendenti, per un blocco, diciamo, tecnico.

Basterà questo a far capire agli italiani che qualcosa non va, che ci vogliono capacità, competenze, esperienza per gestire la «cosa pubblica»?

Oggi non è il caso di parlare di politica, ma sono i politici che governano, amministrano e nominano dirigenti e responsabili.

Non è solo un problema italiano, chiaro, ma intanto guardiamoci intorno: malati, morti e disperazione.

Questa disperazione, pensano veramente di calmarla con €600 euro o con altre misure comunque inadeguate?

La realtà dal punto di vista economico e psicologico è veramente drammatica, molto più di quello che si può immaginare, servirà ben altro e con più celerità.

Altrimenti il passaggio dalla disperazione alla rabbia, avverrà in un «battito di ciglia».

Ernesta Cambiotti

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