DOPO IL CASO PALAMARA

Chiarezza anche
nei Tribunali dei Minorenni

Il Caso Palamara e i problemi della giustizia minorile

 

La bufera che ha travolto Luca Palamara, ex Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), espulso ad oggi dalla stessa organizzazione ed ex membro del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm), della corrente Unicat, scoperchia e squarcia il velo sugli intrallazzi e sulla corruzione dilagante su ampia scala nel nostro territorio, da circa trent’anni. Il caso Palamara ha finalmente messo in luce un «sistema marcio e corrotto», incentrato sull’incrocio di telefonate fra giudici, avvocati e tecnici che non risparmia la magistratura che si occupa dei minori.

Il Caso Palamara e i problemi della giustizia minorilePenso all’inchiesta di Bibbiano, alle tante, troppe sentenze «inspiegabili» concluse spesso con un allontanamento ingiustificato dei bambini alle famiglie, come ampiamente denunciato in «Vite Strappate In Italia Dagli Anni ’70 ad oggi», il libro-inchiesta-autobiografico arricchito dalla prefazione della senatrice Paola Binetti.

Messo di fronte alle sue responsabilità Palamara contrattacca e tuona «Mai agito da solo. Non farò il capro espiatorio del sistema» ed ora trema quel sistema che per trent’anni ha permesso a filoni corrotti di manipolare le sentenze come le condanne.

Personalmente non ho aspettato che scoppiasse il caso Palamara. Era doveroso denunciare e ho denunciato. Sono diversa da tutti coloro che ho avuto intorno e che hanno agevolato per troppi anni questi giochi di potere. Ciò che sta avvenendo dà forza ulteriore e porta a dire che non ci si deve mai arrendere.

Tutto arriva: le bugie, i ricatti, le manipolazioni come anche le ritorsioni per chi denuncia, come anche i tranelli, ma il tempo è galantuomo, anche in questo caso sta implacabilmente restituendo tutto a tutti.

Lo strapotere di consulenti e tecnici ausiliari

Come ha ben spiegato l’avvocato Carlo Taormina: «Nei Tribunali dei Minorenni vi giungono magistrati che non hanno capacità o non hanno voglia di fare nulla. Vengono mandati lì dalle correnti dell’Anm perché ritenuti lo scarto della magistratura.

ll problema serio è che in realtà la magistratura minorile, per non avere fastidi, ha appaltato tutte le sue funzioni delle varie figure di ausiliari nei settori dell’affidamento dei minori, delle adozioni, dei tecnici con specifiche professionalità, delle indagini e dei controlli psichiatrici e psicologici, delle case famiglia, dei casi di violenza; ognuno di questi referenti fa quello che vuole ed i magistrati minorili firmano.

Il fatto è che ciascuno di questi riferimenti ausiliari corrisponde a grossi interessi economici per cui la corruttela è la caratteristica dilagante in tutti i Tribunali dei Minorenni».

I magistrati che approdano nei Tribunali dei Minorenni sono formati da Consiglio Superiore della Magistratura. I formatori più gettonati negli ultimi trent’anni sono stati i consulenti appartenenti al Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia, il cui metodo abituale è quello incentrato sulla convinzione che l’abuso sui minori (dal maltrattamento all’abuso sessuale) sia un fenomeno diffuso e sommerso che si consuma all’interno della famiglia.

Pregiudizi radicati verso le famiglie

Il minore che rimane bloccato in tale meccanismo-sistema è un figlio che si trova all’interno di una coppia in conflitto mentre è in corso una separazione o un divorzio.

Il giro economico che gravita intorno al sistema affidi è stimato in diversi miliardi di euro ed è un meccanismo ben tollerato da giudici e pubblici ministeri.

Incrociando ulteriormente i dati, si scopre che oltre 200 giudici minorili onorari avevano rapporti professionali ed economici con strutture che «accolgono» bambini.

Mi auguro che il caso Palamara porti ad un reale cambiamento nell’intera magistratura, con particolare riguardo al settore che mi vede direttamente coinvolta che è quello della tutela dei minori e delle loro famiglie.

Antonella Betti

 

TUTELA DEI MINORI

Per Bibbiano 26 richieste di rinvio a giudizio del 17 gennaio 2020

 

 

 

Lascia un commento