LA BEATIFICAZIONE DI CARLO ACUTIS

Presto Internet
avrà il suo Patrono

 

 

Il 10 ottobre 2020 ad Assisi Carlo Acutis è stato proclamato Beato. Era il 12 ottobre 2006, quando questo ragazzo straordinario, venne stroncato da una leucemia fulminante. Aveva 15 anni.

Carlo Acutis è Beato e sarà presto il Patrono di InternetLa Chiesa lo aveva dichiarato venerabile già nel 2018 e, in seguito, è stata ritenuta miracolosa la guarigione, non spiegabile scientificamente, avvenuta il 12 ottobre 2010 di Matheus, un bambino brasiliano di sei anni affetto da una grave malformazione del pancreas.

«I riccioli scuri accarezzati dal vento, l’accenno di un sorriso, uno sguardo di pace. Carlo Acutis – ha scritto nel sito del Vaticano Benedetta Capelli – è raffigurato così nel drappo che viene svelato non appena il cardinale Agostino Vallini, legato pontificio per le basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli in Assisi, pronuncia la formula di beatificazione.

Il tratto caratteristico di Carlo Acutis è senza dubbio il suo rapporto con la Rete. Questo ragazzone ha dimostrato come internet possa essere veicolo di «Bontà» invece che i soliti e incalzanti Odio e Cattiveria.

Internet è un mezzo molto potente, può condizionare e appiattire menti e pensieri. La frase del Beato Carlo: «tutti nascono originali, ma molti muoiono come fotocopie», rende benissimo l’idea.

Attraverso la Rete diffondeva la Fede

Nasce in una famiglia normale, dove la religione non ha un rilievo particolare, eppure Carlo, si sente chiamato a diffondere la fede e lo fa attraverso internet. È un genio del computer e forse diventerà il Patrono di Internet.

Può far sorridere qualcuno, ma l’uso distorto di questo mezzo è pericoloso, e il Bene e il Male ormai si affrontano e si sfidano su terreni diversi. Il Beato Carlo lo aveva capito.

Inoltre, si prodigava per i poveri, mostrando una determinatezza e una forza ben al di sopra della sua età. Amava la gente, gli animali. I suoi cani e gatti, ora sono con lui, come mostra in sogno ai suoi parenti.

Tanti i segni della sua intercessione correlata a eventi miracolosi dalla sua morte fino ad ora. Aveva previsto tutto, anche la sua morte, una vita in dono, per diffondere la fede.

Una giovane vita, che forse riuscirà a sottrarre qualche giovane al Male, prima che riesca a offuscarne la capacità di discernere e prima che possa essere travolto dall’ impietoso vortice di internet e dei social.

Perché tutto ha un senso, tutto ha uno scopo: una vita per la salvezza di tanti, per non farli morire fotocopie, specie se piene di «brutture».

Ernesta Cambiotti

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