AMBIENTE
Troppa siccità,
opportuno limitare la caccia

La prolungata siccità che ha colpito il nostro Paese, accompagnata da una stagione di incendi particolarmente intensa, ha messo a dura prova la resistenza delle specie selvatiche che vivono nei boschi italiani.

Per far fronte a questa emergenza, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), l’ente di ricerca italiano nato nel 2008 dall’accorpamento di tre precedenti organismi controllati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha inviato una nota alle Regioni e al Ministero dell’Ambiente nella quale raccomanda di limitare il più possibile la prossima stagione venatoria.

«I dati meteoclimatici – scrive l’Ispra – indicano che il 2017 è stato caratterizzato da una situazione decisamente critica caratterizzata da temperature massime assai elevate e prolungati periodi di siccità, che ha determinato in tutta Italia una situazione accentuata di stress in molti ecosistemi. (…) Tale situazione, anche aggravata da una drammatica espansione sia del numero degli incendi sia della superficie percorsa dal fuoco (+260%, rispetto alla media del decennio precedente), comporta una condizione di rischio per la conservazione della fauna in ampi settori del territorio nazionale». Pertanto, l’Istituto «ritiene che, in occasione della prossima apertura della stagione venatoria, vadano assunti provvedimenti cautelativi atti a evitare che popolazioni in condizioni di particolare vulnerabilità possano subire danni».

Sul piano pratico l’Ispra consiglia alle amministrazioni regionali Regioni le seguenti misure:
– sospendere l’allenamento dei cani da caccia;
– vietare la caccia da appostamento;
– posticipare all’inizio di ottobre o limitare numericamente la caccia agli Anatidi e altri uccelli da palude;
– limitare la pressione venatoria nel corso della stagione (ad esempio riduzione del periodo di caccia o limitazione del carniere consentito) relativamente alle specie non migratrici e alle specie oggetto di ripopolamento (come lepri o galliformi);
– vietare per due anni la caccia nelle zone colpite da incendi, oltre a quanto previsto dalla legge 353/2000, art. 210 c. 1 per le sole aree boscate.

Speriamo che il buon senso prevalga sulle pressioni delle associazioni venatorie. La sopravvivenza di tante specie animali dipende dalle decisioni che ogni singola Regione prenderà in merito.

Ernesta Cambiotti

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