10 FEBBRAIO. GIORNO DEL RICORDO

Un Museo per i martiri e gli esuli
dell’Italia perduta

Un Museo affiancherà il Giorno del Ricordo delle vittime delle Foibe e dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati

 

Il 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo delle vittime delle Foibe e dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati.

10 Febbraio, Giorno del Ricordo. Le terre italiane perdute dopo la Seconda guerra mondialeMa oggi non vorrei parlare dell’epurazione degli italiani, o della carneficina delle foibe. E nemmeno degli antefatti storici che traggono origine dalla Prima guerra mondiale. Come l’impresa di Fiume, nonostante la Reggenza del Carnaro rappresenti un’epopea rivoluzionaria, un esperimento di avanguardia sociale dall’indubbio fascino (qui un bell’articolo).

Quello su cui mi vorrei soffermare è la difficoltà in Italia di sviluppare una memoria condivisa.

Chi controlla il passato, controlla il presente

La riesumazione dei corpi degli italiani gettati in una foiba dai comunisti jugoslavi agli ordini del maresciallo Tito.La storia da maestra di vita e radice di identità, si trasforma spesso in appropriazione politica e ideologica.

Nello specifico, il cortile della storia del Secondo conflitto in Italia sembra scontare il possesso, che non è referenza o mero luogo di analisi, ma egemonia prima culturale poi storica, e quindi sociale e politica, del cosiddetto antifascismo militante, che in teoria dovrebbe avere al suo interno anche componenti liberali, cattoliche, bianche, ma che poi finisce per connotarsi in maniera monocromatica.

Questo approccio ideologico alla storia finisce per ridurla a vulgata per cui ogni cosa che vi si oppone viene etichettata come nemico. La logica del «nemico funzionale» può essere misurata poi da quante volte viene evocato a sproposito il «pericolo fascista».

Non sorprende, quindi, che la storia delle foibe abbia incontrato resistenze durature, soprattutto nel dopoguerra fino alla caduta del muro.

La riscoperta, ad opera fondamentalmente del partito oggi al governo è quindi un atto meritorio, con il «ma», di non utilizzare a propria volta il potere politico come censura preventiva e inibizione del dibattito, appiattimento e stroncatura del pensiero complesso, come è avvenuto e avviene in tanti altri ambiti.

Il fine è certamente quello di portare a quella pacificazione nazionale mai raggiunta sotto altri governi, e lo si può fare solo non ripetendo certi schemi.

Un esempio significativo

La foto della bambina divenuta simbolo dell'esodo dalla loro terra delle popolazioni istriane, giuliano e dalmateQuello che è accaduto con l’occupazione jugoslava di Fiume e dei territori italiani non deve vedere italiani contro italiani.

L’odio politico ci ha fatto essere manipolabili dall’esterno, vittime delle direttive dei due giganti che dal 1945 si sono spartiti il nostro paese.

Eppure, episodi controcorrente ci sono stati. Durante la corsa per la liberazione di Trieste, che vedeva in vantaggio i partigiani di Tito, lo stato maggiore dell’esercito italiano operante al fianco degli angloamericani avrebbe voluto sbarcare sulla costa istriana per tagliare la strada alle truppe di Tito.

I comandi alleati si opposero, temendo un conflitto all’interno dell’alleanza, nonostante gli americani non volessero l’occupazione di Trieste da parte dei comunisti per non dare loro troppo peso al processo di pace.

I comandi italiani, con l’assenso del Presidente Ivanoe Bonomi, cercarono così dei contatti con esponenti dell’Rsi tra cui il comandante della Decima Mas Valerio Borghese, per concordare una linea di azione.

Tale tentativo, pur se fallimentare, è altamente significativo della convergenza degli interessi nazionali che possono superare le barriere ideologiche.

Purtroppo, spesso è prevalso l’odio, l’ignominia, la demonizzazione, in una guerra civile permanente che dura, ancora.

A Roma il Museo del Ricordo

Per questo saluto con favore l’imminente nascita del Museo del Ricordo dedicato agli italiani e alle vittime delle foibe e di coloro che hanno subito la dittatura comunista di Tito. Sempre con le parole del Ministro Sangiuliano «Sono fiero che il governo di cui mi onoro di far parte abbia deciso di istituire questo museo a Roma e soprattutto che l’approvazione del Ddl arrivi a ridosso del 10 febbraio».

Da nipote di esuli che hanno perso tutto il frutto del loro lavoro da un momento all’altro, da figlio di una mamma portata via nascosta nella pancia di mia nonna impaurita da quello che si diceva sarebbe successo se… sono commosso dall’istituzione di un museo che, spero, possa farci sentire tutti, prima, italiani.

Armando Mantuano

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