WOLFGANG SCHIEDER, L’OMBRA DEL DUCE

Il fascismo italiano
come «modello» per la Germania

Wolfgang Schieder, L’ombra del duce, Viella Editrice

 

Nella prima metà degli anni Trenta del Novecento il regime fascista riscuoteva grande consenso in Italia ed era oggetto di attenzioni in tutto il mondo. In Europa stavano sorgendo in quasi tutti i paesi movimenti che si ispiravano al suo modello. Non faceva eccezione la Germania, oggetto del volume L’ombra del duce dello storico tedesco Wolfgang Schieder.

Hitler e Mussolini salutano la follaIl libro, pubblicato dalle edizioni Viella, nell’ambito della collana dell’Istituto storico germanico di Roma, riunisce undici saggi che indagano la percezione e l’accoglimento del fascismo in Germania, nonché le similitudini e le differenze con il nazionalsocialismo tedesco.

Non mancano alcune interessanti e innovative ricerche su aspetti specifici dei due regimi e su alcuni personaggi italiani e tedeschi che si impegnarono per favorire un interscambio fra i due movimenti politici.

Nell’ultimo capitolo, unitamente all’introduzione di carattere bibliografico, l’autore fa il punto sullo stato degli studi storici sul Fascismo italiano, il nazionalsocialismo tedesco e gli altri fascismi europei.

Un’analisi comparativa

Wolfgang Schieder condivide le conclusioni dei migliori studiosi della materia che si possono sintetizzare nel riconoscimento del carattere originale del Fascismo italiano, del suo essere stato il modello ispiratore degli altri movimenti fascisti europei, e nell’individuazione delle diverse fasi attraversate dai fascismi italiano e tedesco.

Entrambi erano nati come movimenti politici, divenuti inseguito prima partito e poi regime. E una volta conquistato il potere erano stati impegnati nel confronto con le élite conservatrici e con i propri equilibri interni.

L’approccio comparativo adottato dallo storico tedesco se mette in luce le affinità fra i due movimenti, sottolinea anche con grande chiarezza come il nazionalsocialismo dopo la conquista del potere abbia abbandonato il percorso comune trasformandosi in una dittatura di stampo totalitario, al punto da rendere del tutto improprio l’utilizzo del termine «nazifascismo».

Un definizione quasi scomparsa fra gli storici ma sempre in voga nella vulgata giornalistica.

In udienza dal Duce

Il giornalista e scrittore Emil Ludwig a colloquio con MussoliniNella prima parte del libro dedicata alla figura di Mussolini, oltre ad un profilo del duce del fascismo, ci sono due saggi dal carattere innovativo, il primo è un’analisi comparativa di come Mussolini e Hitler si presentavano davanti all’opinione pubblica, con particolare riguardo alle immagini ufficiali che dovevano caratterizzare le rispettive figure.

Il secondo illustra, sulla base delle testimonianze di personalità tedesche in visita dal duce, come le udienze pubbliche fossero organizzate e gestite per rafforzare l’immagine di Mussolini all’estero.

Lo studio sul meccanismo delle udienze, accompagnato stavolta dai resoconti di un buon numero di autorevoli visitatori tedeschi (la cui lettura sarebbe di sicuro interesse anche per il pubblico italiano), è stato pubblicato dall’autore in Germania con il titolo Mythos Mussolini. Deustche in Audienz beim Duce.

I tre saggi che compongono la seconda parte de L’ombra del duce, è dedicata allo studio comparato del Pnf e della Nsdap.

Carl Schmitt in Italia

Il giurista e filosofo Carl SchmittNella terza parte de L’ombra del duce, dopo l’approfondimento sul fascino che l’esperimento italiano aveva riscosso in Germania sono presentate tre personalità che nel corso della loro vita si sono spese per un avvicinamento fra i due movimenti politici Carl Schmitt, Erwin von Beckerath e Giuseppe Renzetti.

Mentre gli ultimi due sono noti unicamente ad un pubblico di studiosi, Carl Schmitt è un autore molto conosciuto, tuttora ristampato, e negli anni Ottanta del secolo scorso oggetto di un vero e proprio innamoramento da parte di un settore della sinistra italiana.

Durante il fascismo le idee di Schmitt furono apprezzate e diffuse dal gruppo di ideologi riuniti intorno alla rivista «Lo Stato» diretta da Carlo Costamagna.

E per tutta risposta avversate dalla corrente di pensiero opposta che faceva capo ad Ugo Spirito e ai cosiddetti «corporativismi integrali».

Dal canto suo il giurista e filosofo di Plettenberg era entusiasta del fascismo italiano. A suo giudizio Italia e Germania si trovavano «nel centro dell’Europa tra il liberalismo del vecchio Occidente e il collettivismo di un Oriente rivoluzionario su scala mondiale.

C’erano certo anche delle marcate differenze fra i due regimi ma ciò che per lui maggiormente contava era la «battaglia comune contro il bolscevismo e il capitalismo».

Vincenzo Fratta

 

 

Wolfgang Schieder
L’ombra del duce
Viella, pp.360

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