CALCIO EUROPA LEAGUE

Tifosi Giallorossi in apnea
per la finale con il Siviglia

Coppa Uefa, finale Roma-Siviglia. La scaramanzia dei tifosi

 

L’avvocato Giovanni Agnelli andava via dallo Stadio alla fine del primo tempo. Nessuno ha mai saputo il perché. C’era chi diceva per snobbismo, chi perché si stufava facilmente, ma i più erano convinti che lo facesse per una vera e propria forma di scaramanzia.

La coppa Uefa Europa LeagueSi racconta che durante una partita fu chiamato per una questione urgente fuori dallo stadio, proprio alla fine del primo tempo, mentre la sua Juve stava vincendo. Da quel giorno al duplice fischietto dell’arbitro al termine dei primi 45 minuti di gioco, Giovanni Agnelli prese l’abitudine di mollare tutto in ossequio alla forma più superstiziosa del fato. Ovvero non alterare le condizioni del momento vissuto.

In verità tutti siamo un po’ così e spesso ritorniamo sulle cose con la speranza di non influire negativamente con i nostri atteggiamenti mentali.

Una settimana «di passione»

A Roma è iniziata una settimana di passione. Mercoledì 31 maggio alle ore 21 i Giallorossi affronteranno il Siviglia nella finale di una delle competizioni più importanti d’Europa: la Coppa Uefa.

In città sono iniziati i riti scaramantici, ovvero un repertorio di gesti, parole, atteggiamenti e oggetti a cui si attribuisce il potere di scongiurare malefici e disgrazie o di propiziare il destino. Toccano ferro, oppure fanno le corna, evitando di parlare di una eventuale vittoria ma soprattutto dei festeggiamenti successivi.

Insomma una sorta di «non succede, ma se succede»… Per le strade non sono stati esposti striscioni, tantomeno bandiere. Tutto deve rimanere come se nulla fosse.

I Cugini laziali invece augurano alla squadra giallorossa di vincere… Ma sono sinceri? Per un romanista un augurio del genere porterebbe sventura, perché per molti gli auguri se non quelli del compleanno, portano «sfiga» in tutti i sensi, e allora è chiaro che ripartono gli scongiuri.

L’origine dei diversi scongiuri

Ma perché si tocca ferro? L’usanza di toccare ferro per scaramanzia si perde nei secoli e riguarda molti Paesi, soprattutto dell’area mediterranea.

La tradizione più nota si lega all’episodio di un santo inglese, Dunstano, cui il diavolo avrebbe chiesto di ferrare il suo cavallo. Il santo maniscalco avrebbe invece inchiodato il ferro agli zoccoli del diavolo, liberandolo solo in cambio della promessa che non sarebbe più entrato nelle case in cui fosse stato esposto un ferro di cavallo.

E le corna? Quel simbolo tanto «caro» ai Latini? Sono un simbolo di potenza e fertilità, legato alle propaggini degli animali con i quali possono combattere. Superstizione, formule.

Molti mettono in pratica i riti propiziatori, anche se nessuno ha il coraggio di confessarli. Il loro culmine si avrà mercoledì al fischio di inizio dell’arbitro.

Aspettando Roma-Siviglia

Qualche minuto prima dell’inizio di Roma-Siviglia i tifosi prenderanno posto innanzi al televisore, ben attenti a non cambiare posto se le cose volgeranno in bene, diversamente se sarà il contrario. Sarà un fluido, un’onda, una serie di campi magnetici che, in teoria, dovrebbero incanalare la fortuna sulla strada della vittoria romanista.

In pratica, parliamoci chiaro, sarà la squadra che dovrà risolvere il tutto, ma a metà strada tra il sacro e profano si vivrà anche di queste cose, che quantomeno daranno una speranza in più al tifoso contribuendo ad allentare una tensione.

«Una sudarella» che invaderà in tutta la città. D’altronde Noi romanisti e laziali queste occasioni le viviamo non troppo spesso. Al Nord ci sono più abituati…

Massimiliano Burri

 

 

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