SASSARI

Non confermata dalla Banca
perché madre

Una donna di 37 anni non è stata confermata dalla banca dove lavorava perché è diventata mamma. E’ quanto è successo a Giuseppina Naimoli di Sassari, assunta dal Banco di Sardegna fresca di laurea nel 2008 . «Ci dissero – racconta Giuseppina –  che ci assumevano con lo strumento del contratto di apprendistato solo per un risparmio iniziale e che dopo un massimo di quattro anni questo sarebbe stato trasformato in un contratto a tempo indeterminato».

Per lei invece, per via di tre proroghe, l’apprendistato è durato 7 anni, sino al febbraio del 2015 e si è concluso con il licenziamento. Unico caso tra i 200 colleghi figli di ex dipendenti dell’istituto di credito sardo assunti insieme a lei.

Una vera discriminazione. «Mi hanno cacciata – racconta la Naimoli – perché durante l’apprendistato ho avuto due gravidanze e mi sono assentata per la maternità. Ho goduto dei diritti previsti dalla legge, nulla di più. Per questo ora voglio giustizia». Giuseppina ha portato il Banco di Sardegna in tribunale: la causa ha segnato un primo punto a favore dell’istituto di credito, «ma la battaglia è lunga e io andrò sino in fondo», dice Giuseppina, assistita dall’avvocato Vittorio Perria.

«Il contratto da apprendista – spiega l’avvocato Perria che la rappresenta in giudizio – è definito dalla legge a tempo indeterminato ma ha una particolarità: il datore di lavoro può recedere dal rapporto senza spiegazioni. A meno che il lavoratore non lamenti una discriminazione. È questo il caso della mia assistita: noi riteniamo che la Banca l’abbia allontanata per via delle numerose assenze legate alle due maternità e alle malattie dei figli. Assenze recuperate sino all’ultimo giorno durante le proroghe dell’apprendistato. In caso di ipotesi di discriminazione il lavoratore ha diritto a una motivazione: il Banco di Sardegna sinora non ha voluto fornirla».

L’istituto di credito, interpellato sulla vicenda dal quotidiano La Nuova Sardegna, ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Il 27 ottobre è fissata la prossima udienza in tribunale a Sassari. «Io aspetto con fiducia», dice Giuseppina. Che poi ripensa al ministro e al Fertility day: «Il governo pensi a tutelare le donne e a fare in modo che i diritti delle madri non vengano calpestati. Altrimenti si parla di cose senza senso».

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