Quando nel 1869 il venticinquenne Friedrich Nietzsche (1844-1900) assunse la cattedra di filologia classica all’Università di Basilea il suo interesse si stava già spostando verso la filosofia. Ne sono testimonianza le lezioni sui dialoghi di Platone e i frammenti dei filosofi preplatonici che il giovane docente tenne per i suoi studenti, ora raccolte nel volume Plato amicus sed, edito da Mimesis.
Il curatore e traduttore Piero Di Giovanni, spiega che le lezioni su Platone e i preplatonici «non costituirono per Nietzsche una mera esercitazione accademica, ma furono il frutto di un persistente interesse per coloro che risultano essere i fondatori del pensiero occidentale».
Egli definì questi antichi pensatori come sapienti, Preplatonici più che Presocratici, in quanto considerava Platone e non Socrate il compimento della filosofia ellenica.
«I primi filosofi posseggono, ciascuno per proprio conto, una propria specificità e genuinità, mentre Platone possiede il carattere della complessità e della sistematicità. I primi sono dei sapienti, il secondo un filosofo vero e proprio».
I temi trattati da Platone in tutti i suoi dialoghi codificano la filosofia di ordine metafisico morale e la riflessione e costituiscono una sorta di preparazione alle opere della maturità del filosofo di Così parlò Zarathustra (1879-1889) nelle quali Nietzsche elabora un modello culturale del tutto personale, assumendo lo stile aforistico con le parole chiave di «volontà di potenza» (Wille zur Macht), «superuomo» (Übermensch), ed «eterno ritorno dell’uguale» (ewige Wiederkunft des Gleichen).
La comune visione aristocratica
Pur potendosi rintracciare nelle opere della maturità critiche a questo o quell’aspetto del pensiero dell’autore de la Repubblica e delle Leggi, Nietzsche considera Platone il filosofo perfetto. «Si tratta – spiega ancora Di Giovanni – di una visione aristocratica, che in Platone si sposa con la realtà sociale del suo tempo, mentre in Nietzsche diviene una scelta più meditata, in quanto il filosofo è colui che è chiamato a compiere la trasmutazione di ogni valore codificato a partire dalla crisi dell’Occidente».
Nella prima parte di Plato amicus sed, Nietzsche presenta la biografia di Platone e una scheda dei diversi dialoghi, mentre nella seconda parte traccia un altrettanto succinto compendio della filosofia platonica in 36 punti.
«Al centro del progetto di Platone – spiega ai suoi studenti il futuro autore di Umano troppo umano, Aurora ed Ecce Homo – bisogna porre la sua missione legislatrice. Egli si annovera tra i Solone, i Licurgo e così via. Tutto il suo agire è orientato a questo scopo, senza il quale l’esistenza gli diverrebbe odiosa. Il suo stile di vita mostra come egli intendesse costituire il modello da imitare: doveva vivere così per adeguarsi sempre meglio al suo ideale».
L’interesse di Nietzsche per l’uomo Platone che nell’Accademia sparge i semi per il futuro, e si serve della scrittura esclusivamente a questo fine, non può che richiamare alla mente l’immagine del suo Zarathustra che scende dalla montagna. Sperando che ad ascoltarlo non ci sia rimasto soltanto l’«ultimo uomo».
Vincenzo Fratta
Friedrich Nietzsche
Plato amicus sed
Mimesis, pp.203
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Sotto il segno di Platone del 21 ottobre 2020