FESTIVAL DI CANNES 2023

L’omaggio di Martin Scorsese
ai nativi americani

Le donne della nazione Osage in una scena del film di Martin Scorsese Killers of the flower moon

 

Martin Scorsese torna sul red carpet del Festival di Cannes per presentare fuori concorso il suo ultimo film Killers of the flower moon, nel quale il regista mette finalmente insieme per la prima volta i due attori a cui più spesso si è affidato nel corso della sua carriera: Leonardo Di Caprio e Robert De Niro.

Leonardo di Caprio, Lily Gladstone, Martin Scorsese e Robert De Niro sul red carpet di Cannes per Killers of the flower moonTutto era iniziato nel 2016 con In the audition, un corto di sedici minuti. De Niro e Di Caprio, convocati a Manila da Martin Scorsese, si contendevano senza esclusione di colpi il ruolo da protagonista in un ipotetico film.

Proprio quell’anno usciva Gli assassini della terra rossa di David Grann, il libro da cui è tratto il film che sette anni dopo riunisce il maestro italoamericano ai suoi due attori di punta.

I  film di Martin Scorsese con De Niro

Il primo film di De Niro con Scorsese come regista è stato Mean Streets, nel lontano 1973. Ce ne sarebbero stati altri dieci: Taxi Driver, New York, Toro scatenato, Re per una notte, Quei bravi ragazzi, Il promontorio della paura, Casinò, The Audition; The Irishman e, adesso, Killers of the flower moon.

Il primo film di Di Caprio con Scorsese è stato, invece, l’epico Gangs of New York (2002), a cui seguirono negli anni successivi altri capolavori: il biografico The Aviator (2004), The Departed (2006), che vinse l’Academy come Miglior Film, l’inquietante thriller psicologico Shutter Island (2010), il dissacrante The Wolf of Wall Street (2013).

Scorsese in questo nuovo film ha dunque diretto il divo di Titanic per la sesta volta, anzi settima se consideriamo anche il cortometraggio The Audition con la co-star della pellicola Robert De Niro.

E fu quest’ultimo che segnalò a Scorsese il giovane talento quando lavorò con l’allora diciottenne Leonardo in Voglia di ricominciare nel 1993 definendo la sua performance «incredibile».

L’incontro con Leonardo Di Caprio

Robert De Niro e Leonardo Di Caprio in una scena di Killers of flower moonQuella, 30 anni fa, fu la prima scintilla artistica a scoccare tra i due. Scintilla che ci mise quasi un decennio a prendere definitivamente fuoco: nel 2002, Scorsese decise di prenderlo per la prima volta in un suo film, Gangs of New York. Da allora quel fuoco non si è mai più spento.

I 5 film precedenti Killers of flower moon che hanno girato insieme hanno collezionato 31 nomination agli Oscar, vincendone nove, e portando nelle casse del botteghino un totale di 1,3 miliardi di dollari.

Il loro non è soltanto un legame d’arte ma anche un legame di profonda amicizia.

E Di Caprio, quando gli era appena stato consegnato il premio più ambito per un attore, l’Oscar come Miglior Attore Protagonista per The Revenant, non ha potuto, durante il suo discorso, non rivolgere il pensiero al Maestro: «Devo ringraziare tutti fin dall’inizio della mia carriera… Scorsese per avermi insegnato così tanto sulla forma d’arte cinematografica».

D’altronde l’ormai 80enne regista è stato un grande Maestro non solo per Di Caprio ma anche per il volto simbolo di Taxi Driver, De Niro, e per tutti quelli che hanno avuto la fortuna di lavorare con lui.

Da quando vinse la Palma d’Oro con Taxi Driver nel 1976, e quella di miglior regista nel 1986 con Fuori orario non ha più bisogno di presentazioni. Non è più tornato nella Selezione Ufficiale, ed è un vero e proprio evento quello accaduto quest’anno.

Il cast di «Killers of the flower moon»

Leonardo Di Caprio e Lily Gladstone Killers of flower moonOltre a Di Caprio e De Niro, nel cast di Killers of the flower moon ci sono Brendan Fraser fresco vincitore dell’Oscar 2023 come Miglior Attore Protagonista per The Whale e Jesse Plemons candidato per il migliore attore non protagonista per Il potere del cane. Insieme a loro John Litgow, Tantoo Cardinal e Lily Gladstone.

L’attrice è di origine nativa americana e insieme al cast ha sfilato sul tappeto rosso di Cannes una folta rappresentanza della Nazione Osage che ha preso parte al film, con in testa il loro capo Geoffrey Standing Bear. Gli uomini indossavano sopra lo smoking le coloratissime coperte tradizionali per cui sono famosi.

La pellicola, lunga tre ore e mezza, tocca infatti una delle pagine più controverse della storia statunitense.

Il «burattinaio» Hale e la pedina Ernest sono due diabolici manipolatori accecati dal denaro che tessono una tela sempre più fitta, dentro cui rimangono intrappolate le loro vittime.

L’attrice americana interpreta Molly, moglie di Ernest di origine Osage, e la prima ad essere colpita dalle conseguenze della scoperta di giacimenti petroliferi sotto le terre dei suoi antenati.

Le donne vengono decimate una a una. Mollie viene drogata dal marito e la sua condizione mentale e psichica subisce un progressivo declino, proprio come la sua popolazione che perde un pezzo dopo l’altro.

La sua famiglia viene sterminata e quella condizione dilaniante la spinge a Washington per assoldare un detective interpretato da Jesse Plemons. L’Fbi indagherà sulle morti sospette.

Un omaggio ai nativi americani

Lily Gladstone e Leonardo Di Caprio in Killers of flower moon di Martin ScorseseL’ultima parte del gangster movie di Scorsese è dedicata al processo e costituisce un toccante omaggio ai nativi americani e una riflessione sul senso di colpa per il loro lo sterminio da parte degli Yankees.

Ma la sua è soprattutto una riflessione sul predominio del più forte sul più debole e sulle minoranze. Tale predominio è stato, nel passato, e continua ad essere tutt’ora nel presente, fonte di ingiustizie e di sopraffazioni.

Martin Scorsese ci conduce lentamente dentro la psicologia più meschina e disumana dell’essere umano, assetato di potere.

«King», così Hale viene chiamato dal nipote succube, ed è tutto dire, regala a De Niro una delle sue indimenticabili performance in cui scatena tutta la forza distruttrice di cui è capace un essere umano.

È la forza distruttrice che l’uomo tende ad esercitare su ogni essere vivente più debole sia esso un animale, un vegetale, un uomo o una donna poco importa.

Ciò che importa è che fino a quando ci sarà una minoranza o anche un solo essere vivente più debole oggetto della brama di potere del più forte dovremo assistere al triste ripetersi nel corso della storia del cosiddetto «regno del terrore».

Con questo nome è nota sequenza di omicidi brutali, e misteriosi che insanguinarono la nazione Osage negli anni Venti del Novecento.

Angela Alizzi

 

AL FESTIVAL DI CANNES 2023

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