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Vargas Llosa e Tony Raful
tra politica e letteratura

Mario Vargas Llosa con Tony Raful a Più Libri Più Liberi

 

Piatto forte della seconda giornata della manifestazione Più Libri Più Libri in corso di svolgimento dal 4 all’8 dicembre nella suggestiva Nuvola nel quartiere romano dell’Eur, è stata la conversazione tra il premio Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa e l’Ambasciatore della Repubblica Dominicana in Italia Tony Raful Tejada.

Mario Vargas Llosa con Tony Raful a Più Libri Più LiberiLo scrittore peruviano naturalizzato spagnolo, presidente della giuria del Premio letterario 2021 dell’Istituto Italo Latino Americano, dopo aver premiato per il miglior libro la scrittrice argentina Samanta Schweblin, per il libro Kentuki, e l’italiana Laura Scarabelli per la migliore traduzione, ha raccontato della genesi della sua opera Tempi duri, originata proprio da una sollecitazione dell’attuale ambasciatore Raful poi divenuta libro nel 2019.

L’ambasciatore Raful ha spiegato che l’attività criminale del dittatore Rafael Trujillo si dispiegava ben oltre la Repubblica Domenicana interessando diversi paesi del Centro America e gli stessi Stati Uniti.

In particolare il dittatore dominicano aveva pesantemente interferito nelle vicende interne del Guatemala che nel 1954 soffrirà prima un colpo di stato appoggiato dalla Cia per deporre Jacobo Árbenze e poi assisterà alla morte del suo successore.

Dal colloquio fra Raful e Llosa, che già aveva descritto il regime di Trujillo nel precedente La festa del Caprone, nacque l’idea di approfondire la vicenda narrata poi in Tempi duri.

Un libro che insieme alla godibilissima prosa di Vargas Llosa ci spinge ancora una volta alla riflessione sul ruolo degli Usa nelle vicende dell’America Latina negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso.

Vincenzo Fratta

 

 

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