PITTURA. LUIGI CAFLISCH

I colori
di cielo e terra

Il pittore Luigi Caflisch nel giardino della sua casa di Bracciano

 

Incontriamo nella sua casa di Bracciano il pittore Luigi Caflisch, del quale la casa editrice Gangemi ha appena pubblicato il volume Colori di cielo e terra curato da Paolo Biscottini.

Luigi Caflisch, Angelo barocco, olio su tela , cm 100 x 70Il libro contiene una selezione di opere realizzate tra il 2009 e il 2023, inquadrate nel percorso artistico di Luigi Caflisch da una postfazione di Mariano Apa.

Nato nel 1961 a Forlì, Luigi Caflisch ha vissuto in Sicilia e poi in Svizzera prima di radicarsi nel Lazio, dove si fa la spola tra Roma e Bracciano. Fondamentali nel suo percorso artistico gli studi compiuti a Catania e poi all’Accademia delle Belle Arti di Roma. E, dopo il diploma, il semestre di perfezionamento in Germania a Düsseldorf. Nel 1992 arriva la laurea in Storia dell’Arte alla Sapienza di Roma.

Nel corso degli anni Luigi Caflisch ha esposto i suoi quadri, i disegni e le incisioni, ― una tecnica appresa a Catania e approfondita frequentando i corsi della Calcografia Nazionale ― in tutte le città dove ha vissuto.

Il volume «Colori di cielo e terra» ripercorre i due più recenti cicli pittorici dell’autore. Ci sono i dipinti ad olio realizzati a Bracciano che rileggono temi mitologici legati alla terra. Seguono i Colori del cielo, realizzati ad Anticoli Corrado.

L'artista luigi Caflisch ritratto al cavalletto dal fotografo Raimondo LucianiQui il tema ricorrente sono gli Angeli. Luigi Caflisch è stato «sedotto dagli angeli» secondo la felice espressione di Carlo Fabrizio Carli. «Non quelli espressi dalla sensibilità medievale ― ha spiegato il critico d’arte ―, e neppure da quella del primo rinascimento, con le loro mirabili, soffici ali, dalle effigie spirituali dell’Angelico (…). A coinvolgere il nostro pittore sono invece quelli barocchi, di cui Roma, patria adottiva dell’italo-svizzero Caflisch, è gremita».

In entrambi i cicli pittorici i fili conduttori che guidano il pennello sono il mito, il mistero e il sacro che l’artista interpreta in maniera libera, le figure di Ninfe inserite in una cornice naturale, gli Angeli su un fondo per lo più astratto, come ben evidenzia il curatore del libro Paolo Biscottini.

Cosa rappresenta per Luigi Caflisch la pubblicazione di «Colori di cielo e terra»?

Credo che il libro dia una buona possibilità di conoscere la mia pittura per chi non aveva ancora visto qualcuna delle mie mostre. Colori di cielo e terra segue di 18 anni il primo libro che si intitolava La pittura riemersa tra segno e colore del 2005. Mancano soltanto i quadri di un periodo intermedio, in cui ho dipinto «Le tre Grazie».

Che cos’è per lei l’arte?

L’arte, e intendo pittura e scultura, non è a mio avviso quello che propongono le mostre immersive multimediali o certe opere divulgative inutili. È piuttosto una scoperta silenziosa che si fa disegnando dal vero, andando a cercare un quadro in una chiesa di paese, stando del tempo con un artista e visitando il suo studio. Le inaugurazioni, il glamour, la comunicazione, sono belle cose ma non la sostanza.

Lei si definisce un artista contemporaneo?

Essere contemporanei mi sembra non dipenda dal fatto che non si usano i mezzi tradizionali della pittura e i soggetti trattati nel passato. Anzi, essere contemporanei significa sapere in quale forma ci si esprime proprio con quei mezzi e quei temi.

Una pittura che non è astratta è una pittura contemporanea se si avvale del modo proprio di esprimersi. Un modo che mi appartiene, lontano dallo sbiadito fare illustrativo ma lontano anche dal vecchio sperimentale.

Il vero progredire è il lavoro costante col colore, il provare nuove combinazioni con i vari materiali ― olio, acquerello, pastelli ― verso una compiuta forma di bellezza in una continua sfida con me stesso.

Vincenzo Fratta

 

 

Luigi Caflisch
Colori di cielo e terra
Gangemi, pp.80

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