ANDREA NICASTRO

L’assedio,
il romanzo di Mariupol

Il Teatro di Mariupol distrutto dalle bombe russe il 16 marzo. Rimasero uccise 600 persone che vi si erano rifugiate

 

Come ci si sente a vedere la propria città distrutta giorno dopo giorno dalle bombe del nemico? Che cosa fa decidere di abbandonare tutto e fuggire via, oppure di restare sperando di rimanere vivi? È quanto prova a raccontare Andrea Nicastro con L’assedio. Il romanzo di Mariupol, edito da Solferino.

Mariupol distrutta dai russiLa città di Mariupol, 450mila abitanti, principale porto sul mar d’Azov, è stato uno dei primi obiettivi dell’invasione russa cominciata il 24 febbraio 2022. Fin dal giorno successivo i russi con truppe salite dalla Crimea e scese dalla regione del Doneck ha stretto dall’assedio Mariupol in un assedio che durerà ben 82 giorni.

Il 21 aprile la città capitola, ad eccezione della zona del complesso industriale Azovstal, difeso dal Reggimento Azov e da un reparto della Marina ucraina. Seguono settimane di durissimi combattimenti fra le forze russe e ucraine nell’impianto dell’acciaieria.

Tra il 16 e il 20 maggio i militari ucraini superstiti dopo l’ordine di resa dato dal governo di Kyïv cessano la resistenza e si arrendono, divenendo prigionieri di guerra delle truppe russe e delle milizie filo-russe dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Doneck.

Una realtà più cruda della finzione

Inviato speciale del Corriere della Sera in molti scenari di guerra, Andrea Nicastro ha scelto di raccontare il dramma di Mariupol in forma di romanzo, nel quale le storie vere condivise nei giorni dell’assedio sono intrecciate con vicende rielaborate da diari inediti, interviste, incontri con i sopravvissuti.

Una scelta che oltre a dare fluidità alla narrazione permette all’autore di risparmiare al lettore i dettagli più crudi, che paradossalmente potrebbero sembrare più inverosimili. Perché, spiega Nicastro, «credere alla realtà è più difficile che credere a ciò che creiamo con la fantasia».

Nelle pagine si susseguono il fragore delle bombe, l’attesa nei rifugi, l’abbrutimento dei combattimenti, la vitalità come la generosità che permettono di sopravvivere. Mentre alcune vicende vedono protagonisti anche i soldati invasori e i loro familiari.

Il sacrificio dei difensori di Mariupol

La ricostruzione dell’andamento propriamente bellico dell’assedio di Mariupol, culminato con l’eroica resistenza del battaglione Azov asserragliati nell’acciaieria Azovstal non è oggetto del libro.

Il sacrificio dei difensori di Mariupol viene ricordato attraverso le amare considerazioni della dottoressa responsabile del «reparto» chirurgico, costretta dalle condizioni in cui opera ad amputare braccia e gambe che in situazioni normali avrebbe potuto salvare. Per l’adempimento del suo dovere di medico la donna pagherà anche un prezzo personale altissimo.

Il coraggio e la determinazione con le quali l’intero popolo ucraino sta resistendo all’invasore sono rappresentati simbolicamente − nel capitolo a mio avviso più significativo del libro di Andra Nicastro −, proprio dalle parole di uno dei soldati finiti sul tavolo operatorio allestito nei sotterranei dell’acciaieria: «Quando ho deciso di restare a Mariupol ho stabilito che la mia vita era sacrificabile. Figurarsi un braccio. Il mio braccio è come le costole del pugile. Da sacrificare per la vittoria.

Quindi faccia quel che deve. Slava Ukraini. Gloria agli eroi. Vinceremo».

Marco Scauro

 

 

Andrea Nicastro, L'assedio, Solferino

 

Andrea Nicastro
L’assedio
Solferino, pp.270

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