LA MORTE DI LANDO BUZZANCA

Addio
Merlo maschio

L'attore Lando Buzzanca morto il 18 dicembre 2022 a 87 anni

 

È morto ad 87 anni il «merlo maschio», Lando Buzzanca, l’attore che meglio di chiunque altro aveva impersonato lo stereotipo dell’uomo siciliano passionale e geloso.

Lando Buzzanca arrivato al successo con negli anni Settanta«Ho interpretato 110 film – raccontava – ma fin dall’inizio ho sempre scelto, ho sempre voluto fare l’attore. Anche quando non ero nessuno ed ero al verde. Avevo 500 mila lire in tasca che mi aveva dato di nascosto mia madre, ma sono finiti in fretta, ho dormito per strada, ho mangiato alla Caritas, volevo fare il cinema, facevo piccole comparsate, ma sapevo che non bastava».

E l’esordio al cinema arriva nel 1959 proprio in una piccola parte di uno schiavo in un film storico, Ben-Hur. Gerlando Buzzanca, detto Lando, nasce a Palermo il 24 agosto 1935 da una famiglia di attori. A 17 anni si trasferisce a Roma. Studia recitazione alla celebre Accademia Sharoff tra un lavoro saltuario e l’altro. Fa il cameriere ma anche il gigolò.

Le commedie «sexy» degli anni Settanta

Lando Buzzanca in una pellicola degli anni SettantaIl successo non tarda ad arrivare con Il merlo maschio del 1971, commedia sexy all’italiana diretta da Pasquale Festa Campanile con Laura Antonelli. L’attore si era pian piano creato un suo personaggio, quello del provinciale amante delle donne e spesso poco furbo, un personaggio che lo aveva portato a collaborare, dopo gli inizi difficili, anche con grandi registi.

L’occasione giusta arriva nel 1961 con Pietro Germi che lo sceglie per il ruolo di Rosario Mulè in Divorzio all’italiana. L’anno dopo è ancora Pietro Germi a regalargli una grande parte, quella del fratello di Stefania Sandrelli in Sedotta e abbandonata.

Nel 1963 appare al fianco di Catherine Spaak in La parmigiana di Antonio Pietrangeli interpretando l’ottuso fidanzato della protagonista fino ad arrivare alla svolta nel 1971 con il già citato Il merlo maschio che ha dato una svolta decisiva alla sua carriera.

Ma gli anni ’70 oltre al successo cinematografico arriva anche quello televisivo in coppia con Delia Scala in Signore e signora con il tormentone «mi vien che ridere». «Una delle cose più belle della mia vita» ha dichiarato Buzzanca facendo riferimento proprio a questo sodalizio artistico con la bella Delia.

Tra la fine degli anni Sessanta e i Settanta, Lando collabora più volte con un altro grande regista della sua carriera: Lucio Fulci. Insieme i due girano tre film: Operazione San Pietro, Nonostante le apparenze e Purché la nazione non lo sappia.

Il successo in tv con «Mio figlio»

Lando Buzzanca con Elena Bouryka nella serie tv 'Mio figlio'Dopo un periodo in cui gli viene dato poco spazio nel cinema, negli anni ’80, compensato però con il successo in radio e in teatro e con una delle sue migliori sortite cinematografiche in Secondo Ponzio Pilato di Luigi Magni, Buzzanca era poi tornato alla ribalta in tv nel 2005 con il successo della miniserie di Rai1 Mio figlio.

Nella serie, nata da un’idea dello stesso Buzzanca, l’attore interpreta un poliziotto, il Commissario Vivaldi, padre di un ragazzo gay. Mio figlio viene visto da oltre 8 milioni di spettatori e con punte di share del 30%.

Nel 2007 raccoglie il plauso anche della critica per la sua interpretazione nel lungometraggio I Viceré di Roberto Faenza. La partecipazione al film gli garantisce la vittoria di un Globo d’oro e la nomination al «David di Donatello» come miglior attore protagonista.

Nel 2010 dopo la morte della moglie perde tuttavia la voglia di vivere tanto che nel 2013 tenta anche di togliersi la vita, non riuscendoci. L’aveva sposata nel 1956 e con lei aveva vissuto per ben 57 anni.

A salvarlo dal baratro fu l’incontro con la sua nuova compagna Francesca Della Valle di 35 anni più giovane che ha avuto una dura reazione alla sua morte: Tutto quello che ho fatto finora è nulla rispetto a quello che farò: da oltre un anno e mezzo denuncio il fatto che avevano abbandonato Lando in una Rsa contro la sua volontà. A ciò si contrappongono menzogne e calunnie di chi vuole nascondere la verità: è stato ammazzato dall’applicazione della legge 604. quella sull’amministratore di sostegno, voluta da chi gli era accanto. L’ho visto il primo dicembre ed era migliorato, poi in 17 giorni di hospice è peggiorato».

L’attore si è spento a Villa Speranza a Roma dove era ricoverato da circa un mese. Al di là degli acciacchi, cadute, malattie e polemiche che hanno caratterizzato la parte finale della sua vita nella sua lunga carriera ci ha lasciato una carrellata di indimenticabili personaggi che ci hanno fatto tanto ridere ed anche un po’ piangere. Addio «merlo maschio»!

Angela Alizzi

 

 

 

 

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