UNO SGUARDO SUL CAMPIONATO

La Juve batte l’Inter
e va in testa

 

Siamo alla settima giornata e già emergono alcune chiare indicazioni, il Milan, per esempio, continua ancora ad annaspare, stavolta contro il Genoa, malgrado una vittoria portata a casa grazie ad un rigore parato da Reina nel finale. È notizia di oggi dell’esonero di Giampaolo e dell’arrivo di Pioli, l’obiettivo principale sarebbe stato Spalletti ma sarebbe stato costosissimo, il tecnico toscano ha ancora due anni di contratto a nove milioni netti con l’Inter, lussi che questo Milan evidentemente non si può permettere.

Alle spalle delle prime, annaspano ancora Lazio e Roma, rispettivamente contro Bologna e Cagliari. Pareggio 2-2 per i laziali contro i rossoblu di Mihailovic, con i biancocelesti sempre a rincorrere i vantaggi del Bologna. In spolvero Immobile, autore di una doppietta, male Correa, che, dopo aver preteso di tirare un rigore, lo calcia sulla traversa un rigore a 2 minuti dal termine. Immobile ancora sostituito (la quinta volta quest’anno) stavolta sopporta, ma voci d corridoio lo danno enormemente seccato. Inzaghi ha un punto in meno rispetto la deludente stagione dello scorso anno, pur avendo avuto un calendario più favorevole, Lotito è irritato, e sempre più convinto di aver messo nelle mani del tecnico una qualità della rosa che vale più della posizione in classifica occupata.

Pareggio 1-1 di una Roma in netta ripresa, malgrado le assenze, ma pesantemente danneggiata dalle decisioni arbitrali, che, al di là del rigore contro e del gol annullato nel finale, si sono rivelate ostili per tutta la durata dell’incontro, in particolar modo nella gestione dei falli. Fonseca è stato espulso a fine partita per «comportamento irriguardoso» nei contronti del giudice di gara, ma credo che in quei momenti concitati abbia interpretato e messo in opera tutta l’amarezza dei tifosi romanisti che si sono visti depredare di una vittoria meritata.

Nulla di faticoso invece per l’Atalanta, 3-1 sul Lecce, che, delusioni europee a parte, sembra un rullo compressore e si conferma team di alto livello e pretendente di assoluto rispetto per un posto in Champions anche il prossimo anno.

Montella sembra aver chiuso definitivamente con la sua serie nera e la sua Fiorentina infila il terzo successo di fila a spese dell’Udinese, riprendendo quota nella zona medio alta della classifica.

I tifosi napoletani che continuano, a mio avviso giustamente, a sentirsi orfani di Sarri sono sempre più delusi dalla loro squadra (e dal suo allenatore) che va ad impattare contro il Torino in una partita senza gol, anche se le occasioni non sono mancate da una parte e dall’altra. L’investimento su Ancelotti, a mio avviso un mister abbondantemente sopravvalutato che tra l’altro ovunque vada pretende che con lui venga assunto anche il figlio come secondo, non ha dato i frutti sperati malgrado delle campagne acquisti di qualità, ora è quarta in classifica superata anche dall’Atalanta.

A chiudere il big match della settima giornata tra Inter e Juventus, detto derby d’Italia. Partita combattuta tra due grandi squadre, ma alla fine la spunta quella che innegabilmente ha l’ossatura migliore, più collaudata ed esperta, e dispone di una vasta gamma di scelta anche in panchina. Grande gol di Dybala all’inizio pareggiato da un rigore messo a segno dal «Toro» Martinez. Poi nella ripresa Sarri azzecca il cambio, manda in campo Higuain al posto di Bernardeschi ed è proprio il «Pipita» a regalare nel finale la vittoria alla Juve con un gol da fuoriclasse.

Malgrado perda di misura delude l’Inter il cui gioco non va più in là di un super aggressivo catenaccio moderno costruito da Conte, delude soprattutto quello che ho sempre ritenuto essere l’ennesimo bidone acquistato dall’Inter, il centravanti Lukaku, pagato 80 milioni con stratosferico ingaggio a nove milioni netti per cinque anni.

Viene da pensare su chi gestisce la cassa in questa squadra, che ultimamente ha «regalato» Zaniolo alla Roma per appena cinque milioni (adesso ne vale 50), ha acquistato, sempre dalla Roma Naingoolan a 40 milioni (praticamente regalato adesso al Cagliari) e si è intestardita quest’estate a non voler dare alla Roma quei (appena) tre milioni in più per la compravendita di Dzeko che sarebbe stato di tutt’altro livello rispetto a Lukaku. Senza contare poi della querelle con Icardi (e moglie…) che ha fatto deprezzare il valore del giocatore.

Una volta, negli anni Settanta, quando c’erano dei presidenti di calcio che spendevano dissennatamente venivano etichettati come i «ricchi scemi». Per la serie… «a volte ritornano»!

Marco Biccheri

Lascia un commento