IN MOSTRA: «RES RUSTICA» AL MANN

Gli antichi romani?
Vegetariani

 

I romani erano vegetariani! Infatti datteri, fave, legumi erano i cibi che imbandivano le tavole di Pompei nel 79 dopo Cristo. L’anno della tragica eruzione. Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann) fino a febbraio 2019 la mostra Res Rustica porta di nuovo all’attenzione del pubblico, dopo più di trenta anni, la collezione dei cosiddetti di «commestibili».

Molto interessante l’allestimento dedicato alla ricostruzione della tavola quotidiana di Pompei nel giorno dell’eruzione così come raffigurata negli affreschi conservati proprio al Mann. Dalla vite all’olivo, dal fico al melograno, dai cereali ai legumi. Accanto alla tavola, una decina di affreschi pompeiani tutti dedicati al cibo con rappresentazioni di frutta, ortaggi e oggetti per la cucina: pentole, stampi, brocche, anfore per il vino, l’olio, l’anfora con il Garum (una salsa salata liquida di interiora di pesce). La celebre stadera di Pompei in bronzo, arnesi come zappe e falci.

La dieta vegetariana infatti era la base del vitto quotidiano in tutta l’antichità. È notizia di questi giorni che anche i gladiatori si alimentavano con una dieta che definiremmo molto moderna. Alimenti per lo più vegetali. Una sola stranezza: una bevanda a base di cenere da prendere dopo l’allenamento o dopo i combattimenti per rinvigorirsi.

I gladiatori, possenti e forzuti ma anche agili e resistenti si alimentavano con una dieta di base proprio vegana. Questo stando ai risultati di una ricerca che ha preso in esame le ossa di guerrieri rinvenute nel corso di scavi effettuati presso l’antica città di Efeso, in Asia Minore. Fonti storiche affermano che questi lottatori del passato avevano una dieta basata soprattutto su cereali e fagioli. Nelle descrizioni venivano chiamati «hordearii», ossia mangiatori di orzo.

Lo studio è stato curato dal Dipartimento di Medicina Forense presso la MedUni di Vienna, in collaborazione con il Dipartimento di Antropologia dell’Istituto di Medicina Forense dell’Università di Berna. Sono stati analizzati resti provenienti da un cimitero rinvenuto soltanto nel vicino 1993. Le ossa appartenevano a cinquantatré individui, ventidue erano gladiatori, tutti vissuti tra il II e il III secolo d.C., ad Efeso l’allora capitale della provincia romana di Asia che arrivò a contare oltre duecentomila abitanti.

Esami spettrografici delle ossa rinvenute hanno potuto misurare le proporzioni di isotopi stabili di carbonio, azoto e zolfo presenti nel collagene delle ossa, oltre ai livelli di stronzio e calcio contenuti nella parte minerale dei resti. I risultati hanno quindi confermato che i gladiatori avevano una dieta prevalentemente vegetale. Non essendoci alcuna differenza tra composizione delle ossa dei gladiatori ed il resto della popolazione, in realtà non c’era alcuna differenza fra la dieta di questi atleti e quella della popolazione.

I pasti principali erano a base di cereali. La carne era un lusso riservato a pochissimi. I nostri avi si alimentavano principalmente di cereali, legumi o frutta secca, soprattutto fichi. Forse una certa quantità di latticini era introdotta nella dieta sporadicamente. Sicuramente un po’ di miele era gradito.

L’unica differenza macroscopica riscontrata dai risultati delle analisi condotte dai ricercatori è stata riscontrata nella misurazione della quantità di stronzio nelle ossa. I gladiatori ne avevano una significativa concentrazione maggiore. Motivo? I ricercatori hanno collegato la differenza dei valori all’apporto di sali minerali, tra i quali lo stronzio, contenuto nella bevanda a base di cenere, ricca di stronzio e calcio. Insomma anche i gladiatori avevano il loro Gatorade.

Lino Rialti

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