GIACOMO MARIA PRATI

Iperborei,
il primo mito

Giacomo Maria Prati, Iperborei, Passaggio al Bosco

 

Nell’interessante e variegato catalogo della casa editrice Passaggio al Bosco, arricchito settimana dopo settimana di nuovi titoli, arriva ora il saggio di Giacomo Maria Prati, Iperborei. Il primo mito.

L'isola degli Iperborei al polo NordSi tratta di un testo non facile, per inquadrare il quale ricorriamo ad una citazione di Julius Evola. «Secondo la tradizione — spiega l’autore di Rivolta contro il mondo moderno —, in un’epoca dell’alta preistoria, che viene a corrispondere alla stessa età dell’oro o dell’essere, la simbolica isola o terra polare sarebbe stata una regione reale situata nel settentrione, nella zona dove oggi cade il polo artico della terra.

Una regione abitata da esseri i quali, in possesso di quella spiritualità non-umana successivamente evocata dal simbolismo suggerito appunto dalla loro sede, costituirono la razza che ebbe in proprio la tradizione uranica allo stato puro ed uno e fu la scaturigine centrale più diretta delle forme e delle espressioni varie che questa tradizione ebbe in altre razze civiltà».

Ecco, il lavoro di Giacomo Maria Prati nasce proprio dalla ricerca, nelle sterminate fonti della mitologia greca, dei richiami, delle suggestioni e delle allegorie che rimandano a questo spazio immateriale e geografico al contempo, situato tra Thule ed Iperborea.

Iperborei. Il primo mito è dunque una miniera di citazioni che l’autore ha colto durante i suoi studi sulle fonti greche e latine. Ne emerge un’Ellade che sia nelle tragedie classiche che nelle sue opere mitografiche ruota intorno ad Apollo, a Delfi e ai giochi di Olimpia a loro volta intesi quali fondazioni iperboree.

L’indagine dell’autore, dalla Grecia si estende poi a Roma, al Mediterraneo e all’intera Europa e rilegge i cicli eroici del Mito connettendoli ad un unico filone narrativo. Ovvero «imprese di esplorazione e di navigazione necessarie per tenere viva l’alleanza iniziatica tra alcune stirpi regali greche e la stirpe regale-sacerdotale degli Iperborei».

Iperborei, dal Mito alla fantasy

Uscendo dall’ambito dell’antichità classica Giacomo Maria Prati rileva come tracce del primo mito iperboreo siano rintracciabili in tutta la letteratura, antica o recente, che all’interno di racconti fantastici o componimenti poetici presenta dei connotati simili.

Tali connotati possono essere definiti da quattro precisi canoni:

  • Una Terra-Regno-Popolo nascosto, occultato.
  • Uno stato edenico che si perpetua solo in quel luogo speciale, di difficile accesso.
  • Una tradizione primordiale che ha dato origine a tutti i popoli.
  • Condizioni di natura e di vita speciali e molto favorevoli tanto da assimilare tale terra-popolo a quello dell’età dell’oro.

Il racconto greco iperboreo si rivela così un archetipo e una matrice per molti altri cicli e saghe epico-eroiche, aventi come declinazione il tema universale del Paradiso terrestre.

Alla luce di ciò, il successo riscosso oggi dal genere fantasy può essere spiegato come un riflesso degli archetipi e delle immagini mitiche che — per usare una felice espressione di Gianfranco De Turris — anche senza la volontà dei singoli autori trasmettono «un barlume di sacro nel mondo secolarizzato» nel quale siamo chiamati a vivere.

Vincenzo Fratta

 

 

Giacomo Maria Prati
Iperborei. Il primo mito
Passaggio al Bosco, pp.202

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