JAMIE OLIVER

Elogio di un cuoco,
tra genio e regolatezza

 

Abbiamo bisogno di persone positive che abbiano la forza di cambiare, con il pensiero e con le azioni, l’essenza degli uomini proprio per salvare il mondo. Qualcuno tenta questo difficile percorso iniziando dal cibo. Un uomo, partito da Cambridge, forse ci salverà.

Tra genio e regolatezza: così si potrebbe definire Jamie Trevor Oliver, meglio conosciuto semplicemente come Jamie Oliver, un cuoco e conduttore televisivo che ha portato il buon cibo sulle tavole della Gran Bretagna e non solo.

Ha combattuto, vincendole, battaglie contro colossi come Mc Donald, American Meat Assocition, Burgher King ed ha affrontato lo stesso Ministero dell’Istruzione britannico, il Department of Education and Skills. Li ha costretti a cambiare materie prime e processi di lavorazione nonché rivedere in toto o in parte ingredienti e menù. Una battaglia l’ha dedicata recentemente al pink slime, il succo di carcasse animali, utilizzato dall’industria della carne per la produzione di wurstel, hamburger, cotolette e macinato.

Questo suddito di Sua Maestà Elisabetta II, decorato da lei quale Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico, nasce nel 1975 tra i fornelli, si può dire, del ristorante dei genitori il famoso The Cricketers a Cambridge. Ma a 14 anni si mette a studiare in un college, l’equivalente di una nostra scuola alberghiera, che gli consegna le basi teoriche. A sedici anni si sposta in Francia per apprendere quanto più è possibile su quello che gli inglesi, non a torto, considerano la base di ogni cucina.

Poi torna a Londra e viene assunto nel ristorante del celeberrimo Antonio Carluccio come capo pasticcere. Qui Jamie conosce Gennaro Contaldo un famoso chef italo-britannico, dal quale apprende molto e che considera ancora suo mentore. Da qui il cuoco ha lavorato in svariati ristoranti, pub e bar londinesi.

Un’esperienza significativa Jamie l’ha avuta grazie a vari viaggi in Italia dove è entrato in molte case ed ha «rubato» i segreti dalle nostre nonne.

Un colpo di fortuna ha voluto che durante le riprese di un documentario girato presso il River Cafe, Jamie, che allora lì lavorava, venisse intervistato e la performance fu così buona da convincere la produzione ad offrirgli una sua trasmissione, siamo tra il 1998 ed il 1999.

Segue una seconda serie dove inizia a profilarsi il suo genio. Offre a 15 disoccupati un lavoro per varie mansioni in un ristorante che apre appositamente senza fini di lucro. Il ristorante è ancora aperto ed è alla terza generazione di apprendisti che poi lasciano per aprire la loro attività.

Un’altra campagna intitolata «Alimentami Meglio» Jamie l’ha lanciata, filmando tutto in un documentario, presso la mensa scolastica della scuola Kidbroke a Greenwich. Lo showcase rappresenta il simbolo della sua crociata rivolta al miglioramento del cibo servito nelle mense scolastiche dove, prima del suo arrivo imperavano patatine fritte, pasticci di macinato grasso condito con sughi pieni di zuccheri.

Il risultato è stato sbalorditivo: un investimento in tre anni di 280 milioni di sterline volte al miglioramento della qualità del cibo servito a bambini e ragazzi.

È uno scrittore prolifico di libri di ricette, scrive regolarmente sull’inglese Saturday Times Magazine, nella versione britannica di Marie Claire e in GQ magazine UK.

Jamie Oliver è un grande estimatore della vera dieta mediterranea: la pasta, specialmente fatta in casa, è al centro della sua cucina. Presenta in modo interessante molte verdure crude e cotte. Azzarda poi qualche accostamento orientaleggiante. Prepara di tutto, compresi carni e pesce.

Grazie alle sue profonde conoscenze delle materie prime, al suo intuito ed alla sua passione, perfezionati anche dai suoi frequenti viaggi italiani, riesce a proporre menù equilibrati dove le famigerate proteine animali vengono si servite ma in quantità moderata mentre pasta e verdure rappresentano il pezzo forte.

Una cucina di qualità con un occhio alla salute e l’altro al pianeta. Lo si trova, oramai, doppiato o sottotitolato anche in varie trasmissioni televisive dei canali italiani e le sue serie sono consultabili nel canale You tube che porta il suo nome e che vanta 3,9 milioni di iscritti. Se non sapete cosa cucinare per cena, una visitina è d’obbligo!

Lino Rialti

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