ARTURO PEREZ-REVERTE, SABOTAGGIO

Terremoto di Lisbona,
o meglio, Guernica

Sabotaggio di Arturo Perez-Reverte conclude la saga di Falcò

 

Con un anno di ritardo rispetto alla pubblicazione dei due primi libri, a novembre l’editrice Rizzoli ha finalmente messo a disposizione del lettore italiano Sabotaggio, la terza e conclusiva puntata della saga di Arturo Pérez-Reverte ambientata durante la guerra civile spagnola e incentrata sulla figura dell’agente franchista Lorenzo Falcò.

A differenza dei precedenti volumi dove i semplici e diretti titoli originali, Falcò e Eva, erano stati resi con i roboanti «Il codice dello scorpione» e «L’ultima carta è la morte» stavolta è stato mantenuto il titolo originale, ma in compenso Sabotaggio esce in brossura, invece che rilegato, e con una brutta ed anonima copertina oltretutto priva di qualsivoglia riferimento al contenuto del libro. Ne d’altronde abbiamo visto alcun tipo di iniziativa pubblicitaria per spingere l’opera.

L’impressione è che la pubblicazione della puntata conclusiva della saga di Falcò sia stata considerata dalla direzione editoriale della casa editrice milanese poco più di un obbligo contrattuale al quale si sarebbe volentieri sottratta.

La ricostruzione della Guerra di Spagna che fa da sfondo alle avventure di Falcò deve risultare infatti piuttosto indigesta alla cultura progressista che glorifica le gesta della Repubblica anarco-comunista e criminalizza l’insurrezione nazionale guidata da Francisco Franco.

Uno sguardo equilibrato sulle vicende storiche

Arturo Pérez-Reverte

Arturo Perez-Reverte è convinto invece della necessità di un approccio il più possibile obiettivo sugli avvenimenti che insanguinarono il Paese tra il 1936 e il 1939, come abbiamo illustrato nella nostra recensione dei primi due episodi della saga di Falcò e del volumetto illustrato sulla Guerra Civil che l’autore ha scritto per i ragazzi spagnoli, alla quale rimandiamo i lettori.

Sarà sufficiente riportare qui quanto l’autore ha dichiarato circa il suo rapporto verso gli avvenimenti storici: «Non si tratta di glorificare o annerire, ma di accostarsi alla storia della Spagna come uno spazio temporale nel quale sono avvenute cose buone e cose cattive. Occorre, semplicemente, conoscerle. (…) Secoli di confronti bellici hanno perpetuato uno spirito storico di divisione in bande, culminato con l’esplosione della Guerra Civile. (…) Franco fu una ricaduta in una malattia chiamata Spagna».

Ambientato a Parigi nel 1937 il libro risulta particolarmente irritante per la vulgata cara alla sinistra. «Nei salotti parigini – ha scritto Stenio Solinas su Il Giornale, in una delle poche recensioni di Sabotaggio che sono riuscito a leggere – si va e si torna dal fronte, meglio, dalla frontiera, come se si andasse a una gita scolastica, dove si raccolgono fondi che non sempre raggiungono i diretti interessati e si partecipa a festini proletari che spesso si trasformano in orge interclassiste, dove dietro un convinto sostenitore della libertà si nasconde un altrettanto convinto profittatore che lavora in proprio, dove si sparano parole come pallottole e mille comitati di sostegno antifascista fanno orecchie da mercante alle notizie dei processi della Mosca stalinista o della mattanza anarco-socialista che nel contempo ripulisce in Spagna il cosiddetto fronte progressista».

La Parigi di Hemingway, Malraux e Picasso

Ernest Hemingway in Spagna nel 1937 tra il comunista russo Ilya Ehrenburg e il tedesco Gustav Regler

In questo ambito, ricostruito con maestria da Perez-Reverte, si muove l’agente Falcò al quale sono state assegnate due missioni. La più importante è quella di impedire che Picasso termini un dipinto da inviare all’imminente l’Esposizione universale, dove con la sua Guernica i repubblicani sperano di ottenere l’attenzione e l’appoggio della comunità internazionale.

Il secondo compito è fare in modo che Léo Bayard, famoso pilota francese e uomo di mondo noto alle cronache per il suo sostegno al movimento repubblicano spagnolo, finisca ucciso dai suoi stessi compagni.

Se Picasso è indicato con il suo nome, il personaggio di Léo Bayard è costruito intorno alla figura dello scrittore e politico comunista André Malraux. Così come quello della fidanza Eddie Mayo, che rimanda a Lee Miller, la fotografa allieva di Man Ray.

Dietro il personaggio dell’arrogante Getewood infine, si intravede in controluce lo scrittore e giornalista antifranchista Ernest Hemingway, che Falcò avrà il piacere di mettere al tappeto con un paio di ganci nella toilette di un locale notturno.

Un quadro riadattato per 200mila franchi

Picasso al lavoro su GuernicaDescrivendo Picasso, l’autore fa dire al protagonista che il grande artista «è anche un baro molto svelto. È un cinico. La metà dei motivi di quel quadro li aveva già pensati per altre opere. Lo chiamerà Guernica come avrebbe potuto chiamarlo Terremoto a Lisbona».

Nelle interviste seguite all’uscita di Sabotaje in Spagna, Pérez-Reverte chiamato a motivare il suo ritratto non proprio lusinghiero di un così osannato nume tutelare, racconta che per scrivere il libro si è documentato a fondo sulla figura del pittore. E che dalle critiche, dalle biografie e dalle testimonianze che ha letto, ne ha ricavato il convincimento che Picasso come persona non aveva grande pulizia morale: «Era misogino, era sessista, era crudele con le donne che lo amavano, trattava un sacco di gente male, gli piacevano i soldi ed era avaro». E conclude rammentando che l’artista non dipinse Guernica solo per patriottismo o fervore repubblicano ma lo fece anche per i 200mila franchi che si fece dare.

Mentre mi raffiguro l’irritazione dei conformisti di sinistra, seduti dietro le loro comode scrivanie della Rizzoli di fronte alle belle pagine di Sabotaggio, mi chiedo se la casa editrice continuerà ancora a pubblicare Arturo Pérez-Reverte. Terminata la saga di Falcò lo scrittore spagnolo è infatti tornato sulla sua rivisitazione bipartisan della Guerra Civile, con Línea de Fuego, uscito in Spagna ad ottobre. Il romanzo è incentrato sulla Battaglia dell’Ebro, la più dura e sanguinosa del conflitto che rappresentò l’ultimo sforzo bellico della Repubblica.

Vincenzo Fratta

 

 

Arturo Perez-Reverte
Sabotaggio
Rizzoli, pp.400

 

 

 

 

LA SAGA DI FALCÒ

«Salvate José Antonio Primo de Rivera» del 12 agosto 2019

 

Lascia un commento