PHILIPPE CONRAD

Al-Andalus, la favola
del paradiso multiculturale

Philippe Conrad, Al-Andalus, Passaggio al Bosco

 

Con la pubblicazione del libro di Philippe Conrad Al-Aldalus la casa editrice Passaggio al Bosco inaugura la sua collaborazione col francese Istitut Iliade, che ha come obiettivo l’affermazione della ricchezza culturale d’Europa e la riappropriazione della identità dei popoli europei minacciata dai luoghi comuni del mondialismo che promana dagli States, dal politicamente corretto e dalla cancel culture.

Philippe Conrad, Al-Andalus, Passaggio al BoscoStorico, studioso di archeologia preistorica e storia dell’Arte, nonché presidente dell’Istitut Iliade, Philippe Conrad, già autore di una Historie de la Reconquista, affronta nel saggio Al-Andalus il tema delle condizioni dei cristiani in Spagna durante il lungo dominio musulmano che si protrasse dal VIII e al XV secolo.

Il libro si propone di smentire le affermazioni della corrente di storici contemporanei secondo i quali la condizione di vita dei non musulmani nella Spagna moresca fu un idilliaco «paradiso multiculturale».

La realtà fu ben altra. Gli infedeli furono assoggettati alla dhimma, ovvero alla sottomissione politica, giuridica e fiscale, che in cambio della «concessione» di continuare a vivere nel proprio luogo di origine, faceva dell’autoctono non musulmano un cittadino di rango inferiore. I cristiani erano costretti ad accettare una vita di continue umiliazioni e violenze e ad adottare nei confronti dei musulmani un atteggiamento complessivo di servilismo adulatorio.

Nel 711 l’inizio dell’invasione araba

L’invasione della penisola iberica da parte degli arabi e dei berberi provenienti dal nord Africa cominciò nel 711 e in pochi anni si impose sull’intera Spagna cristiano-visigota che era succeduta a quella ispano-romana. In mano cristiana rimase soltanto la fascia montana delle Asturie.

Le varie tribù musulmane furono riunire sotto la guida dell’emiro Abd Al-Rahman che fondò la dinastia Omayyade e col tempo affrancò Al-Andalus dall’autorità dei califfati di Damasco e Bagdad.

Trascorsero così circa duecento anni prima che si formasse l’embrione di quelli che sarebbero diventati i regni di Castiglia, Leon, Navarra e Aragona. Mentre la Catalogna era formalmente feudataria della corona francese.

Fu dunque soltanto intorno all’anno 900 che circa un terzo del territorio spagnolo riuscì ad affrancarsi dalla dominazione musulmana. Ciò non avvenne con una vera e propria guerra ma attraverso il susseguirsi di incursioni in terra nemica in cerca di bottino.

La «frontiera» del Duero

Piano piano lungo la valle del fiume Duero si formò una zona intermedia pericolosa e poco popolata che fu progressivamente occupata da famiglie povere di coloni cristiani. Con il tempo i coloni si unirono per esigenze di difesa, fortificando le loro posizioni e dando di fatto l’avvio alla futura Reconquista.

«Fu un’epoca lunga, appassionante, sanguinaria e crudele» che se immortalata al cinema non avrebbe sfigurato – afferma lo scrittore Arturo Perez-Reverte – con l’epopea della frontiera nordamericana oggetto delle universalmente note pellicole di John Ford.

Le battaglie contro i musulmani non impedirono comunque ai regni cristiani di combattersi l’un l’altro o di allearsi con i sovrani musulmani che a loro volta erano in guerra o inimicizia fra loro.

Il lento declino della Spagna musulmana

Soltanto nel 1212 quando una coalizione di Aragonesi, Castigliani, Portoghesi e Navarresi, con l’ausilio di truppe francesi, inflisse una dura sconfitta agli Almohadi, guidati dal Califfo in persona, nella battaglia di Las Navas de Tolosa (16 luglio) che incominciò il lento ma inesorabile declino della dominazione musulmana sulla penisola iberica.

Nel 1236 i Castigliani e Leonesi presero Cordova e nel 1248 Siviglia. Ma dovettero passare ancora altri due secoli prima che la Reconquista fosse completa con la caduta dell’emirato di Granada, ultima enclave musulmana in terra spagnola.

Era il 1492, lo stesso anno all’inizio del quale il 2 gennaio Cristoforo Colombo aveva piantato nel nuovo mondo le insegne di Ferdinando e Isabella di Castiglia.

Vincenzo Fratta

 

 

Philippe Conrad
Al-Andalus
Passaggio al Bosco, pp.100

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