ADA FICHERA

Non solo pizza…
Vite da Rider

Ada Fichera, Non solo pizza... Vite da Rider, Edizioni Sindacali

 

La pratica di ordinare il cibo per telefono e attendere che dei giovani raider la consegnino al proprio domicilio è diventata un’abitudine consolidata nelle grandi città. Alle esperienze lavorative di un gruppo rappresentativo di ciclofattorini è dedicato il volume Non solo pizza… Vite da Rider scritto da Ada Fichera per le Edizioni Sindacali dell’Ugl.

Si tratta delle storie di venti ciclofattorini che raccontano una parte del loro vissuto sulle strade delle principali città del Bel Paese. Ada Fichera ne traccia un breve ritratto, corredato dal volto dei protagonisti — disegnato da Francesca Radicetta — e arricchito da un video «on the road» che si attiva inquadrando con la fotocamera dello smartphone il Qr code posto come una firma al termine di ogni storia.

La tutela giuridica dei Rider

Marialba Tauro, una delle due donne la cui storia è raccontata nel libro di Ada Fichera 'Non solo pizza... Vite da Rider'Se per gli utenti la consegna di cibo a domicilio è considerata una comodità priva di controindicazioni alla quale nessuno vorrebbe rinunciare, diversa è la situazione per coloro che svolgono questo servizio per le grandi piattaforme digitali: Deliveroo, FoodToGo, Glovo, SocialFood, Uber Eats e Just Eat.

Nonostante i passi avanti rispetto agli esordi di una attività nata senza alcuna tutela, per i lavoratori del settore restano aperte le delicate questioni riguardanti l’inquadramento contrattuale, la fruizione delle ferie, il rischio del cottimo, l’assicurazione per gli incidenti sul lavoro.

Alla tutela dei Rider ha dedicato particolare attenzione l’Ugl, che ha stipulato il 16 settembre 2020 il primo Contratto collettivo della categoria con Assodelivery. Il gruppo, aderente alla Confindustria, raccoglie tutte le aziende del settore, meno Just Eat, con una forza lavoro di circa 27mila ciclofattorini.

Successivamente, nel marzo 2021, Just Eat ha deciso di concordare con Cgil, Cisl e Uil una diversa regolamentazione che, con i necessari accorgimenti, rientra nel Ccnl del settore della Logistica.

La scelta della prestazione autonoma

Nel caso del Ccnl siglato da Ugl-Assodelivery il lavoro dei ciclofattorini viene qualificato come prestazione autonoma, con l’estensione di alcune protezioni essenziali proprie del lavoro dipendente: standard retributivo minimo (10euro l’ora più un premio di 600 euro al raggiungimento di 2mila consegne nell’anno solare), preavviso di recesso, divieto di discriminazioni, sicurezza del lavoro e relative dotazioni, assicurazione antinfortunistica, diritti sindacali.

Il Ccnl siglato dagli altri sindacati con Just Eat configura i suoi 3mila ciclofattorini come lavoratori subordinati, con uno standard retributivo minimo di poco inferiore a 9 euro l’ora (compresi i ratei di Tfr e 13ema mensibilità) più 0,25 a consegna, con tutte le protezioni e i diritti sindacali propri del lavoro dipendente.

Nella postfazione al libro di Ada Fichera, il giuslavorista Pietro Ichino sottolinea come nella scelta dei due modelli di organizzazione del lavoro da parte dei lavoratori interessati ― accanto alle problematiche legate ai rischi di infortunio e all’entità del reddito conseguito ― contino i loro comportamenti, le loro preferenze sui tempi di lavoro. Come in sostanza il singolo Rider trovi più o meno adeguato l’attuale impiego e che cosa immagina per il suo futuro lavorativo.

La formula del lavoro subordinato

Nella postfazione ― che per la sua rilevanza viene posta all’attenzione anche dei lettori nel primo numero di Pagine Libere, la nuova serie della storica rivista edita dall’Ugl ― si chiarisce come con la formula del lavoro subordinato Just Eat possa coprire soltanto una parte minoritaria del fabbisogno del servizio di recapito di pasti a domicilio espresso dal mercato dei ristoranti e degli acquirenti: circa 10mila su 28mila dei ristoranti che si avvalgono di questa impresa.

Sull’intero settore del platform work incombe una proposta di direttiva Ue del dicembre 2021 che se applicata comporterebbe l’imposizione generalizzata della formula del contratto di lavoro subordinato, col risultato di un suo drastico ridimensionamento.

In questo caso occorrerà un intervento governativo che consenta al lavoro del food delivery organizzato mediante le piattaforme digitali di continuare ad esistere in entrambe le forme contrattuali.

Vincenzo Fratta

 

 

 

Ada Fichera
Non solo pizza… Vite da Rider
Edizioni Sindacali, pp.53

 

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