CURIOSITÀ

A chi è dedicata
l’Università Bocconi

 

Il blog L’Italia Coloniale, e la pagina Facebook ad esso collegata, si propone di far conoscere e approfondire vicende e storie dimenticate dell’esperienza coloniale italiana. Un capitolo di storia del nostro Paese poco conosciuto e spesso raccontato con superficialità, inesattezze e ostile preconcetto. Una delle «curiosità» che si possono scoprire navigando nel blog riguarda l’Università privata Bocconi di Milano. O meglio a chi si deve il suo nome.

Alberto Alpozzi nell’articolo «A chi è intitolata la prestigiosa Università Bocconi» spiega che si tratta di Luigi Bocconi, il primogenito dell’imprenditore milanese Ferdinando (1836-1908), proprietario degli omonimi magazzini, successivamente venduti a due delle famiglie più ricche di Milano che crearono «La Rinascente».

Nato l’8 novembre 1869 il giovane Luigi, ufficiale di complemento in congedo, poco più che ventenne, era già divenuto procuratore generale della ditta Fratelli Bocconi. Dopo la sconfitta dell’Amba Alagi del 7 dicembre 1895 fece di tutto per partire volontario per l’Africa Orientale. All’insaputa dei genitori, dei quali sfruttò però le conoscenze per arrivare fino al Presidente del Consiglio Francesco Crispi, riuscì ad ottenere il visto per recarsi nelle zone della guerra italo-etiopica come inviato della «Riforma», accompagnato dal fotografo Pippo Ledru.

Si imbarcò da Napoli, sul piroscafo Florio, il medesimo sul quale viaggiava il generale Ellena. Sbarcato in Africa Orientale, raggiunse il corpo di spedizione italiano giusto in tempo per la battaglia di Adua. Coinvolto nella battaglia insieme alla colonna Dabormida, rimase disperso ad Abba Garima l’1 marzo 1896.

I capitani Menarini e Ademollo raccontano che Bocconi, inquadrato nel reggimento Airaghi, andò all’assalto a cavallo. E quando l’animale fu ucciso, si stese in catena coi soldati, continuando il fuoco. Verso le quattro, il capitano Menarini gli passò accanto e gli disse: «Bocconi, come va?». Rispose: «Benone!». E, ricordandosi dell’eroico motto del popolano Antonio Sciesa, avviato al patibolo, aggiunse: «Tiremm innanz!».

Alle cinque, il capitano Ademollo, mentre la ritirata era iniziata, trovò il servitore del Bocconi, un moretto, solo, spaurito, e gli domandò: «E il tuo padrone?». Il moretto rispose che l’aveva perduto di vista e lo credeva smarrito con gli altri.

Bocconi fu dunque l’unico civile a perdere la vita nella tragica battaglia. Gli venne conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare alla memoria.

Per eternare il ricordo del figlio, Ferdinando Bocconi inaugurò il 10 novembre 1902 l’Università commerciale Luigi Bocconi con un corso di laurea in economia e commercio e uno di lingue.

L’idea era di creare una Scuola Superiore di Commercio da aggregarsi al Politecnico di Milano per fornire agli ingegneri una solida base commerciale e per promuovere socialmente i ragionieri attraverso un diploma universitario. Si tratta dunque del primo ateneo in Italia a riconoscere la dignità di laurea agli studi di economia.

Pino Lancia

 

Nella foto sopra: il disegno di Walter Molino per «La Domenica del Corriere» nel quale si vede Bocconi con il fucile in mano. Vicino a lui Pippo Ledru che perse tutto il materiale fotografico ma riuscì a salvarsi.

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