COSE DI ORDINARIA BUROCRAZIA

Quel panino
da mangiare in piedi

 

Di tanto in tanto durante una giornata lavorativa mi capita di non avere tempo sufficiente per un pranzo e di ricorrere così a Panepiù Bistrot, una piccola paninoteca di circa 10 metri quadrati in largo Argentina che offre un’ampia scelta di ottime baguette ripiene. Si possono portar via o consumare sul posto, se si riesce a trovare libero uno dei cinque sgabelli alti che costituiscono l’unico arredo del locale.

Entrando nel Bistrot qualche settimana fa non vedo più gli sgabelli e scherzando chiedo al simpatico proprietario se ha per caso subito un furto. Con sorpresa mi sento rispondere che un furto l’ha subito sì, ma dai funzionari pubblici che si sono recati nel locale e alla vista dei suddetti sgabelli gli hanno elevato una multa salata. Ergo, se voglio mangiare una baguette, lo devo fare in piedi!

Faccio un approfondimento e scopro che il ministero dello Sviluppo Economico e il Comune di Roma interpretano in maniera restrittiva la normativa sui cosiddetti esercizi di vicinato. Ossia ai clienti è concesso di acquistare e mangiare il prodotto ma non di sedersi all’interno dei locali, altrimenti per i gestori si configura il reato di «ristorazione abusiva». In sostanza una rosticceria, una pizzeria al taglio o una gelateria che offre al cliente la possibilità di consumare seduto viene trasformata in un vero e proprio ristorante.

Questo straordinario esempio dei lacci burocratici che deprimono l’economia italiana stride particolarmente per quei locali, come il nostro Bistrot, che per la sua dimensione non ha neppure lo spazio per disporre tavolini, ma appunto soltanto la possibilità di affiancare qualche sgabello alla parete!

Ora sembra che il Consiglio di Stato si sia deciso a correre ai ripari accogliendo, per il momento soltanto in via cautelativa, il ricorso di una rosticceria di via dei Banchi Vecchi contro il provvedimento di sequestro di sedie e tavolini disposto dal Comune di Roma.

Sulla base di questa decisione la Confesercenti chiede al Campidoglio di rivedere il suo Piano del Commercio, in quanto il regolamento recentemente approvato ribadisce proprio il divieto per laboratori e ed esercizi di vicinato di utilizzare tavoli e sedute. Secondo il sindacato il piano comunale spingerebbe alla chiusura circa 1.500 attività di vicinato alimentare con laboratori, mettendo a rischio 10mila posti di lavoro.

Vincenzo Fratta

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