RISPARMIO ENERGETICO

Auto e riscaldamenti elettrici
inquinano meno

Con il passaggio all'elettrico per auto e riscaldamenti si otterrebbe un drastico calo dell'inquinamento

 

Auto e riscaldamenti elettrici diminuiscono l’inquinamento. Questo l’incoraggiante risultato di un nuovo studio, pubblicato nell’edizione di Marzo della rivista Nature Sustainability, dai ricercatori delle università di Exeter (Inghilterra), Taipa (Macao), Nijmegen (Olanda) e Cambridge (Inghilterra). Secondo questi scienziati persino quando la produzione di energia elettrica proviene principalmente da fonti fossili si verifica un risparmio di Co2 rispetto a trasporti e riscaldamento tradizionali.

Inquinamento. Trasporti e riscaldamento costituiscono 1/4 delle emissioni mondiali di Co2Sommando tutto, dalla produzione delle parti, all’assemblaggio, alla marcia, i veicoli elettrici producono meno Co2 delle auto a combustione interna (benzina, diesel ecc.). Stessa cosa se si parla di riscaldamento con pompe di calore, quindi elettrico, rispetto a caldaie a gas di ogni classe, anche delle ultime generazioni.

Questi risultati, a dir poco incoraggianti, offrono la sponda e rafforzano la posizione di quei paesi, (apripista i nord europei, ma seguiti a ruota da molti altri, compresa l’Italia che sta puntando, per esempio, sulla realizzazione di infrastrutture per la ricarica di auto elettriche) che puntano sull’elettrificazione dei trasporti e del riscaldamento domestico, per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra.

Gli obiettivi anti inquinamento per il 2030

Parliamo del Piano Nazionale per l’Energia ed il Clima, i cui obiettivi per il 2030 sono:

  • sicurezza dell’approvvigionamento, per assicurare una fornitura affidabile di energia quando e dove necessario;
  • garantire il funzionamento del mercato dell’energia e dunque la sua competitività, per assicurare prezzi ragionevoli per utenze domestiche e imprese;
  • promuovere il risparmio energetico, l’efficienza energetica e lo sviluppo di energie nuove e rinnovabili, attraverso l’abbattimento delle emissioni di gas ad effetto serra e la riduzione della dipendenza da combustibili fossili; ed infine promuovere l’interconnessione delle reti energetiche.

Ma perché focalizzare, in primis, su trasporti e riscaldamento? Poiché questi costituiscono un quarto delle emissioni mondiali prodotte da combustibile fossile, quindi elettrificare i veicoli sarebbe essenziale per una riduzione dell’inquinamento. Poi perché, già da ora, come dimostrato proprio in questo studio, abbiamo la tecnologia per convertire rapidamente i sistemi di trasporto e riscaldamento.

Lo studio ha coinvolto la raccolta di dati provenienti da 59 regioni del mondo, che coprono il 95% del pianeta, ed ha verificato che per 53 di queste, i veicoli elettrici e le pompe di calore sono, già da oggi, più «puliti» dei sistemi tradizionali.

Unica eccezione la Polonia, ancora strettamente legata al carbone. Mentre in stati come la Svezia, che produce la maggior parte dell’energia da fonti rinnovabili, o la Francia, legata al nucleare, il risparmio di Co2 arriva fino al 70%.

Inquinamento. La cappa di smog sulla pianura PadanaLo studio dimostra, con calcoli su dati empirici, che se venissero montate le pompe di calore al posto delle caldaie per produzione di acqua sanitaria e riscaldamento, si potrebbero ridurre le emissioni di circa 0,8 giga-tonnellate l’anno fino al 2050: l’equivalente delle attuali emissioni dell’intera Germania.

Tanto per essere chiaro, Florian Knobloch dell’Università olandese di Nijmegen, uno degli autori dello studio ha affermato che «L’idea che veicoli elettrici e pompe di calore possano aumentare le emissioni è essenzialmente falsa. C’è molta disinformazione in giro, questo studio può definitivamente sfatare questi miti».

Insomma, quando la pandemia da Covid-19 sarà solo un ricordo e dovremo tutti rimboccarci le maniche per far ripartire l’economia, l’impulso legato allo svecchiamento del nostro parco auto e di quello delle caldaie, potrebbe essere determinante per la ripresa. Senza contare che questa bruttissima vicenda, che ci ha segnato per sempre, ha lasciato, per la prima volta, in tutti noi, qualcosa di forte.

Da più di un mese abbiamo smesso di preoccuparci dei numeri dell’economia, essendo impegnati in conte ben più tragiche. Questo ci ha aperto gli occhi sulle priorità. Non esiste un mercato florido in un mondo devastato e spopolato.

Ricordiamoci che un altro studio, di cui abbiamo già parlato in precedenza, ha correlato le maggiori incidenze di Covid-19 in certe parti d’Italia, a livelli di inquinamento maggiori.

Se fosse servita, la prova regina ci è stata servita su di un piatto d’argento. È ora di cambiare i nostri programmi di sviluppo, legandoli in maniera più stretta, al rispetto della nostra casa, l’unica che abbiamo: la terra.

Lino Rialti

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