I DECRETI LIQUIDITÀ E SCUOLA

Conte e ministri in tv,
con un «bazooka» di garanzie

Nel Decreto Liquidità garanzie e rinvio di scadenze ma niente contributi alle aziende

 

Un appuntamento al giorno, un provvedimento al giorno, ma stavolta con il Decreto Liquidità annunciato ieri in tv, almeno, sembra esserci un senso nella smania di protagonismo del nostro premier. Stavolta la cabina di regia, con tutte le difficoltà del caso e con tutti i distinguo e le differenze di punti di vista, deve aver contato qualcosa, ci sono finalmente alcuni punti che l’opposizione aveva preteso. Ma vediamoli questi punti.

Lo stanziamento di una cifra difficile da immaginare, 750 miliardi: un «bazooka», come lo ha definito lo stesso Giuseppe Conte, di euro stanziati dal governo. Questo il succo dell’annuncio serale di nostro premier.

Nello specifico: per le imprese 200 miliardi di garanzie sui prestiti e 200 miliardi per l’export, da sommarsi ai 350 già previsti. Una importante novità è costituita dalla copertura fino al 100% per prestiti fino a 800 mila euro.

Scadenze solo rinviate

Con questo Decreto Liquidità vengono definitivamente rinviate le scadenze fiscali di aprile e maggio per le aziende. Un buon provvedimento, sicuramente molto atteso dagli analisti, il rafforzamento del golden power, lo scudo per tutelare le aziende italiane da scalate ostili. Infine la chiusura dei tribunali fino al 3 maggio.

Insomma «una potenza di fuoco» messa in campo dal governo, come ha detto lo stesso premier Conte nella conferenza stampa dopo il Cdm, tanti soldi, soldi nostri, dei nostri figli, che dovranno essere investiti in modo oculato, pena un default senza speranza.

Tutelare il nostro futuro, quello di nazione produttrice di beni e servizi e così il varo in questo decreto, che, tra le altre cose affila le lame per tentare di impedire l’acquisto delle nostre aziende, ora sicuramente in stato di sofferenza e debilitazione, aziende più o meno strategiche, da parte di speculatori «attraverso il potenziamento del golden power» come dice Conte, così che «potremo controllare operazioni societarie e scalate ostili non solo nei settori tradizionali, ma in quelli assicurativo, creditizio, finanziario, acqua, salute, sicurezza. È uno strumento che ci consentirà di intervenire nel caso ci siano acquisizioni di partecipazioni appena superiori al 10% all’interno dell’Ue».

Altro punto focale, la garanzia che lo Stato offrirà sui prestiti, in modo tale che, ha continuato Conte in conferenza stampa «avvengano in modo celere, spedito. Potenzieremo il fondo centrale di garanzia per le pmi e aggiungiamo il finanziamento dello Stato attraverso Sace, che resta nel perimetro di Cassa Depositi e Prestiti, per le piccole e medie e grandi aziende».

«Mettiamo in campo 200 miliardi di garanzia per prestiti fino al 90% garantiti dallo Stato senza limiti di fatturato, per imprese di tutti i tipi – ha continuato Conte – e così potranno arrivare al 25% del fatturato delle imprese o al doppio del costo del personale con un sistema di erogazione molto semplice e diretto al sistema bancario, attraverso Sace, con condizionalità limitate tra cui quella di non poter erogare dividendi».

Altri provvedimenti in arrivo

Un guizzo di positività e ottimismo ha spinto il nostro premier ad affermare che «quando tutto sarà finito ci sarà una nuova primavera, presto raccoglieremo i frutti di questi sacrifici». Infatti, in merito alle misure del lock-down nel periodo pasquale, Conte ha detto che «sarebbe irresponsabile andare in giro e allentare la fiducia e la responsabilità».

Giuseppe Conte ha annunciato che al Decreto liquidità seguiranno una nuova serie di provvedimenti da varare questo mese per venire incontro a tutte quelle persone in estrema difficoltà, sociale ed economica, accennando genericamente a strumenti di «protezione sociale, sostegno alle famiglie e ai lavoratori, soprattutto quelli più in difficoltà».

Conte si è poi soffermato sui mezzi europei di finanziamento della crisi comunitaria scatenata dal Covid-19: «Mes no, Eurobond sicuramente sì. Il Mes è assolutamente inadeguato, gli Eurobond (anche chiamati Coronabond) invece sono la soluzione, una risposta seria, efficace, adeguata all’emergenza. Su questo io e Gualtieri siamo pienamente d’accordo anche se qualche retroscenista a volte descrive posizioni differenziate».

Il Decreto Scuola

Insieme al Decreto Liquidità arriverà un Decreto Scuola sul merito del quale è intervenuta la ministra della scuola Lucia Azzolina: «abbiamo pensato due possibili opzioni che permetteranno di fare gli esami secondo i reali apprendimenti anche grazie al lavoro sulla didattica a distanza. Abbiamo messo in sicurezza l’anno scolastico. Non si può però assolutamente parlare di sei politico: sono categorie vetuste, la valutazione guarda alla crescita e maturazione dello studente, che è messo al centro. Se ci saranno apprendimenti da recuperare, li recupereranno a settembre».

Sulle graduatorie la ministra ha aggiunto: «Non riusciamo ad aggiornare le graduatorie di istituto e questo è dovuto a procedure vetuste: non riusciamo a portare avanti le domande cartacee. Chiedo scusa io a tutti i precari, li aggiorneremo l’anno prossimo con procedura digitalizzata».

Con il Decreto Liquidità, infine, sono stati stanziati 450 milioni per ulteriori misure anti-Coronavirus. Questi fondi verranno gestiti dal Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19 Domenico Arcuri e saranno prelevati dal Fondo per le emergenze nazionali.

Un pensiero (nostro) per Boris Johnson

Intanto il premier britannico Boris Johnson, quello che voleva beffarsi del Covid-19 sottostimandolo, è in terapia intensiva. Dopo dieci giorni di cure domiciliari al 10 di Downing Street di Londra, le sue condizioni si sono aggravate ed è stato ricoverato al vicino St. Thomas’ Hospital, le deleghe sono passate al ministro degli esteri e primo segretario di Stato Dominic Raab.

Proprio Boris Johnson era stato al centro delle polemiche quando, ritardando ogni iniziativa volta a ridurre l’impatto sulla popolazione, aveva annunciato pubblicamente che mirava ad una sorta di immunità di gregge dovuta al massiccio diffondersi del contagio, cosa che mostrò al mondo il suo fatalismo ed il suo cinismo fuori misura tanto da fargli affermare in pubblico che molti si sarebbero «dovuti rassegnare a perdere i propri cari».

Ora tocca proprio a lui combattere contro questo nemico invisibile. I nostri migliori auguri di pronta guarigione: che questa esperienza lo porti a più miti consigli e ne migliori indole ed empatia, è chiedere troppo?

Lino Rialti

 

 

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