PER L’ITALIA DEL POST EPIDEMIA

Cinque proposte per la ripresa
dei centri Sport Fitness e Salute

Fitness e Salute. Dagli operatori cinque proposte concrete per far ripartire il settore

 

I centri sportivi, le palestre e le piscine sono tra le attività che sono rientrate nei provvedimenti di chiusura decretati dal Governo per contenere i contagi da Covid-19. Per sopravvivere gli operatori del settore dello sport, delle piscine e del fitness e salute hanno dunque bisogno di un sostegno concreto da parte delle Istituzioni.

Fitness e Salute. Tutti gli impianti sportivi sono chiusi per contenere il contagio da Covid-19Il presidente della Wellness Foundation Nerio Alessandri e quello dell’Associazione Nazionale Impianti Fitness&Sport (Anif) Giampaolo Duregon, insieme ad una qualificata rappresentanza di centri sportivi italiani, hanno indirizzato una lettera aperta al presidente del Consiglio e ai ministri della Salute e dell’Economia nella quale avanzano cinque proposte concrete per la ripresa del settore.

I numeri del settore Sport Fitness e Salute

Nella prima parte della missiva i presidenti di Anif e Wellness ricordano come il settore comprenda quasi 25mila aziende e abbia un fortissimo impatto economico e sociale sul Paese. Dai dati 2019 ricavati da fonti del Coni, dell’Istat, Istituto Superiore di Sanità e Unioncamere-Unionimprese si evince che:

  • 20 Milioni di italiani grazie alle nostre attività si prendono cura della loro salute
  • Oltre 5 milioni di bambini frequentano i nostri corsi
  • 120.000 posti di lavoro
  • 12 Miliardi di Euro di giro d’affari annuo
  • Ingenti investimenti in innovazione, tecnologie, edilizia e arredi

Se aggiungiamo gli impianti sportivi, le cifre indicate salgono a 100 mila strutture e 1 milione di addetti.

Oltre all’impatto economico generato dalle nostre imprese, il settore Fitness e Salute crea un enorme valore sociale in termini di educazione ai sani stili di vita e alla prevenzione per combattere i rischi di obesità, soprattutto infantile, malattie cardiovascolari e tumori.

Come affermato in modo forte e chiaro dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’esercizio fisico è un potente farmaco efficace contro le principali malattie croniche, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo. La palestra è soprattutto un investimento in salute: star bene conviene. Alle persone, allo Stato, alle imprese.

Proprio in questo momento, tra l’altro, la sedentarietà che la situazione impone incrementa l’esigenza di favorire l’esercizio fisico al fine di rafforzare le difese immunitarie, di migliorare il funzionamento degli apparati cardio-respiratorio e di conservare e, se possibile, migliorare la salute dei cittadini.

La totale chiusura di palestre e centri fitness, dal punto di vista sociale, non consente di raggiungere tali obiettivi e, dal punto di vista economico, sta mettendo in ginocchio l’intero settore.

Le proposte degli operatori

Per la ripresa del settore Anif e Wellness propongono al Governo l’adozione delle seguenti misure:

  • L’istituzione di un Comitato tecnico congiunto con il Ministero della Salute per definire insieme le regole che ci consentano di riaprire nei tempi più brevi possibili, mettendo sempre al centro la sicurezza e la salute delle persone.
  • Rendere detraibili in Dichiarazione dei redditi le spese per l’attività fisica da parte di tutti, senza limiti d’età e di spesa.
  • Estendere e potenziare, fino al momento della riapertura dei centri, gli ammortizzatori sociali per i collaboratori delle nostre aziende in ogni forma: dipendenti, partite IVA, contratti sportivi.
  • Estendere al nostro settore finanziamenti a fondo perduto e/o a tassi 0 con ammortamento a 10 anni per permettere, nonostante la crisi di liquidità, gli investimenti in formazione dei collaboratori, in innovazione tecnologica e in consulenza.
  • Estendere il credito d’imposta sulle locazioni immobiliari anche alla categoria catastale D6 e D8

In conclusione della lettera i presidenti Nerio Alessandri di Wellness e Giampaolo Duregon di Anif ricordano la sopravvivenza del settore riguarda non soltanto una fetta fondamentale dell’economia italiana, ma anche la salute, la qualità della vita dei nostri concittadini e la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale.

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