A COLLOQUIO CON VITTORIO CONTARINA

Federfarma contro Arcuri
«Basta incolpare i farmacisti!»

Costo e reperibilità delle mascherine. Ne parliamo con il presidente di Federfarma di Roma e Lazio Vittorio Contarina.

 

Parliamo del costo e reperibilità delle mascherine con Vittorio Contarina, presidente di Federfarma Roma e Lazio e Vicepresidente nazionale, che subito sbotta: «Adesso basta! I farmacisti non sono più disposti a essere incolpati ingiustamente. Chiedo alle Istituzioni di prendere le distanze dalle accuse del Commissario Arcuri.

Costo e reperibilità delle mascherine. Vittorio Contarina presidente di Federfarma di Roma e Lazio Infangare il nome della categoria che insieme a medici e infermieri ha sostenuto l’Italia nel momento più grave della crisi, è vergognoso e da irriconoscenti. Se poi le accuse arrivano da un Ufficiale di Governo, queste accuse fanno ancora più male.

Chiedo alla Politica e al Governo di prendere le distanze da tali affermazioni rivolte ingiustamente a una categoria che ha pagato un prezzo altissimo per il bene del Paese, con 17 morti e 1000 colleghi infettati dal Coronavirus».

Le accuse del commissario Arcuri

Costo e reperibilità delle mascherine. Il commissario per l'emergenza Covid-19 Domenico Arcuri che accusa i farmacistiVittorio Contarina vuole fare chiarezza sulla storia delle mascherine una volta per tutte, anche a seguito delle pesanti accuse da parte del Commissario Domenico Arcuri che ha incolpato farmacie e distributori della mancanza di mascherine.

«Sin dal primo momento della crisi, il forte aumento di domanda di mascherine, oltre a causare una drammatica carenza su tutto il territorio nazionale, ha comportato un aumento vertiginoso dei prezzi alle farmacie, che si sono trovate a dover acquistare dai fornitori le mascherine a un costo 10 volte superiore a quello usuale.

L’aumento della domanda – spiega Contarina – ha comportato inevitabilmente un aumento del prezzo delle mascherine anche all’utente finale che, ignaro della speculazione a monte della filiera, se la prendeva con i farmacisti al banco, sempre che fosse così fortunato da trovare una farmacia che ne fosse provvista.

I controlli di Nas e Guardia di Finanza

«Successivamente sono arrivati i necessari controlli da parte dei Nas e della Guardia di Finanza, a tappeto in tutta Italia, anche più volte a farmacia, al fine di controllare i prezzi e le modalità di dispensazione delle mascherine.

Siamo stati additati da molti come approfittatori e affamatori del popolo, ma anche qui, dai controlli effettuati dalle forze dell’ordine, si contano sulle dita di una mano le multe elevate nei confronti di colleghi per atteggiamenti speculativi.

Siamo sull’ordine di una trentina di casi su 19mila farmacie in Italia. Lo 0,15%. Ma si sa, ai tempi dei social basta far girare uno scontrino di un farmacista scorretto che nel giro di un giorno fa il giro del web, così sembra che tutti i farmacisti d’Italia siano degli approfittatori.

Per questo Federfarma ha deciso di cacciare dal Sindacato queste sparute mele marce e di costituirsi parte civile nei confronti di questi colleghi in un eventuale processo nei loro confronti».

La querelle dei certificati

«Poi è arrivata la querelle dei certificati: veri, falsi, verosimili, non autentici, non accreditati. Ma chi fa entrare in Italia queste mascherine non dovrebbe avere il compito di controllare questo aspetto?

Nel frattempo, i farmacisti si ammalavano e morivano, perché costretti a lavorare senza protezioni in situazioni drammatiche. Sì, perché le mascherine non le avevamo nemmeno per noi».

«Non è finita», spiega Contarina. «Il 27 aprile scorso, senza aver precedentemente interloquito né con Federfarma né con la distribuzione del farmaco, durante una conferenza stampa governativa, viene annunciato che dal giorno dopo le mascherine sarebbero state vendute a 50 centesimi.

50 centesimi? E chi le ha mai viste a 50 centesimi! Il costo medio delle mascherine per il farmacista in quel momento era di circa 1 euro. Come si fa a vendere milioni e milioni di pezzi di un prodotto sul quale una farmacia ci rimette 50 centesimi al pezzo?

I farmacisti giustamente insorgono e finalmente il Commissario convoca un tavolo con aziende produttrici, Protezione Civile, distribuzione intermedia e Federfarma per correre ai ripari.

Alla fine di questo incontro si decide che le farmacie avrebbero acquistato a 0,40 euro +Iva e avrebbero le avrebbero vendute a 0,50 euro +Iva.

Nelle varie interviste, infatti, si parla sempre di 0,50 euro, ma poiché lo Stato sulle mascherine, fino a oggi, ha guadagnato il 22% di Iva (come se fossero beni di lusso), credo sarebbe stato più corretto dire che il prezzo finale – almeno fino a quando permarrà l’Imposta sul valore aggiunto – è 0,61 euro».

L’Iva al 22% ha condizionato
costo e reperibilità delle mascherine

«Evito di raccontare le scene dei cittadini infuriati che ci danno dei ladri perché in televisione il Governo ha detto 50 centesimi mentre noi eravamo tenuti a venderle a 61 centesimi. Il mio pensiero? Si vuole dire sin da subito che il prezzo è 50 centesimi? Bene, si tolga l’Iva da subito!

Ma il problema non è ancora risolto, perché a due settimane dall’accordo le famose mascherine della Protezione Civile, se arrivano, arrivano col contagocce. Il motivo è semplice. Troppi controlli, troppe regole, margini troppo bassi per chi le produce e per chi le importa, che ovviamente preferisce – per guadagnare di più — dirottarle verso altri Paesi come la Spagna, dove il prezzo finale delle mascherine è stato fissato a circa 1 euro.

Il risultato: in questi Paesi hanno le mascherine, noi no. E in tutto questo qualcuno ha anche il coraggio di dare la colpa ai farmacisti italiani accusandoli addirittura di nasconderle per motivi economici».

«Queste accuse — conclude Vittorio Contarina — sono ingiuriose e vergognose e chiedo ufficialmente le scuse e la solidarietà da parte delle Istituzioni ai farmacisti italiani, che ancora una volta hanno dimostrato il loro valore, la loro professionalità e la loro abnegazione, mettendo a rischio la loro salute. Pretendiamo rispetto da parte dello Stato, se non altro per i colleghi che si sono sacrificati dando la vita per il proprio Paese».

Carmine D’Urso

 

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Ti riconosco mascherina! del 9 aprile 2020

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