CAMBIAMENTI CLIMATICI

Il finto inverno
che ha ingannato le api

Cambiamenti climatici: l'inverno troppo mite ha ingannato le api, facendole risvegliare in anticipo

 

Cambiamenti climatici o non, questo finto inverno ha ingannato anche le api. La temperature molto al di sopra della norma e le giornate di sole, l’assenza di piogge, hanno risvegliato, con oltre un mese di anticipo le api. Loro si aspettano la primavera, ma sono in pericolo, l’inverno potrebbe ancora dare una sferzata e farle indebolire fino alla morte.

Cambiamenti climatici: Un ape sopra un fiore, sbocciato anch'esso in anticipoLa Coldiretti comunica che, i suoi soci apicoltori, che gestiscono più di un milione e mezzo di alveari su tutto il territorio nazionale, stanno lanciando l’allarme. Le temperature in molti casi al di sopra dei 15 gradi centigradi, hanno messo in moto le nostre laboriose pollinatrici. Cinquanta miliardi di api sono uscite, anzitempo, dagli alveari per effettuare il loro preziosissimo lavoro di bottinatura ed impollinazione, ma ancora le gelate sono più che possibili e la morte di questi nostri cari amici sarebbe certa.

Già le popolazioni delle api in Italia, dopo l’inverno anomalo dell’anno scorso, sono drasticamente diminuite, gli esemplari superstiti sono molto affaticati e stressati, la produzione di miele, della scorsa stagione è stata ai minimi storici, quindi un inverno come questo potrebbe mettere a serio rischio tutto l’ecosistema che conta su di loro, soprattutto, per produrre frutta, verdura e qualsiasi pianta che abbia un fiore.

Il pensiero va ai parassiti, l’assenza di freddo li ha visti sopravvivere e proliferare. Senza contare le zanzare che non sono mai sparite dalle nostre case, proliferano pestilenze come la cimice asiatica, l’insetto killer dei raccolti, che ha devastato i campi e i frutteti di quarantotto mila aziende in Italia, con un danno che nell’ultimo anno ha superato i 740 milioni di euro a livello nazionale. Ma in tutta Italia gli alberi da frutto hanno già le gemme ben rigonfie e stanno per sbocciare o sono in prima fioritura, il pericolo sono le gelate mattutine che sarebbero dannosissime per le produzioni agroalimentari.

La siccità, poi, ci mette il cosiddetto carico da undici. Due mesi di siccità assoluta al sud e oltre un mese al centro del nostro stivale. E, mentre si organizzano, da sud a nord, processioni e messe per invocare l’intercessione di santi e protettori per invocare la pioggia, i disastri proseguono.

Tutto merito, si fa per dire, dei cambiamenti climatici, degli sconvolgimenti che stiamo causando al nostro pianeta. Dovremmo far subito qualcosa di concreto, se non fosse altro per egoistico istinto di sopravvivenza. Solo un ultimo numero, per dare la misura del problema: gli sconvolgimenti climatici, solo in Italia, nell’ultimo decennio, hanno causato una perdita di oltre 14 miliardi di euro, parlando solo delle produzioni agricole e danni alle infrastrutture strettamente legate alle produzioni agricole.

È arrivato il momento di porre un serio rimedio. Come? Riduzione dei gas serra attraverso politiche energetiche che abbandonino i combustibili fossili. Revisione completa dei modelli di sviluppo industriale ed economico. Questo a livello politico.

Noi, nel nostro piccolo, dovremmo fare di tutto per evitare di sprecare. Privilegiare una alimentazione vegetale. Ridurre al minimo il consumo di carni e di pesce. Ricorrere ai mezzi di trasporto pubblico. Ridurre i consumi di generi superflui.

Tornare ad un modello più vicino alle nostre origini, vicino alla terra, ai suoi ritmi, solo così potremo vivere in un pianeta ancora ospitale e solo così potremmo lasciare in eredità ai nostri figli, un pianeta bello come lo abbiamo conosciuto.

Lino Rialti

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