L’esodo dei medici italiani dalle strutture ospedaliere sta mettendo in crisi il Servizio Sanitario Nazionale. Il tema è stato rilanciato venerdì 22 aprile da un servizio andato in onda su Rai Radio Uno.
«Finalmente ci si comincia ad accorgere di quanto il sindacato denuncia da tempo – ha dichiarato il segretario nazionale dell’Ugl Salute, Gianluca Giuliano – in quanto le cifre dei medici in uscita dalle strutture pubbliche sono da brividi. Meno 19mila unità. Ai 12.645 medici che hanno lasciato il servizio per pensionamenti, invalidità e decessi si sono infatti aggiunte 12.645 dimissioni volontarie».
Le cause dell’abbandono volontario sono molteplici. Le condizioni in cui i medici ospedalieri si trovano a prestare servizio appaiono sempre più pesanti e sono ulteriormente aggravate dal disbrigo di pratiche amministrative che non dovrebbero essere di loro competenza.
«I turni di lavoro – spiega Gianluca Giuliano − sono massacranti e si sommano al disagio dovuto alle pressioni che si vivono nei Pronto soccorso e nelle corsie.
Sempre più frequenti sono i casi di aggressioni fisiche che si aggiungono a quelle verbali da parte dei pazienti o dei loro parenti esasperati da un sistema ormai in tilt.
Conseguentemente aumentano le malattie da stress professionali già accertate ma il conto salato, legato anche a questi anni di impegno nell’emergenza covid, verrà certamente pagato nei prossimi anni con un ulteriore aumento di casi di burn out.
Così le scelte di optare per il regime privato o di andare a lavorare all’estero diventano un’opzione che impoverisce sempre di più i nostri ospedali».
Secondo il sindacato per invertire la tendenza occorre una maggiore programmazione, maggiori risorse in grado di sbloccare il turn over e di stabilizzare i lavoratori precari.
Per l’Ugl è inoltre necessario un maggiore coinvolgimento dei medici nella governance clinica e la creazione di percorsi di formazione indirizzati ai giovani che, nonostante tutte le difficoltà, vorranno puntare sulla carriera di medico ospedaliere.
Gerardo Valentini