TORRE PELLICE

In quelle valli il cuore
della chiesa Valdese

Torre Pellice e la sua Valle dove crebbe la Chiesa Valdese

 

Ai piedi del Monviso, circondato dalle Alpi Cozie e non lontano da Torino, si trova Torre Pellice, un borgo pieno di storia e fascino. L’origine di questo paese di circa 4500 persone è legata al paese adiacente Luserna San Giovanni e, assieme ad altri borghi della Val Pellice, sono il cuore della chiesa Valdese.

Il tempio Valdese di Torre PelliceLa più antica chiesa riformata d’Europa che nasce a Lione, da Pietro Valdo e dai suoi seguaci che a partire dal XII secolo fuggono proprio in Val Pellice e nelle valli adiacenti dell’odierno Piemonte.

Risalgono a quell’epoca le tracce dell’esistenza del borgo che è stato plasmato nei secoli dalla presenza di questa minoranza religiosa e dalle persecuzioni che ha subito nei secoli con continue fughe di parti della popolazione in altre aree d’Europa e continui ritorni sempre in Val Pellice e nella vicina Val Germanasca.

Solo nel 1689, in accordo con i Savoia, fu possibile rientrare e ripopolare le valli da parte dei valdesi e da allora nacque il cosiddetto ghetto alpino, che era l’area delimitata nelle valli dove le comunità potevano muoversi.

Da allora Torre Pellice ha cominciato a svilupparsi come centro focale del mondo valdese ed ogni angolo del piccolo borgo porta i segni di questa storia, a partire dalla borgata dei Coppieri, un tempo limite del ghetto alpino.

Il Museo, la Foresteria e la Casa Valdese

Tra i luoghi di interesse ci sono sicuramente la Foresteria, il Museo con una ricca documentazione storica e etnografica, la Casa Valdese, che ogni anno ospita il Sinodo della Chiesa Valdese con centinaia di fedeli che arrivano da tutta Italia e dall’estero.

Merita una visita anche  il tempio neo-romanico del 1852, il Liceo Valdese sempre dell’800, il Convitto Valdese, eretto in memoria dei 500 valdesi caduti nella prima guerra mondiale. Colpisce in generale il contrasto tra lo scenario delle valli e le architetture delle chiese riformate, in stile neoclassico più tipico del nord Europa o degli Stati Uniti che dei borghi italiani.

Notevole anche la Galleria Civica d’Arte Contemporanea «Filippo Scroppo» che custodisce circa quattrocento opere di pittura, scultura e disegno di artisti italiani del dopoguerra. La libreria Claudiana poi offre una importante selezione di pubblicazioni per bambini e ragazzi, nonché una importante selezione di opere teologiche.

Altra particolarità culturale è quanto raccontava lo scrittore Edmondo de Amicis quando parlava di Torre Pellice come la Ginevra d’Italia, perché nonostante sia un piccolo centro è luogo di multilinguismo. Nel paese, oltre l’italiano, si parla l’occitano, il francese ed il dialetto piemontese. Ma il borgo è anche meta di turismo per i percorsi in montagna che si possono facilmente avviare nelle valli e perché è sede della più antica squadra di hockey su ghiaccio del Piemonte ed ha un accogliente palaghiaccio costruito per le olimpiadi invernali del 2006.

Il Saras de Fen e gli altri piatti tipici

La cucina locale è poi figlia della storia e delle vicissitudini dei suoi abitanti. È cucina povera per quanto riguarda le continue fughe e la vita in un ghetto per vari secoli. Ed è cucina ricca per le molte fughe della comunità in altre regioni d’Europa dove è stato possibile contaminarsi positivamente.

Tra le varie specialità va ricordata la mustardela, un tipico sanguinaccio-insaccato delle valli. O il Saras del Fen, tipica ricotta stagionata della zona. E naturalmente la fonduta di Toma che può essere gustata in diversi modi nei ristoranti della zona. Non mancano bar e pub molto ben attrezzati, soprattutto a pranzo, ed una buona rete di ospitalità alberghiera e privata, nonché agriturismi e rifugi molto ben attrezzati.

Il Sinodo della Chiesa Valdese è il momento di maggior vita del borgo e si svolge ogni anno ad agosto. Ma ci sono altri eventi importanti come le feste della libertà che si svolgono il 16 e 17 febbraio per ricordare la fine del ghetto alpino nel 1848, grazie al Re Carlo Alberto che concesse ad ebrei e valdesi i primi diritti civili e politici. E da allora ogni anno il 16 di febbraio le valli si riempiono di falò commemorativi ed il 17 di spettacoli teatrali.

Altra curiosità storica è che parte della comunità emigrò nell’800 ed oggi se si va a Rio de la Plata in Uruguay è possibile trovare dei borghi ricostruiti in maniera identica a quelli della Val Pellice e dove si svolge ogni anno, in contemporanea a quello di Torre Pellice, il Sinodo della comunità residente in sud America.

Ogni pietra di questo borgo porta con sé una lunga storia di sofferenze e riscatto. Ed oggi lo rendono un luogo unico in Italia, pieno di cultura, storia e tradizioni da scoprire.

Domenico Chirico

 

I LUOGHI DI BELL’ITALIA

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