I cipressi che a Bólgheri alti e schietti/Van da San Guido in duplice filar,/Quasi in corsa giganti giovinetti/Mi balzarono incontro e mi guardâr. Mi riconobbero, e — Ben torni omai —/Bisbigliaron vèr’ me co ’l capo chino —/Perché non scendi? Perché non ristai?/Fresca è la sera e a te noto il cammino.
Così inizia una delle più note poesie, Davanti Castel San Guido, del poeta toscano e premio Nobel Giosuè Carducci. È la poesia in cui egli richiama l’infanzia ed i suoi luoghi di grande bellezza nella maremma. Ed a dire il vero ancora oggi nel comune di Castagneto Carducci, nella Maremma settentrionale, c’è quel viale di cipressi di immensa ed unica bellezza che conduce dalla strada Aurelia alla frazione di Bolgheri.
Il Castello di Bolgheri
Il piccolissimo borgo esiste dall’epoca dei longobardi come insediamento dei soldati bulgari che con loro combattevano contro i bizantini. Il borgo attuale, che conta circa 150 abitanti, si è poi sviluppato nei secoli intorno al castello medievale le cui prime notizie risalgono al 1158.
Il castello di Bolgheri fu poi bruciato nel 1393 dai fiorentini e saccheggiato nel 1496 dall’esercito dell’imperatore Massimiliano. Il castello di Bolgheri cominciò a risorgere da tante rovine all’inizio del XVIII secolo quando i proprietari diedero impulso alle attività agricole della zona, avviarono la bonifica di alcune zone paludose, sostennero la costruzione di un orfanotrofio nel 1817 e di un acquedotto che portò finalmente acqua potabile al borgo.
I 2mila cipressi secolari
Bolgheri si raggiunge appunto dallo spettacolare viale con più di 2mila cipressi secolari, lungo quasi cinque chilometri che parte dall’oratorio di San Guido sulla via Aurelia e raggiunge l’insediamento attuale dove, oltre al castello, ci sono alcune chiese di interesse, come la medievale chiesa dei Santi Giacomo e Cristofaro, ed un cimitero monumentale.
Il castello è privato ed è accessibile solo il 16 luglio in occasione della festa del Santo Patrono. Ma soprattutto oggi il borgo è pieno di attrazioni per i turisti, con molti negozi di souvenir e posti di ristoro che solo in parte preservano la bellezza dei luoghi.
L’oasi del Wwf
Intorno al borgo è stato creato dal Marchese Incisa della Rocchetta il rifugio faunistico di Bolgheri. La riserva fu istituita alla fine degli anni Cinquanta con un’estensione di circa 500 ettari.
Si tratta della prima oasi naturale privata italiana, mentre dal 1968 fa parte delle Oasi Wwf, di cui il Marchese era presidente.
All’interno del Rifugio faunistico Padule di Bolgheri vi è un’ampia palude con canneti e poi foreste di ginepri, lecci, pini e frassini. Di notevole spessore la fauna che si può incontrare, fatta di caprioli, conigli e scoiattoli, falchi pellegrini, gufi e germani reali.
L’idea che ne ha guidato l’istituzione fu quella di preservare l’ecosistema della Maremma prima delle vaste bonifiche, è quindi un’area unica nel suo genere in tutto il circondario. Visitare il Rifugio faunistico di Bolgheri è però possibile soltanto durante la stagione invernale, da ottobre ad aprile, e soltanto su prenotazione.
Il Bolgheri doc e gli altri vitigni
La presenza di quest’area e l’eccezionalità del territorio maremmano hanno in ogni caso creato un microclima perfetto per i vitigni. Ed infatti Bolgheri è anche il nome del celebre marchio Doc ed i vini della zona sono notissimi, tra questi il Sassicaia, il Vermentino, il Sauvignon. Famoso il Masseto prodotto dalla famiglia Frescobaldi presso la tenuta dell’Ornellaia ed il cui costo di 700 euro, in media, a bottiglia lo rende anche inavvicinabile dai comuni mortali.
Un weekend in Maremma
Le strutture ricettive, come ovunque in Toscana, non mancano. Siamo nel cuore della Maremma e sia nel borgo sia nelle vicinanze ci sono ottimi hotel e b&b ed agriturismi, dove la degustazione dei vini locali può essere accompagnata da gustosi piatti di carne. Senza dimenticare la costa degli Etruschi, a soli 20 chilometri, dove è possibile sia fare un bagno sia trovare alloggio.
Bolgheri è considerato uno dei luoghi più chic della toscana. Non sappiamo se sia la definizione più adatta ma sicuramente merita un weekend per esplorare le meraviglie di questa parte del Bel Paese. E per sorseggiare un buon vino godendosi spettacolari tramonti all’ombra dei cipressi.
Domenico Chirico