MOLITERNO

Il Castello, i Palazzi
e gli altri tesori della Basilicata

Il borgo di Moliterno e gli altri tesori della Basilicata

 

Nel cuore della provincia di Potenza e del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, di Val d’Agri e Lagonegrese sorge il piccolo ed affascinante borgo di Moliterno.

La Torre Normanna di MoliternoLe origini di Moliterno si perdono nella notte dei tempi, in quanto molti siti della Magna Grecia datano al VI e VII secolo avanti Cristo, epoca in cui diverse colonie greche furono fondate in val d’Agri.

Ma per vedere oggi i primi segni tangibili di civilizzazione bisogna aspettare l’epoca dei Longobardi, quando il paese si chiamava Grumentum e fu poi distrutto dai Saraceni.

I superstiti ricostruirono il nuovo borgo attorno alla antica Torre longobarda e seguì poi il destino del sud di quegli anni con dominazioni normanne, sveve fino agli aragonesi che diedero splendore e ricchezza a Moliterno rendendolo luogo ricco per i commerci.

Il castello di Moliterno

Moliterno. Il castello medievaleDi questa storia più che millenaria il piccolo borgo porta ad ogni angolo i segni. A cominciare dal suo castello che è il simbolo del paese e si discute se sia del XII secolo o sia legato alla torre longobarda la cui altezza di 25 metri la rende visibile anche da lontano.

Suggestive poi sono le strade del borgo, molte ancora in pietra e ricche di palazzi antichi e nobili in ottimo stato. Tra questi vanno ricordati il palazzo Parisi, dal nome della famiglia del generale moliternese che fondò l’accademia militare della Nunziatella.

Meritano uno sguardo anche il palazzo Mobilio costruito dai domenicani nel ‘500 e l’edificio dove ha sede il Municipio. Da visitare anche le numerose chiese che testimoniano la lunga storia anche di devozione del borgo, tra queste le seicentesche chiesa della Santa Croce e dell’Assunta. Diverse anche le feste religiose tra cui la più importante è quella di San Domenico, patrono del borgo.

Trovandoci nel cuore della Val d’Agri ci sono poi numerose escursioni naturalistiche possibili, nonostante l’arrivo del petrolio abbia fortemente danneggiato il fragile ambiente locale. Tra queste escursioni vicino a Moliterno merita una visita l’Oasi Naturale del Faggeto, una riserva che custodisce flora e fauna fondamentale per l’ecosistema della Valle.

I Musei Aiello Moliterno

Moliterno. Palazzo Aiello (1786)Ma ciò che rende speciale Moliterno è sicuramente il suo sistema museale, caso rarissimo per un borgo nel cuore delle aree interne e con meno di 4mila abitanti. Nel paese ci sono sei musei grazie all’iniziativa di un filantropo e collezionista locale, il professor Aiello, che ha messo a disposizione della comunità e dei turisti parte del suo patrimonio. Sono così nati i Musei Aiello Moliterno (Mam) distribuiti su diversi siti: il palazzo Aiello del 1786, con il museo del paesaggio. La casa Aiello con diversi capolavori d’arte di artisti locali. Ed ancora il museo di arte contemporanea con artisti lucani e opere di Carlo Levi e Josè Ortega, artisti adottati dalla regione.

Moliterno come parte della Valle è difficile da raggiungere se non in auto, ma esiste un sistema di accoglienza con B&B davvero comodi e ben tenuti, alcuni nelle antiche case ristrutturate del paese. Nonché ottimi luoghi di ristoro.

Ferricelli e trisciddi

Le paste tipiche fatte a mano: i Ferricelli (fusilli) e i Tisciddi (gnocchi con sugo di carne)L’ottima ospitalità si accompagna a prodotti tipici d’eccezione che valorizzano i prodotti del territorio, quali i funghi, la cacciagione, i formaggi e le lumache. E poi i ferricelli fusilli fatti a mano, conditi con sugo di pomodoro o i trisciddi gnocchi aperti fatti a mano con sugo di carne.

Notissimo anche il capretto alla lucana condito con vino e le lumache in umido. Si può peraltro trovare ancora in produzione il sanguinaccio fatto con sangue di maiale oltre che con cacao e gli altri tipici ingredienti di questo tipico dolce contadino.

Il vero protagonista della cucina locale è però il Pecorina Canestrato Igp la cui qualità ed il cui sapore sono noti molto oltre la Basilicata e per fortuna ci sono ancora dei mastri casari che lo producono con cura e passione.

In realtà tutta la Lucania merita una visita ed un suo tempo dedicato per riscoprire anche quella cultura agricola e pastorale che è alle radici del centro sud Italia. E qui se ne intravedono ancora le tracce.

Sono finiti i tempi di Cristo si è fermato ad Eboli di Levi. Ora solo i trasporti ferroviari si fermano troppo distanti ed ancora in Campania mentre queste terre hanno avuto sviluppo e crescita, seppur funestate dai diversi mali del sud. In ogni caso una visita per conoscere le bellezze della Lucania difficilmente lascia il viaggiatore scontento.

Domenico Chirico

 

I LUOGHI DI BELL’ITALIA

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