CARLOFORTE

L’angolo di Liguria
sulle coste sarde

Il lungomare di Carloforte sull'isola di San Pietro

 

Carloforte è l’isola nell’isola. Un borgo di straordinaria bellezza costruito a partire dal 1700 sull’isola di San Pietro di fronte alla costa sudoccidentale della Sardegna. Ma l’origine è ancora più antica ed è legata alla Repubblica marinara genovese ed alle sue colonie.

Carloforte, il faro di Capo Sandalo Una di queste era l’isola di Tabarka, al largo delle coste tunisine. Lì un nutrito gruppo di liguri di Pegli si era stabilito, a seguito della nobile famiglia Lomellini, sin dal 1500 per dedicarsi ai commerci ed al corallo.

Erano però continue le vessazioni da parte dei vicini tunisini ed il commercio di corallo andò scemando nel corso dei secoli. Così nel 1738 i pegliesi di Tabarka chiesero aiuto al re Carlo Emanuele III di Savoia, il quale gli concesse l’isola di San Pietro all’epoca disabitata ed impervia.

Da Tabarka all’isola di San Pietro

Il percorso della regata Pegli- Tabarka-San Pietro-Pegli «Sulla rotta del Corallo», una rievocazione storica del percorso dei coloni liguri nel 1543 da Pegli e Tabarka in Tunisia e poi in Sardegna all’isola di San PietroI coloni liguri però non si persero d’animo e rifondarono lì la loro comunità, portandosi numerosi usi e costumi sia da Tabarca sia da Genova. Diedero un nuovo nome al loro neonato comune Forte di Carlo quindi Carloforte, in onore del Re sabaudo che li aveva protetti.

Dovettero poi patire sia le malattie di un’isola con poca acqua potabile sia le continue incursioni dei pirati, che rapivano e razziavano, e che continuarono fino agli inizi dell‘800. Ma la tempra dei coloni liguri era forte e tenace e nel giro di alcuni decenni divennero di nuovo un centro per i commerci e per la vendita di tessuti.

Con la loro flotta di barche a vela latina riuscirono a gestire buona parte dei trasporti di piccole dimensioni dalle numerose miniere dell’area del Sulcis Iglesiente alle navi mercantili. E mentre fiorivano i commerci rendevano l’isola sempre più bella con palazzi e chiese di grande interesse storico artistico.

Il Genoise d’Otre Mer

Come nei due comuni sulla costa di Sant’Antioco e Calasetta, dove pure si insediarono i coloni genovesi, ancora oggi si parla il dialetto della repubblica marinara genovese, il cosiddetto Genoise d’Otre Mer. Ovvero la lingua che si parlava in tutte le colonie della repubblica marinara del Mediterraneo dall’anno 1000.

È un dialetto molto simile al ligure anche se il contrasto con le lingue sarde fa risaltare molto questo modo di parlare degli abitanti di Carloforte che ancora oggi all’80% lo usano nel loro quotidiano. Come tutte le comunità che si sono difese e protette hanno una grande cura delle loro tradizioni ed anche la cucina, detta cucina tabarchina, conserva influenze liguri e tunisine.

Il pesce freschissimo, tra cui l’ottimo tonno a lungo pescato dai carlofortini, si incontra con il cous cous e nelle panetterie si trova la tipica focaccia genovese. Un paradiso sostanzialmente per i sapori ed i gusti del Mediterraneo.

È questo è solo uno dei piaceri che oggi si possono incontrare sull’isola. Il viaggio è sicuramente lungo ma l’accoglienza e le spiagge sono fantastiche. Mare spettacolare e tutte attrezzate per i turisti. Diverse sono le abitazioni molto belle in affitto sia nel vecchio borgo sia tra le ville sparse sul territorio dell’isola.

La Madonna dello Schiavo patrona di Carloforte

Carloforte è anche luogo giocoforza di cultura, per le storie del mare nostrum che vi si incrociano. A cominciare dai festeggiamenti per la Madonna dello Schiavo la patrona di Carloforte. Si tratta probabilmente di una polena di una nave che i carlofortini trovarono su una spiaggia tunisina quando per alcuni anni furono fatti prigionieri e schiavi dall’Impero ottomano.

Il ritrovamento della Madonna fu vissuto come un segno di salvezza ed infatti alcuni anni dopo furono tutti liberati. Importante è anche la festa di San Pietro, il 29 giugno, perché dà il nome all’isola tutta ed è il patrono dei pescatori di tonno e del corallo.

Più laica, ma altrettanto bella, è la storica manifestazione di maggio Girotonno con piatti a base del miglio pesce locale. Ad aprile invece c’è la manifestazione culinaria e culturale dedicata al cous cous tabarchino o di pesce.

La Crêuza de mä

La manifestazione estiva Crêuza de mä – Musica per film è dedicata alle colonne sonore e prende il nome da celebre album di De Andrè. Ogni stagione ha un suo evento che è molto bello seguire camminando tra le antiche strade del borgo, tutto affacciato sul porto dove si alternano pescherecci e traghetti per la costa.

Almeno una settimana va dedicata alla bellezza di questi luoghi e di queste spiagge. Anche tenendo conto che la costa offre altre località di mare molto belle con spiagge incontaminate. Ma in realtà bastano gli ozi dell’isola ed i suoi piaceri mediterranei, liguri e sardi uniti dai tramonti ed albe senza tempo.

Domenico Chirico

 

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