«Tutto cambia perché nulla cambi» scriveva il Principe Tomasi di Lampedusa nel suo indimenticabile romanzo Il Gattopardo. Le strade e le ville della cittadina di Bagheria, non lontana da Palermo sembrano un’immersione in quel mondo che lo scrittore raccontò così bene nel suo romanzo.
Non a caso Bagheria, nome arabo che secondo alcuni significa marina ed altri porta del vento, è chiamata oggi la città delle ville. Qui i ricchi feudatari siciliani avevano le loro residenze di vacanza, quando volevano lasciare i palazzi di Palermo.
A queste atmosfere si ispirò sicuramente il regista Luchino Visconti quando girò il celebre film ispirato al romanzo il Gattopardo, tra cui ricordiamo la scena in cui il Principe di Salina, interpretato da Burt Lancaster, balla con una stupenda Claudia Cardinale nel ruolo di Angelica.
L’origine di Bagheria
L’origine di Bagheria è antichissima ma il primo vero e proprio progetto urbano parte solo dal XVI con i principi Branciforti che lanciano piani di urbanizzazione delle masserie di campagna che componevano la zona. E successivamente con appunto la nobiltà siciliana che comincia a costruirsi delle residenze estive. Il grosso delle ville però viene costruita a partire dal 1700 e sono in stile barocco.
In alcune ville sono state identificate simbologie legate all’alchimia e si pensa che un gruppo di notabili siciliani avessero scelto Bagheria e l’isolamento delle loro ville per creare una setta segreta dedita alle scienze alchemiche, in un luogo lontano dalla Santa Inquisizione palermitana, temutissima, spietata ed attiva fino al 1782.
Una visita alla cittadina può partire proprio dalle antiche ville, nonostante molte siano purtroppo in stato di totale abbandono. Sono più di una decina ed ognuna ha comunque un suo angolo ancora di grande fascino e bellezza.
Il Museo Renato Gattuso
A partire da villa Cattolica che oggi ospita il Museo del famoso pittore locale Renato Guttuso. O villa Valguarnera dove si ritrovano nelle planimetrie e nelle strutture diversi rimandi a principi alchemici ed esoterici. O villa Trabia altro capolavoro barocco.
La più celebre è sicuramente villa Palagonia, degli omonimi principi, nota anche per i suoi mostri che ne adornano le mura ed il giardino. La chiamano infatti la villa dei Mostri ed il luogo è così intriso di simbologie esoteriche che impressionò anche lo scrittore Goethe che ne parla nel suo Viaggio in Italia con molto stupore e timore per l’ambiente umano che vi si raccoglieva intorno.
Ne rimase così sconvolto che richiamò alcuni di quegli scenari anche nel suo Faust. Tutt’ora si sente il fascino di quelle antiche storie tra i suoi viali e non è un caso che moltissimi registi, tra cui Tornatore, Lattuada, Bellocchio abbiano voluto girare qui scene dei loro film. Nonché artisti surrealisti come Dalì abbiano cercato qui ispirazione per le loro opere.
Le torri della Butera
Oltre le ville ed alcuni Palazzi notevoli come quello Butera l’area è piena di torri di guardia che in alcuni casi possono essere visitate e da cui godersi la vista verso Palermo e le campagne circostanti.
Bagheria può essere sia occasione di una gita di un giorno da Palermo sia un luogo dove pernottare per conoscere l’entroterra siciliano. Sicuramente è opportuno passare dalla stazione ferroviaria, dove fu girata anche una scena del Padrino di Coppola e che più o meno si conserva nello stesso stile dell’epoca.
Come ormai in tutta la zona non mancano ottimi luoghi dove alloggiare o dove mangiare ottimi piatti della ricca cucina locale. Si sono fatte notare ultimamente anche alcune produzioni di vini sofisticate e gustose che meritano sicuramente un assaggio, tra queste ottimi rosè.
La festa patronale di San Giuseppe, che si svolge non il 19 marzo ma la prima domenica di agosto, è forse il momento di maggiore coinvolgimento del paese. Oltre alla processione l’intero borgo è in festa e se ne può assaporare appieno lo spirito e la bellezza.
Bagheria è anche una periferia un po’ caotica di Palermo oggi, con turisti e residenze storiche adattate per matrimoni, ma tra le sue strade ed antiche dimore ancora si può intravedere il fascino di questa sua storia misteriosa. Vale la pena scoprirla perché potrebbe essere, come per il poeta tedesco Goethe, un’esperienza indimenticabile.
Domenico Chirico