BADIA A PASSIGNANO

Il borgo dove viene
custodito il Chianti

Badia a Passignano, un borgo immerso nella campagna toscana

 

Terra di borghi per eccellenza è sicuramente il centro Italia, patria indiscussa del municipalismo, dell’arte e del buon vivere. Badia a Passignano è la quint’essenza di tutto ciò. In realtà non è un borgo ma una badia o un convento intorno al quale nel corso del tempo si è sviluppato un piccolo borgo. Ed intorno l’incanto della campagna toscana con le sue armonie di vitigni, colline e cipressi.

Badia a PassignanoAl centro del borgo c’è appunto l’antica Badia di Passignano la cui storia è travagliata ed importante per tutto il territorio. E rimane dopo più di mille anni polo di attrazione turistica e culturale.

Nell’Abbazia visse e morì alla metà del secolo XI San Giovanni Gualberto, patrono dei forestali e tra i fondatori dell’ordine dei benedettini vallombrosani che uniscono alla regola di San Benedetto una grande attenzione per la tutela del creato ed appunto delle foreste.

La prima comunità a Passignano fu fondata prima dell’anno 1000 e poi strutturatasi intorno al 1050. Nel 1255 il monastero fu incendiato dai fiorentini e nel 1266 fu poi ricostruito.

Nel corso dei secoli il convento diventa sempre più grande e si impone sulle colline circostanti, recependo nella sua espansione le influenze culturali toscane. In particolare parte di esso è rinascimentale e sia la chiesa sia il refettorio vengono arricchiti da dipinti del XV secolo del Ghirlandaio. Tra questi una ultima cena di bellezza unica al mondo e che affresca un’intera parete del convento. Solo la sua vista merita di arrivare fin qui.

La confisca della Badia nel 1866

Ma la storia della Badia è in realtà complessa perché nel 1866, il governo regio italiano confiscò la proprietà, compreso lo stesso monastero. Il 7 ottobre 1870, la badia di Passignano e la sua proprietà, venne messa all’asta e venduta ad una nobile famiglia polacca mentre la chiesa rimase proprietà del demanio.

A quel punto i nobili polacchi avviarono lavori che oggi definiremmo uno scempio e sarebbero bloccati anche dalla Sovrintendenza più disattenta, perché vollero dare al convento l’aspetto di castello fortificato, con le mura merlate, le torri, come ad oggi ancora si presenta la Badia. L’idea era di dare un’impronta ottocentesca di villa-castello.

Ma i tenaci monaci Vallombrosani dopo più di cento anni, nell’ottobre 1986, sono rientrati nella loro antica badia e, anche se con una piccola comunità, la vita del convento è ricominciata.

Prenotando dal sito web della Badia è possibile partecipare ad una bellissima visita guidata accompagnata personalmente dall’abbate. La visita è sempre gratuita ma giustamente i monaci chiedono un contributo per gestire l’immensa proprietà.

I vitigni, gli oliveti e le cantine Antinori

Badia a Passignano. Le cantine AntinoriIn realtà la storia millenaria della Badia ha segnato il paesaggio agrario e l’aspetto naturalistico della zona. All’azione riformatrice del monastero si deve infatti l’introduzione, già in epoca medioevale, delle coltivazioni arborate, dei vitigni e oliveti, con terrazzamenti e la diffusione del bosco.

Non è un caso che le immense cantine del convento siano da decenni affittate alla famiglia Antinori, noti produttori vinicoli, che le utilizzano per conservare i loro vini più pregiati.

Lo stesso borgo ospita un’osteria stella Michelin che offre percorsi enogastronomici legati sia al Chianti sia agli ottimi prodotti del territorio tra cui ribollita e fiorentina, che si accompagnano perfettamente con i vini locali.

Altri e pochi luoghi per soggiornare si trovano nello stesso borgo e tutti meritano per l’incanto in cui ci si trova. Se si vuole fare un breve giro si può arrivare fino all’avveniristica nuova cantina degli Antinori in cui sono stati fusi gusto dell’innovazione con la tradizione della produzione del vino.

Qui un’intera collina fonde una struttura architettonica moderna con i vitigni ed all’interno ci sono un ottimo ristorante e naturalmente uno shop dove acquistare le migliori selezioni di Chianti docg.

Ogni strada e borgo della zona offre comunque ristoranti, osterie ed alloggio in una terra che da anni vive di turismo però preservando il territorio ed offrendo sempre il meglio di sé. Rendendo quindi l’esperienza del visitatore piacevole e rilassante. E ricca di storia, cultura e tradizione.

Domenico Chirico

 

 

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