Author: Gerardo Valentini

Zingaretti alla Camera, la Regione Lazio verso le elezioni

Con Zingaretti dimissionario,
prima si vota, meglio è

  Vinta una battaglia… ne comincia un’altra. Vinte, o stravinte, le Politiche di domenica scorsa, il Centrodestra va incontro alle Regionali del prossimo anno. Cinque appuntamenti complessivi che riguardano due regioni a statuto speciale, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, e tre a statuto ordinario, Lombardia, Lazio e Molise. Quelle del Nord sono a

La sconfitta della sinistra alle elezioni politiche

A forza di mentire, certa sinistra
mente anche a sé stessa

  D’istinto verrebbe da rallegrarsi. Di fronte all’esito delle elezioni il centrosinistra, e specialmente il Partito Democratico, ha fatto quello che fa di solito: ha dato la colpa agli altri. Zero analisi degne di tal nome e un mucchio di dolenti riflessioni su ciò che non è andato come si voleva. I potenziali alleati non si

Le ingerenze estere sul voto italiano da Ursula von der Leyen, Usa e Russia

Il popolo italiano
sceglierà liberamente

  Negli ultimi giorni di campagna elettorale sono arrivati «messaggi» e prese di posizione nel vano tentativo di condizionare dall’estero l’esito del voto politico in Italia. Non ci riferiamo soltanto alle «innocue» fotografie diffuse dall’ambasciata russa sugli incontri istituzionali avuti in passato da politici italiani con il presidente Putin, ma a quanto promana dagli Stati

Fallisce l'attacco della sinistra a Salvini sulla Russia

Attacco a Salvini
con l’occhio al 25 settembre

  Due passi avanti e mezzo indietro. Due passi avanti suonando la carica e gridando allo scandalo, per i finanziamenti illeciti che la Russia avrebbe sparso per il mondo e che potrebbero aver coinvolto anche la Lega. Così l’attacco della sinistra a Salvini. Poi mezzo passo indietro, in mancanza di alcuna prova e a fronte

Allarme Pd sul Presidenzialismo per fermare Giorgia Meloni

Lo spauracchio
del Presidenzialismo

  Uno spauracchio tira l’altro. Quello del «pericolo fascista», in effetti, non ha funzionato un granché: Fratelli d’Italia continua a crescere nei sondaggi e appare sempre di più il trionfatore annunciato delle prossime elezioni. Sia i simpatizzanti/sostenitori, sia la stragrande maggioranza degli altri, stanno dimostrando di avere ben chiaro ciò che a Enrico Letta sembra

Letta ammette: il Pd ha dimenticato il problema del lavoro

Il problema del lavoro?
Sorry, ci eravamo distratti

Intervistato dal quotidiano La Stampa il segretario del Partito Democratico Enrico Letta per una volta non si limita ad attaccare Giorgia Meloni e il suo schieramento, ma si cimenta in una autocritica sul delicato tema del lavoro. Ma non assumersi la responsabilità delle proprie mancanze è grave. Fingere di farlo è peggio. Perché ci si

La sinistra teme il voto e rispolvera il fascismo. I radical-chic

Le pulsioni «staliniste»
della sinistra

  Il babau. Il babau fascista. O neofascista. O se non proprio fascista, beh, insomma, giù di là. Chi? Meloni e Salvini, si intende. Meloni e i suoi di Fratelli d’Italia, più o meno in blocco. Salvini e una parte dei suoi, non stiamo a specificare chi. Quelli della destra, comunque. Quelli della destra che appena

La via di uscita è integrare
i salari dei neo-assunti

  Si sta ampliando sempre di più, il fronte politico di chi attacca il Reddito di cittadinanza. E lo si è visto anche al Meeting di Rimini, il classico appuntamento annuale organizzato da Comunione e Liberazione e ormai giunto alla sua 43esima edizione. Le accuse, fondamentalmente, si muovono su due direttrici. La prima è spiccatamente

Come va sostituito il Reddito di Cittadinanza

Occorrono misure efficaci
per entrare nel mondo del lavoro

  Lo abbiamo scritto la settimana scorsa: il Reddito di cittadinanza è «la risposta sbagliata a una situazione altrettanto sbagliata». Toglierlo di mezzo, quindi, è un obiettivo del tutto condivisibile. Bene ha fatto il Centrodestra a inserirlo nel suo programma elettorale. Lo si dice espressamente al punto 9, intitolato «Stato sociale e sostegno ai bisognosi»,

Reddito di cittadinanza, una misura da ripensare interamente

Una misura
tutta da ripensare

  È stato uno dei prezzi che si sono dovuti pagare per l’exploit dei Cinquestelle nelle elezioni del 2018: loro l’avevano messo nel programma, facendone una bandiera (assai sbandierata, appunto), e una volta al governo l’hanno imposto come un obiettivo irrinunciabile. Fuorviante a cominciare dal nome, visto che all’origine si tratta di un concetto del tutto

Meloni e Salvini, i due spauracchi della sinistra. Stavolta Berlusconi è risparmiato

Meloni e Salvini
i due spauracchi

  Com’era prevedibile con l’avvicinarsi della data delle urne sono aumentati gli attacchi sempre più beceri contro Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Cambiano i dettagli, ma lo schema resta quello: screditare a priori i leader della coalizione di Centrodestra. Usando come sommo esorcismo la politica estera. Vedi, in ultimo, la sortita con cui Enrico Letta

Carlo Calenda annuncia in Tv la decisione di stracciare il patto elettorale con il Pd

La «dolorosa»
scelta di Calenda

  Manco una settimana, dal 2 agosto in cui l’avevano ufficializzato in pompa magna, e il patto elettorale tra il Pd di Enrico Letta e Azione di Carlo Calenda è già finito. Stracciato pubblicamente, cioè a favore di telecamera, dallo stesso Calenda. L’occasione è stata la puntata di ieri di Mezz’ora in più, la trasmissione

La sinistra verso le elezioni con lo spauracchio Giorgia Meloni e il totem dell'agenda Draghi

Il potere, unico collante
di Pd & C.

  Le manovre della sinistra in vista delle elezioni del 25 settembre sono un pasticcio spaventoso. Risibile per un verso, inquietante per l’altro. Stanno mostrando, con estrema chiarezza, fino a che punto quel mondo sia malato. Mica per un malanno di stagione, legato alle circostanze e, in particolare, all’epilogo anticipato e improvviso della legislatura. Niente affatto:

Dietro l'omicidio di Civitanova il caso clinico di Ferlazzo

La follia di uno,
non le colpe di tutti

  La tragedia no, non si può negarla in nessun modo. E insieme alla tragedia la sua ributtante assurdità, perché nell’aggressione omicida compiuta da Filippo Ferlazzo ai danni Alika Ogorchukwu non c’è nemmeno l’ombra di una motivazione che possa attenuare le responsabilità dell’assassino. Né quelle penali, che sono lampanti e che dovranno portare a una

La sinistra cerca di appropriarsi dell'immagine di Draghi

Come ti sfrutto
l’autorevolezza del banchiere

  Bisogna riconoscerlo: il compito non era affatto facile. Ritoccare l’immagine pubblica di Mario Draghi per umanizzarla il più possibile, in modo da aggiungere alla celebratissima competenza tecnica delle doti meno aride e più accattivanti. Una sorta di restyling, per dirla in termini aziendali. Con un grosso problema che è al limite dell’insormontabile. Mario Draghi

Cosa si cela dietro gli elogi all'ex premier Mario Draghi

Un premier
dal cuore d’oro

  Dopo le dimissioni del presidente del Consiglio e lo scioglimento delle Camere si moltiplicano le lodi a Mario Draghi, alla persona e all’operato del suo governo, con la speranza di dare vita ad un partito che ruoti intorno al suo nome. Gli esempi si sprecano. Ma vediamone solo tre. Per non perdere tempo. Per

Camere già sciolte ed elezioni politiche il 25 settembre

L’Italia il 25 settembre
torna a votare

  Lo scioglimento delle Camere e l’indizione delle elezioni politiche per il 25 settembre ha posto fine al Governo di Unità Nazionale. Un definizione altisonante ma posticcia. La sbandierata «unità nazionale» non c’è mai stata. Perché, semplicemente, non poteva esserci. I vari partiti, e i rispettivi elettorati, hanno idee, sensibilità e obiettivi diversi. Che si

Mario Draghi in parlamento il 20 luglio. Elezioni Politiche vicine

Addio, mister Draghi.
Bentornate Elezioni

  Chi rompe paga, e i cocci sono… nostri. Il «chi», in questo caso, è il M5S: che dal suo incredibile, inesauribile catalogo degli orrori ne ha tirato fuori un altro e ha spinto Draghi alle dimissioni. Consegnate a Mattarella. Respinte da Mattarella. Potenzialmente sarebbero soggette a ritiro, sulla base di una verifica parlamentare che

Italia al Centro, la creatura preelettorale di Giovanni Toti

Un posticino al Centro,
per essere rieletti

  Sabato 9 luglio si è tenuta a Roma la prima convention nazionale di Italia al Centro. Che ha il suo capofila nel governatore della Liguria Giovanni Toti, almeno per ora. E che aspira, appunto, a essere una nuova coalizione (l’ennesima…) in cui riunire partiti, partitini e personaggi sparsi che si collocano «al centro» della

Nome nuovo,
trucchetto vecchio

Hanno cambiato l’etichetta sulla scatola. Di nuovo. Da Ius Soli si era passati a Ius Culturae. E adesso c’è la terza versione: Ius Scholae. Che in effetti è all’incirca la stessa cosa dello Ius Culturae. Con quello stesso tocco di latino che mira a dare una lucidatina alla superficie. Così l’ottone sembra oro. Così si

L'astensionismo non risparmia le elezioni comunali

Perché non si vota più
nemmeno per il sindaco

  Il fenomeno dell’astensionismo è in crescita costante. L’ultima conferma è appena arrivata, con il secondo turno delle elezioni Amministrative: l’affluenza media, nei 59 Comuni in cui si è votato, è stata del 42,20 %. Ben al di sotto, quindi, del 50 per cento. Mentre al primo turno si era fermata poco al di sopra

Macron bocciato nel 2° turno delle politiche in Francia

Emmanuel Macron,
il presidente dimezzato

  Il secondo turno delle elezioni politiche in Francia del 19 giugno è stato decisamente amaro per Emmanuel Macron. La definizione Usa, in circostanze analoghe, è sarcastica: «anatra zoppa». Lo chiamano così, il Presidente che perde la maggioranza parlamentare. E che perciò, nonostante gli enormi poteri che la Costituzione americana gli attribuisce, non può più procedere

Il 21 giugno Festa della Musica anche in 8 aeroporti, tra i quali Trapani Birgi

Otto aeroporti italiani
in Festa il 21 giugno

  L’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac), Assaeroporti e le società di gestione aeroportuale italiane aderiscono per la quarta volta alla Festa della Musica, un evento culturale internazionale, promosso dal ministero della Cultura, dall’Associazione Italiana per la Promozione della Festa della Musica, dalla rappresentanza in Italia della Commissione europea e dalla Siae, in collaborazione con

Referendum Giustizia. Al voto soltanto il 20% degli elettori

Un flop annunciato,
ma per colpa di chi?

  I Referendum sulla Giustizia sono stati un fallimento generale e indiscutibile, se si guarda solo all’affluenza. O alla non-affluenza, se preferite. Il dato finale si è fermato appena al di sopra del 20 per cento. A enorme distanza, quindi, dal quorum del 50 per cento più uno che è necessario per dare validità alla