REGIONE UMBRIA

Rischio continuità
per la gestione dei rifiuti

Regione Umbria. Rischio continuità nella gestione dei rifiuti

 

Profonda tristezza e un pizzico di disperazione. Questi sono i sentimenti che prevalgono tra chi ha veramente capito la portata di alcune ormai probabili scelte della Regione Umbria sulla «politica dei rifiuti».

Regione Umbria. Rischio continuità nella gestione dei rifiutiLa situazione attuale è frutto delle scelte o, meglio, non scelte di politici e amministratori del passato. La sinistra ha navigato a vista, sperando che avvenisse un miracolo.

Ora la palla è passata al Centrodestra e pensare che si possa segnare il destino di una terra come l’Umbria, cuore verde d’Italia, con la sua storia e le sue eccellenze storiche e paesaggistiche, passando a vocazione «immondezzaio» è semplicemente vergognoso.

Le scelta che la Regione Umbria si appresta a prendere sono fondamentali e segneranno il futuro, la salute, l’economia di un popolo antico come gli umbri.

Economia circolare, rifiuti zero, educazione al rispetto dell’ambiente, sembrano solo parolacce, anzi qualcuno li ha definiti «il libro dei sogni» e qualcun altro «la favola di Peter Pan».

Invece sono traguardi realizzabili, se solo, venissero attivati. Ma ci vuole coraggio.

Dietro alla gestione dei rifiuti non ci sono solo imprenditori e posti di lavoro, ma può esserci quella malavita organizzata che ne fa uno dei principali business.

In Regione continuano a dire che ancora non c’è nulla di definito, che la chiusura del ciclo dei rifiuti non ha nulla a che vedere, ad esempio, con le istanze di Valutazione di Impatto Ambiente la (Via) depositate dalla Maio Tech e dalla Colacem di Gubbio.

Ma le richieste troppo tempestive arrivate negli uffici regionali e, in particolare un Progetto di Legge, destano sospetto.

La frase inserita nella relazione della Colacem: «utilizzando il Css-Combustibile in impianti già esistenti e idonei come la cementeria Colacem spa di Ghigiano (Gubbio), non sarà più necessario realizzare nuovi impianti di incenerimento di rifiuti, in questo modo saranno evitate emissioni aggiuntive in atmosfera», dice tutto. Bruciare è uguale a far sparire? Ma veramente?

Anche il coordinatore e i consiglieri comunali leghisti eugubini esternano preoccupazione per la richiesta della Maio Tech, ritenendo «che la politica favorisca le imprese ad intraprendere un percorso di rinnovamento ecosostenibile che superi certe pratiche, come ben individuato anche nelle linee guida del Recovery Plan, sempre con l’obiettivo primario della tutela dell’ambiente e della salute».

Tra pochi giorni scadrà il termine per presentare le osservazioni sulle richieste delle due imprese, possiamo solo incrociare le dita.

Eppure una strategia diversa della gestione dei rifiuti che porti alla lavorazione, utilizzo e riutilizzo intelligenti e razionali, potrebbe segnare la svolta e creare veramente posti di lavoro.

Quello che decideranno, ora, in Regione Umbria, segnerà il futuro e, forse, non sarà possibile tornare indietro.

La prima amministrazione di «destra» della Regione Umbria verrà ricordata per questo?

Ernesta Cambiotti

 

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