PRESIDENZIALI USA

Dopo il caos conteggi
arrivano gli scontri di piazza

Presidenziali Usa. Caos conteggi e scontri di piazza a Ny e Portland

 

Presidenziali Usa ancora senza vincitore. Mentre ancora non si sa chi abiterà la Casa Bianca per i prossimi quattro anni intanto a New York e Portland sono scoppiati scontri in piazza.

Presidenziali Usa. Caos conteggi e scontri di piazza a Ny e PortlandAllo stato attuale sia il presidente uscente Donald Trump sia il suo rivale democratico Joe Biden hanno rivendicato la vittoria in Pennsylvania, che con i suoi 20 grandi elettori sarà decisivo, anche se il conteggio dovrebbe terminare solo nei prossimi giorni a causa del voto postale.

E proprio il voto postale potrebbe modificare l’attuale cartina politica del paese almeno secondo i Democratici convinti che lo spoglio delle schede votate da remoto ribalterà l’esito del voto, come avvenuto nelle scorse ore anche negli Stati di Michigan e Wisconsin.

Biden ha accusato Trump di aver proclamato illegittimamente la vittoria prima dell’esito ufficiale del voto ma ha preferito tenere un profilo più basso: «Dopo una lunga notte di conteggi, è chiaro che vinceremo abbastanza stati per ottenere i 270 grandi elettori necessari per ottenere la presidenza. Non sono qui per dichiarare che ho vinto, ma per annunciare che una volta terminati i conteggi, credo sarò proclamato vincitore».

In questo clima di incertezza è tornata la violenza che ha infiammato il paese negli ultimi mesi. La polizia di New York, infatti, si è scontrata con un gruppo di manifestanti violenti a Lower Manhattan nella notte di ieri, 4 novembre.

A New York gli scontri tra manifestanti anti-Trump e polizia erano iniziati come una protesta pacifica a Washington Square Park. La situazione è degenerata quando i manifestanti hanno appiccato roghi e fronteggiato gli agenti di polizia, avanzando verso West Village allo slogan di «Contate tutti i voti».

New York e Washington erano già state teatro di scontri tra sostenitori di entrambi i candidati alla presidenza Usa la notte precedente, che erano culminati in diversi arresti e nell’accoltellamento di alcuni sostenitori di Trump da parte di manifestanti vestiti di nero.

Anche a Portland, nell’Oregon, sono in corso «violenze diffuse» da circa 48 ore, con le autorità cittadine che hanno proclamato lo stato di «sommossa», dopo che gruppi di manifestanti vestiti di nero sono entrati in azione distruggendo automobili, esercizi commerciali e altre proprietà private nella periferia cittadini.

Fabrizio Di Ernesto

 

 

IL VOTO AMERICANO

Tra Trump e Biden sfida all’ultimo voto del 4 novembre 2020

 

 

 

 

 

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