L’INTERVISTA A BASHAR AL ASSAD

Il servizio
che non vedRai

 

È bufera sui social e nel mondo della politica dopo la diffusione della notizia che la Rai, per il momento, non intende trasmettere l’intervista esclusiva realizza da Monica Maggioni, attuale Ad di RaiCom, al presidente siriano Bashar al Assad.

La notizia è venuta fuori dopo che proprio Damasco ha chiesto spiegazioni per la mancata messa in onda del colloquio, avvenuto il 26 novembre, e che inizialmente sarebbe dovuta essere trasmessa entro il 2 dicembre e che ora potrebbe essere mandata dai media locali senza attendere la trasmissione nel nostro paese.

L’Ad di viale Mazzini Fabrizio Salini ha precisato però che l’intervista «non è stata effettuata su commissione di alcuna testata Rai» e quindi «non poteva venire concordata a priori una data di messa in onda», giustificazione che può andar bene per il telespettatore ma non per il mondo del giornalismo visto che una delle prime cose che viene insegnata in questo mestiere è che «quando si ha una notizia la si dà. Senza se e senza ma» e l’intervista ad Assad, per quanto presumibilmente con domande concordate e senza contraddittorio, è una notizia, e non una qualunque ma da apertura dei Tg.

Da quanto trapelato dal servizio pubblico il presidente Rai Marcello Foa sarebbe stato del tutto ignaro della vicenda e si sarebbe detto molto irritato e fermamente intenzionato ad ottenere chiarimenti, forse già nella riunione del cda prevista per domani.

In base alla ricostruzione diffusa da viale Mazzini l’intervista sarebbe stata proposta la sera di sabato 30 novembre al direttore di Rainews 24, Antonio Di Bella, che – pur non avendola commissionata né avendo concordato alcuna data – avrebbe chiesto di visionarla lunedì 2 dicembre, salvo poi frenare, d’intesa con Salini, in considerazione della genesi anomala di tutta la vicenda.

Il 2 dicembre RaiNews 24 avrebbe chiesto di posticipare la messa in onda senza ulteriori spiegazioni. A questo si sarebbero poi aggiunti altri due rinvii, provocando l’ira di Damasco che ha minacciato di mandare in onda l’intervista questa sera.

Alla base del rifiuto alla messa in onda ci sarebbero le posizioni espresse da Assad, per altro già note da tempo, che sarebbero in contrasto con quanto raccontato in tutti questi anni dai media main stream, gli stessi per i quali i tagliagole dell’Isis erano dei «ribelli moderati».

La vicenda però è così grottesca che è rimbalzata anche sui media arabi e cinesi, ed ha infiammato il dibattito politico, con Giacomo Librandi di Italia Viva e Daniela Santanché di Fratelli d’Italia che evocano la «censura», mentre Giorgio Mulè, giornalista ora in Parlamento con Forza Italia, definisce la vicenda «specchio di un’azienda allo sbando» e Alessandro Morelli della Lega bolla i vertici aziendali come «dilettanti allo sbaraglio che rischiano di far saltare difficili equilibri».

Fabrizio Di Ernesto

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