BRASILE

«Sbagliai a difendere Battisti,
chiedo scusa all’Italia»

L'ex presidente del Brasile Lula si scusa per aver difeso Cesare Battisti

 

L’ex presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva il 21 agosto nel corso di un dibattito televisivo ha affermato di essersi pentito di aver difeso l’ex terrorista Cesare Battisti.

Prima di Lula anche l'ex ministro Tarso Genro, principale sponsor brasiliano di Battisti, aveva ammesso il suo erroreNell’ultimo giorno del suo mandato da presidente nel dicembre 2010 l’esponente del Pt bloccò l’estradizione verso l’Italia concessa dalla giustizia brasiliana. La latitanza di Battisti proseguì così per altri nove anni, fino alla cattura in Bolivia nel gennaio 2019 e il successivo approdo in carcere nel nostro paese.

«Penso che come me tutto il mondo della sinistra brasiliana che ha difeso Battisti sia rimasta delusa e frustrata. Per questo, ha continuato Lula, «non avrei nessun problema a chiedere scusa alla sinistra italiana e ai familiari delle vittime di Battisti».

L’ex presidente ha spiegato che il suo ministro della Giustizia Tarso Genro, così come altri leader della sinistra brasiliana, erano convinti dell’innocenza di Battisti, e ha aggiunto che l’ex terrorista italiano «ha ingannato molta gente in Brasile».

«Non so se ha fatto lo stesso anche in Francia, ma veramente molte persone lo credevano innocente. Noi abbiamo commesso questo errore e chiederemo scusa. Lula si è anche detto rammaricato che la vicenda «abbia compromesso» le sue buone relazioni con il governo italiano e «con la sinistra italiana ed europea».

Anche l’ex ministro Tarso aveva già fatto autocritica dopo che Battisti nel marzo del 2019 si era assunto la paternità dei crimini per i quali è stato condannato. L’ex esponente dei Proletari Armati per il Comunismo (Pac) che da latitante aveva avuto sempre un atteggiamento sprezzante e derisorio verso la magistratura italiana e gli stessi familiari delle vittime, dopo due mesi di permanenza in carcere in Italia aveva infatti ammesso la sua partecipazione ai quattro omicidi commessi durante gli anni di piombo.

Le reazioni in Italia

Alberto Torregiani, figlio di una vittima di Battisti, e lui stesso ferito e paralizzato dai terroristi, ha commentato con amarezza le parole dell’ex presidente brasiliano: «Adesso voglio vedere cosa dice chi aveva appoggiato la sua decisione. Perché dirlo oggi? Per fare notizia? Avrà le sue motivazioni personali. Io resto basito. (…) Noi non ci facciamo nulla delle sue scuse».

Anche Maurizio Campagna, fratello di Andrea, agente in forza alla Digos di Milano ucciso dai Pac, ha commentato le parole di Lula: «L’anno scorso, quando Battisti ammise le sue colpe, avevo detto che Lula avrebbe dovuto almeno chiedere scusa. Lo ha fatto, seppur con un po’ di ritardo, e meglio tardi che mai». Campagna accetta le scuse dell’ex presidente brasiliano, che aspettava ormai da tempo: «Lula dice di essersi fidato di quanto gli veniva detto sul conto di Battisti ma vorrei ricordare che, come associazione, avevamo dato alle autorità brasiliane tutte le cause passate in giudicato nella giustizia italiana.

Bastava leggerle per capire che il personaggio al quale aveva concesso asilo nel suo Paese, non era quello che diceva di essere. Sarà stato consigliato male, ma alla fine almeno ha capito che Battisti si è rivelato per quello che era, un assassino, un terrorista e anche un bugiardo. Speriamo solo siano veritiere e non di circostanza, né di convenienza».

Vincenzo Fratta

 

L’INTERVISTA DI LULA

L’ex presidente Lula ha parlato della vicenda Battisti nel corso di una lunga intervista in onda su Democracia Tv, rispondendo alla domanda della giornalista Gina Marques, corrispondente dall’Italia. L’intero programma è ascoltabile sul canale YouTube dell’emittente brasiliana. L’argomento è trattato a partire dal minuto 1:31:00.

 

IL GHIGNO BEFFARDO DI BATTISTI

Termina l’arroganza, scema il soccorso rosso del 14 gennaio 2019

Il mancato regalo del Brasile all’Italia del 27 dicembre 2018

Imposto a Cesare Battisti il braccialetto elettronico del 5 dicembre 2017

Quel ghigno beffardo che non possiamo dimenticare del 5 ottobre 2017

 

 

Lascia un commento