TURCHIA-GRECIA

Venti di guerra
nel Mediterraneo

Erdogan fa salire la tensione fra Turchia e Grecia

 

In un Mediterraneo già infuocato dalla questione migranti spirano venti di guerra tra Turchia e Grecia, dopo che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sta facendo di tutto per fa salire la tensione tra i due paesi. Oggetto del contendere le esplorazioni turche in acque contese.

Erdogan fa salire la tensione fra Turchia e GreciaOggi il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, ha deciso che per il momento il suo paese non risponderà e di attendere l’apertura di un dialogo, coadiuvato dalla Germania, anche se tutto sembra rimandato al prossimo 12 settembre quando dovrebbero terminare le attività della nave turca Oruc Reis, inviata dal governo di Ankara per la ricerca di idrocarburi al largo del Mediterraneo orientale.

Il campanello d’allarme potrebbe suonare qualora il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, decida di prolungare le operazioni nelle acque circostanti l’isola greca di Kastellorizo.

Nonostante gli inviti alla calma il governo greco continua a lavorare per il potenziamento della sua difesa e si prepara alla possibilità che il ministero dell’Energia turco conceda alla Turkish Petroleum Corporation (Tpao) la licenza di esplorare la zona al confine marittimo con la Libia, nei pressi delle isole greche di Rodi, Kasson, Karpathos e Creta.

La sensazione comunque è che tutto rimarrà in bilico almeno fino al vertice dei leader dell’Unione Europea in programma il 24 e 25 settembre quando sul tavolo ci saranno le nuove frizioni fra Atene ed Ankara.

La politica «neo-ottomana» di Erdogan

Ad oltre 40 anni dalla Crisi di Cipro i rapporti tra i due vicini sono tornati tesi dopo che le autorità turche hanno deciso di intensificare le proprie esplorazioni in cerca di idrocarburi al largo di Cipro, con la piccola isola di Kastellorizo nell’Egeo sudorientale, a meno di 3 km dalla costa turca che rischia di diventare il campo di battaglia.

«Se la militarizzazione supererà i limiti previsti dall’accordo di Parigi del 1947, sarà la Grecia a perdere», ha ammonito nei giorni scorsi il ministro degli Esteri di Ankara, Mevlut Cavusoglu.

Nel mirino di Ankara c’è anche la Francia, in prima linea al fianco della Grecia nella strategia mediterranea. «Il tentativo di appropriarsi delle ricchezze del Mediterraneo, su cui tutti i Paesi costieri hanno diritti, è un esempio di moderno colonialismo» ha sentenziato il presidente turco Erdogan che poi ha definito la Grecia «un’esca delle potenze internazionali».

Alcuni analisti internazionali vedono nell’atteggiamento dei Erdogan un chiaro tentativo di indebolire la Grecia per continuare nel suo neo-ottomanesimo potendo contare sull’appoggio e l’aiuto dell’Albania e magari anche della Macedonia del Nord, che fino ad oggi ha però escluso ogni possibile rivendicazione nella omonima regione ellenica.

Fabrizio Di Ernesto

 

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